Formazione

Il libro digitale è realtà Ma la scuola è pronta?

Le novità dell'editoria scolastica viste da un'esperta

di Redazione

Dal 2011 entreranno in classe i testi multimediali, sfogliabili a video, aggiornabili online. Una rivoluzione che richiede grossi investimenti agli istituti, sempre più vittima dei tagli. E intanto, per far risparmiare le famiglie, parte la moratoria sulle nuove adozioni
Un vento di cambiamento sta soffiando sulla scuola, coinvolgendo diversi ambiti tra cui quello dei libri di testo. L’articolo 15 della legge 133 del 2008 prevede infatti che non potranno più essere adottati in un formato esclusivamente su carta: a partire dall’anno scolastico 2011-2012, dovranno essere on line o in versione mista. Una “rivoluzione” dalla quale si prevede di ottenere vantaggi per gli studenti e per i professori: maggiore autonomia e personalizzazione del lavoro, una formazione di dimensione europea, una più libera organizzazione dell’insegnamento lavoro, la produzione di aggiornamenti eventualmente necessari in fascicolazione separata. Non è tutto.
A completare lo scenario, si aggiunge l’articolo 5 della legge 169/ 2008 secondo cui, già a partire dall’imminente anno scolastico, le nuove adozioni dovranno essere congelate per cinque anni nella scuola primaria e sei nella secondaria. Lo scopo è quello di evitare adozioni di testi spesso inutili e inutilizzati, favorendo un risparmio per le famiglie. Purtroppo, però, i buoni propositi si scontrano con la realtà di una scuola su cui si investe sempre meno e in cui i curricoli non sono stati ancora ridefiniti né si sa in che direzione si svilupperanno.
Per cercare di capire meglio le implicazioni di queste novità, abbiamo posto alcune domande ad Anna Prejanò, redattrice di Mondadori Education, sigla che accorpa diverse editrici tra cui A. Mondadori, Signorelli, Einaudi, Le Monnier, Mursia, Piemme, Electa, Minerva, MacMillan.

Vita: Quali effetti avrà il passaggio dal libro esclusivamente cartaceo a quello misto e on line?
Anna Prejanò: È una formula già in uso in altri Paesi stranieri, tra cui Usa, Inghilterra, Francia, Spagna. Sono persuasa che una versione elettronica del libro di testo, sfogliabile a video, proiettabile sulla lavagna magnetica, fornito di video animazioni e contenuti multimediali didatticamente possa veramente rappresentare qualcosa in più. Oggi ci troviamo a dover fare i conti con una generazione di nativi digitali, quindi maggiormente predisposti a nuovi tipi di linguaggio. Per loro, i testi di nuova generazione sono sicuramente più funzionali.
Vita: E per i docenti?
Prejanò: Avranno una maggiore possibilità di impostare le lezioni in maniera creativa e personalizzata, di inventarsi percorsi didattici più adeguati all’utenza, con maggiori risultati.
Vita: Quali i limiti e le difficoltà nei tempi brevi e lunghi?
Prejanò: È chiaro che occorre avere a disposizione un computer con connessione. Le scuole che non se ne siano già dotate, dovranno dotarsi in tempi adeguati di proiettori, lavagne, aule video. Questo, come può ben immaginare, implica dei costi. Inoltre non è ipotizzabile, come qualcuno ingenuamente pensa, che la sostituzione del libro di testo cartaceo apra la strada alla possibilità di scaricarlo, così come oggi avviene con i cd, direttamente da internet e stamparlo in proprio, operazione che verrebbe a costare alle famiglie molto di più dell’acquisto di un testo già predisposto e stampato.
Vita: Prevede svantaggi di ordine economico?
Prejanò: Per le famiglie, anche se non spenderanno di più, non ci sarà di certo un risparmio. Per le scuole le spese non diminuiranno, perché dovranno essere prese iniziative di aggiornamento per i docenti e per l’acquisto di strumenti e materiali idonei.
Vita: Il blocco dell’adozione dei libri di testo per cinque anni potrà veramente rappresentare una soluzione ai problemi economici delle famiglie italiane?
Prejanò: Penso che, fondamentalmente, quest’articolo dia un’idea errata di risparmio: ad avvantaggiarsene sarà il mercato dell’usato, che fornisce testi non sempre di qualità o sfruttabili appieno. Per non parlare poi della libertà d’insegnamento, che in questo modo verrà lesa, obbligando i docenti a mantenere in uso testi inadeguati. Si tratta, come vede, di un risparmio tale solo all’apparenza.


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