Non profit

Quei 23 anni lontano da casa

Dopo l'esilio riusciranno a tornare in Afghanistan 500 profughi grazie a all'Unchr

di Lorenzo Alvaro

Tornare a casa a Sozma Qala, remota e desolata regione nel nord dell’Afghanistan nelle vicinanze di Mazar-e-Sharif, rappresenta un’importante opportunità e una sfida per 500 afghani in esilio da 23 anni nella Repubblica Islamica dell’Iran. Al fine di provvedere rapidamente alle necessità primarie di tali persone, è in fase di realizzazione un ampio progetto coordinato dall’Unhcr e dal governo afghano, con la partnership del Governo italiano, World Food Programme (Wfp), Unicef, Who, alcune Ong il gruppo tedesco Isaf Cimic.
Il Governo italiano, ricorda in un comunicato l’Unchr, ha finanziato un volo di aiuti umanitari che, partito dagli Emirati Arabi Uniti, ha trasportato 320 tende per famiglie, 2.000 kit da cucina e 3 grandi tende per spazi comuni, per un valore di circa 200.000 euro. Il volo è stato reso possibile anche grazie alla collaborazione con il Wfp.
Alessandra Morelli, Vice Rappresentante a.i. dell’Unchr in Afghanistan, ha espresso il proprio ringraziamento per il costante supporto del governo italiano nell’organizzazione del volo proveniente dagli Emirati Arabi Uniti. «Ciò», afferma la Morelli, «è espressione dell’impegno di lungo periodo dell’Italia nei confronti degli afghani più bisognosi». Nell’ultimo mese, 130 famiglie (più di 500 persone) si sono spostate dalla Repubblica Islamica dell’Iran alla regione del Sozma Qala, desolata e incolta zona desertica nel nord dell’Afghanistan. Ad oggi, più di 500 famiglie si sono registrate presso le autorità iraniane per fare rientro nella regione, ma i numeri sono destinati ad aumentare e, per metà settembre, si prevede che le famiglie saranno oltre 1.000.
La maggior parte dei rifugiati di ritorno al distretto di Sozma Qala provengono dalla tribù dei Kuchi, di etnia Baloch, e sono scappati in Iran nel 1980 in seguito all’occupazione sovietica. «Ritornando in questa regione così desolata e povera, i rifugiati sfidano la natura con la loro instancabile volontà di cominciare una nuova vita», afferma Said Aurvasi Patel, Capo dell’ufficio Unhcr di Mazar-e-Sharif.
«Nella prospettiva dell’arrivo di altre famiglie nelle prossime settimane e con il veloce avanzare dell’inverno, la reintegrazione di queste famiglie sarà la sfida maggiore». Durante le ultime sei settimane, l’Unhcr, in stretto coordinamento con le autorità afghane ed altre agenzie (come, ad esempio, Wfp, Unicef, Iom e Who), si è adoperato affinchè gli alloggi temporanei fossero velocemente organizzati per accogliere i rifugiati in arrivo dalla Repubblica Islamica dell’Iran.


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