Welfare

Immigrazione: la fotografia dell’Inps. In Italia 2,5 milioni lavorano

Sono tra i 2,3 e i 2,5 milioni gli extracomunitari regolari che lavorano in Italia, circa il 10% degli occupati complessivi (21,9 milioni nella rilevazione Istat di ottobre)

di Redazione

Sono tra i 2,3 e i 2,5 milioni gli extracomunitari regolari che lavorano in Italia, circa il 10% degli occupati complessivi (21,9 milioni nella rilevazione Istat di ottobre). La cifra contenuta nell’Osservatorio sui lavoratori extracomunitari dell’Inps e’ stata diffusa oggi in una relazione che il presidente del Civ dell’Inps, Aldo Smolizza ha fatto in un incontro di studio organizzato dal Consiglio superiore della magistratura. Secondo i dati dell’Osservatorio che ha incrociato i dati dei permessi di soggiorno per motivi di lavoro rilasciati dalle Questure, gli archivi contributivi dell’Inps e le denunce nominative assicurative dell’Inail, i lavoratori extracomunitari in Italia sono 1.877.180 ma a questi vanno aggiunti gli oltre 700.000 che hanno presentato domanda di regolarizzazione secondo la normativa varata nei mesi scorsi. Tra i lavoratori gia’ regolarizzati i maschi sono largamente prevalenti con 1.187,473 occupati contro 689.707 donne. Tra gli immigrati regolari i piu’ numerosi sono i marocchini con 257.513 persone (222.758 maschi) mentre la comunita’ piu’ sparuta e’ quella di Macao e delle Samoa americane con un extracomunitario ognuno registrato dall’Osservatorio dell’Inps. Il Marocco e’ seguito a distanza dall’Albania con 138.635 unita’ (108.099 uomini) e dalle Filippine con 113.621 persone (qui la percentuale uomini donne si rovescia con una presenza femminile di 78.161 unita’). Intorno alle 80.000 unita’ ciascuna sono le comunita’ provenienti dalla Romania, la Yugoslavia e la Tunisia mentre la Svizzera segnala oltre 56.000 lavoratori. Pochi di piu’ i cinesi regolari (62.810, in maggioranza uomini). Gli apolidi sono 24.621 in grande maggioranza uomini (16.400) mentre lavorano in Italia 3.819 persone residenti nella citta’ del Vaticano (3.594 donne). Tra le richieste di regolarizzazione (702.156) l’Inps segnala 341.121 domande per lavoro domestico e 361.035 per lavoro subordinato. Oltre il 22% delle domande complessive arrivano dalla Lombardia (158.293) mentre il Lazio segue a 124.191. Le domande di regolarizzazione per lavoro subordinato arrivano soprattutto dalla Lombardia (96.396) seguita a distanza dal Lazio (49.430),dal Veneto (36.459) e dal Piemonte (30.646). Le richieste di regolarizzazione delle colf arrivano invece soprattutto dal Lazio con 74.761 richieste seguita dalla Lombardia con 61.897. A sorpresa segue le regioni maggiori la Campania (40.201 richieste che supera l’Emilia Romagna (27.048). Le prime tre citta’ nelle richieste di regolarizzazione sono Roma (107.476 domande di cui 66.949 per lavoro domestico)), Milano (87.165 di cui 35.922 per colf) e Napoli (36.572, di cui 24.285 per colf) che supera Torino (35.792, 16.717 delle quali per lavoro domestico). ”C’e’ un rischio di errore di circa il 15% – spiega Smolizza – quindi bisogna considerare un numero variabile tra i 2,3 milioni e i 2,5 milioni di extracomunitari. Il margine di errore va considerato perche’ le banche dati incrociate con il ministero degli interni tengono conto solo dei permessi rilasciati per lavoro ma a volte si lavora anche con un permesso per turismo o per ricongiungimento familiare”. Il dato di 1,8 milioni risulta dall’incrocio tra 1.199.797 extracomunitari registrati all’Inps, 1.269.322 permessi di soggiorno per motivi di lavoro iscritti negli archivi della Polizia e 657.191 posizioni anagrafiche di extracomunitari iscritti all’Inail dal marzo del 2000 (da quando cioe’ e’ diventata obbligatoria la denuncia nominativa istantanea dell’assicurato). Per minimizzare l’errore – sostiene Smolizza – sarebbe opportuno ”procedere all’assegnazione del codice fiscale contestualmente al rilascio del permesso di soggiorno, eventualmente codificando tutte le informazioni anagrafiche attraverso l’utilizzo di smart card dotate di microchip”.


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