Famiglia

Cinque star a rotelle sul trono d’Europa

Il quintetto del Santa Lucia basket di Roma ha battuto in finale gli spagnoli del Fundosa. Un’impresa davvero storica. Servirà a rilanciare lo sport dei disabili? «Qualcosa è cambiato[...]»

di Pasquale Coccia

H anno vinto, prima squadra italiana nella storia dell?Eurocup, la Coppa campioni di pallacanestro in una finale giocata con passione e determinazione a Battipaglia, città che ha ospitato i campionati europei di basket per disabili. Hanno conquistato anche tredici scudetti nel campionato italiano, l?ultimo proprio quest?anno. È il bilancio prestigioso di una società sportiva sorta nel 1960 a Roma, all?interno di un?ospedale. La squadra Santa Lucia ha rotto il silenzio e l?indifferenza dei media grazie all?ultimo titolo conquistato, quello europeo, per il quale sono stati ricevuti al Campidoglio dal sindaco Francesco Rutelli, che non ha perso l?occasione. Una squadra sorta a seguito delle sedute di riabilitazione di vari disabili, principalmente tetraplegici, frequentanti l?Istituto Santa Lucia e che oggi conta 120 iscritti dediti a questa attività, perché la pratica sportiva rappresenta anche un?ottima occasione per il reinserimento sociale di portatori di handicap. È una società sportiva che oltre alla squadra di basket, conta anche squadre di tiro con l?arco, tennis tavolo, atletica leggera, nuoto e scherma. Proprio in quest?ultima disciplina due schermidori della S.Lucia, Alberto Pellegrini e Claudio Mari, ma anche della nazionale di scherma hanno conquistato due medaglie d?argento nelle gare singole e due di bronzo nel fioretto a squadre alle ultime olimpiadi di Los Angeles. Carlo Di Giusto capitano della pallacanestro S.Lucia e della nazionale, traccia un quadro della recente vittoria europea: «La nostra società sportiva ha la squadra di pallacanestro da circa quaranta anni e questo ha consentito di acquisire un?esperienza organizzativa che molte squadre di disabili ci invidiano, ma abbiamo anche un impianto sportivo proprio, privo di barriere architettoniche, che consente di allenarci ben quattro volte alla settimana, oltre alla partita domenicale. Abbiamo un obiettivo agonistico e questo per noi rappresenta uno stimolo forte. L?impegno del gruppo è costante e questo ci consente di esprimere una sintonia alta negli incontri decisivi, come è accaduto contro il Fundosa, una squadra spagnola detentrice del titolo di campione del mondo finanziata da una lotteria pubblica gestita dalla Once, la nostra Unione ciechi. La recente vittoria rappresenta uno stimolo per tutto il movimento sportivo disabile e per le 28 squadre di pallacanestro che si impegnano fino all?ultimo per vincere, quando giocano contro di noi durante il campionato». «Anche quando viaggio con la Nazionale, della quale sono il capitano», continua Di Giusto, «riceviamo consensi e rileviamo maggiori aperture. Negli anni Ottanta viaggiavamo solo sugli aerei militari, perché l?Alitalia non disponeva di spazi idonei.Oggi questo non succede più, grazie anche alle nostre battaglie e a qualche merito sportivo». Lo sport disabile, però, non è solo quello espresso dal S.Lucia di Roma, ma anche in altre parti d?Italia presenta realtà significative. Il Corvino Sport di Motta Montecorvino l?anno scorso ha conquistato il primo posto nella prestigiosa manifestazione sportiva della Coppa Vergawen,titolo assegnato al S.Stefano di Potenza Piceno nel 1996 e nell?88 proprio al S.Lucia Sport. Il nostro Paese annovera anche campioni nell?atletica leggera. Paolo D?Agostini, ha conquistato la medaglia d?argento nei 200 metri piani ai campionati mondiali svoltisi ad agosto a Stoke Mendeville vicino a Londra. Nonostante meriti, record e medaglie, però, molte società sportive continuano a combattere contro mille difficoltà. Anche lo sport ha le sue barriere e fare centro è sempre difficile, soprattutto per loro.


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