Cultura

Elettrosmog, dove sono i 270 miliardi per combatterlo?

Il sottosegretario all'Ambiente Calzolaio ha proposto di creare un fondo con parte del ricavo della gara Umts contro i rischi di "antenna selvaggia". Che fine ha fatto l'idea?

di Gabriella Meroni

La proposta di ripartizione dei 267,5 miliardi assegnati dal fondo della gara Umts alla prevenzione e riduzione dell’inquinamento elettromagnetico elaborata dal sottosegretario all’Ambiente, Valerio Calzolaio, prevede l’utilizzo di oltre 170 miliardi per interventi sul territorio, 25,6 per la ricerca; 53,4 alle Regioni.
La proposta riguarda circa 252 miliardi (circa 15 miliardi sono lasciati alla concertazione tra gli altri ministeri interessati). In base alla proposta del sottosegretario, dei complessivi 173 miliardi destinati agli interventi sul territorio, 31 miliardi andrebbero alla realizzazione del catasto nazionale delle sorgenti fisse di campi elettrici, magnetici e elettromagnetici; 90 all’adeguamento delle strutture di controllo e alla formazione del personale addetto ai controlli sull’elettrosmog e 52 all’adeguamento della dotazione organica delle agenzie impegnate sulla prevenzione degli effetti dei campi elettromagnetici, anche in relazione ai numerosi nuovi impianti Umts che nel periodo 2001-2003 verranno installati.
Altri 25,6 miliardi andrebbero a istituti, fondazioni e università italiane come sostegno allo studio e la ricerca per approfondire le conoscenze dei rischi connessi alla esposizione a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici. Tra i vari progetti, c’è per esempio quello sugli effetti diretti e indiretti dei campi elettromagnetici ed uno sugli effetti cancerogeni delle emissioni elettromagnetiche. Altri 53,4 miliardi, infine, sarebbero destinati, in modo vincolato, alle Regioni per la promozione e l’incentivazione di tecnologie per minimizzare l’impatto ambientale degli impianti e delle reti.
A loro volta le Regioni, con il coinvolgimento dei Comuni, si impegnerebbero a fissare le modalità di finanziare, in parte, interventi per l’introduzione da parte dei gestori di tecnologie a basso impianto ambientale sui nuovi impianti. Un’altra parte andrebbe per gli interventi urgenti di risanamento dei siti non a norma.
Un’ottima proposta, ma quando si attuerà?

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