Famiglia
Battaglia per la Convenzione sui diritti del bambino
Gli Usa non votano il documento e vogliono più spazio all'autorità dei genitori
Alcuni Paesi sono rimasti spiazzati ieri, quando una delegazione degli Stati Uniti ha dato chiari segnali di una virata nella politica americana sotto l’amministrazione Bush, che chiede che venga data maggiore attenzione “all’autorità dei genitori” nello stendere la carta dei diritti dei bambini.
L’occasione era data da una riunione di ambasciatori, delegati e rappresentanti speciali delle nazioni, per il secondo incontro preparatorio della Sessione Speciale sui Bambini, che si terrà il 19 settembre 2001. Anche se non è ancora noto chi il nuovo presidente americano intenda nominare come ambasciatore all’Onu, l’ambasciatore E. Michael Southwick, vice-assistente Segretario di Stato per i rapporti con le organizzazioni internazionali, ha presentato la dichiarazione degli Stati Uniti sul documento del comitato preparatorio.
La dichiarazione parlava dell'”erosione dell’autorità dei genitori”, e suggeriva che i singoli paesi fossero incoraggiati a sviluppare obiettivi pertinenti “ai propri intendimenti e in linea con le condizioni e le circostanze dei propri paesi.”
Il discorso degli Stati Uniti è arrivato alla fine di due giorni di appello nominale, per permettere ad ognuna delle nazioni di esprimere i propri obiettivi di fondo per la bozza in discussone. Questo documento sostituirà la Dichiarazione Mondiale sulla Sopravvivenza, la Protezione e lo Sviluppo dei Bambini.
Lo stesso mercoledì, la Santa Sede, osservatore permanente del Vaticano all’Onu, nella propria dichiarazione ha insistito che i diritti del bambino vanno visti nel contesto della famiglia. Nelle settimane prima di questo secondo incontro preparatorio, la tensione fra i gruppi di difesa della famiglia era aumentata. Essi temono che la Sessione Speciale dell’Onu possa adottare nuove misure internazionali che potrebbero minacciare i diritti dei genitori e dare nuovi amplissimi diritti agli adolescenti – il diritto di leggere il materiale che vogliono, il diritto di accedere all’aborto e ai contraccettivi senza la supervisione dei genitori, il diritto di riunirsi in assemblea, sempre senza la salvaguardia delle redini dei genitori.
Il diritto all’informazione secondo la Convenzione permette al bambino di rifiutare l’interferenza dei genitori nello scegliersi i media, i libri, i video e i siti Internet. “L’articolo 13 significa che come padre non posso sorvegliare di cosa si ciba mia figlia su Internet? E se il mio figlio dodicenne volesse collezionare la pornografia che si trova sul web?” ha chiesto un delegato sudamericano. Il dibattito continua, ma finora solo gli Stati Uniti e la Somalia non hanno ratificato la convenzione.
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