Volontariato
Preti di campagna… i tempi son cambiati
La voce di Alce Nero, a cura di Gino Girolomoni.
In quest?angolo di mondo dove il buon Dio m?ha concesso di vivere e cui manifesto quotidiana riconoscenza, non è la prima volta, anzi succede abitualmente, che un vecchio curato se ne vada sazio di giorni lasciando somme importanti, di alcune centinaia di milioni. Di per sé non ci sarebbe nulla da obiettare se questi buoni ?diavoli? facessero un mestiere come tutti gli altri umani, ma quello di prete può essere considerato tale? E che farne della solidarietà, della carità nei confronti di loro fratelli preti nelle città dove c?è molta povertà, o nei confronti dei loro fratelli missionari che non sanno dove sbattere la testa per salvare dalla morte per fame qualche bimbo? Certo, questo discorso non vale solo per i preti, ma per tutti i cristiani convinti e praticanti e sono meravigliato dal comportamento di chi ha ricevuto un talento e l?ha sotterrato per restituirlo senza averlo fatto fruttificare. Capisco da dove provenga questa ?cultura?, ma non la posso giustificare. Proviene dalla povertà contadina da cui arrivavano questi preti settanta-ottanta anni fa e entravano in seminario per mangiare o, come disse uno di loro a mio padre, per diventare, da mezzadro, padrone di un podere. Ma lo vogliamo capire che questi sono tempi che esigono scelte radicali, forti, coraggiose, e non ci possiamo più permettere, nessuno, di tirare a campare?
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