Non profit

MEETING. Il lavoro al tempo della crisi: lavorare nel non profit

La prsidente della CdO Opere Sociali, Monica Poletto, protagonista dell'incontro odierno del ciclo Un caffé con...

di Redazione

Da Rimini

«La crisi ha reso evidente l’importanza dell’imprenditoria non profit. Pur risentendo delle difficoltà economiche per ritardi nei pagamenti soprattutto da parte dell’ente pubblico, le imprese non profit assicurano una rete di servizi la cui mancanza in questo momento si avvertirebbe gravemente. La Scuola Opere di Carità si propone di avviare iniziative proprio a partire dai bisogni fatti emergere dalla crisi e specifici per il tempo di crisi». Questo ha sottolineato Monica Poletto, presidente di Compagnia delle Opere – Opere Sociali, nel suo intervento inserito nel ciclo “Lavorare al tempo della crisi” curata da Francesco Liuzzi, docente di Scuola di impresa della Fondazione per la Sussidiarietà.

Il non profit, ha precisato Poletto, costringe anche a modulare le professionalità, superando ad esempio gli stereotipi delle applicazioni lavorative a seconda del diploma di laurea. «Gli inserimenti lavorativi di persone disabili sia verso mestieri tradizionali, sia per la cura del verde piuttosto che per il montaggio di cablaggi elettrici obbligano a imparare specifiche tecniche di formazione e di sostegno della persona», ha esemplificato la relatrice. Anche l’elaborazione di progetti lavorativi da sottoporre all’approvazione di Enti pubblici per le necessarie convenzioni o contributi richiede un apprendimento da professionalità diverse. Come sviluppare queste capacità? «Il metodo non è l’apprendimento di modelli astratti ma la trasmissione di esperienze, è dire “lavora con me”, piuttosto che “lavora come me”, come diceva don Giussani».

Il non profit attende anche modifiche legislative importanti nella direzione di un riconoscimento della sua valenza per il bene comune. «Occorre favorire fiscalmente gli investimenti in queste imprese, in ragione della loro utilità sociale, o incentivare la fornitura di servizi ai comuni o ad altri enti pubblici». Un’ottima occasione per adottare queste pratiche virtuose recependo le proposte già esistenti in merito è la redazione del libro bianco del Welfare pubblicato di recente, a cui in questi giorni al Meeting si è fatto riferimento più volte, anche da parte dello stesso ministro Sacconi.

 

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