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GUANTANAMO. Liberato giovane afghano, denuncia abusi
«Insultavano noi e il Corano, e ci tenevano in condizioni disumane»
di Redazione
Era uno dei più giovani detenuti del carcere americano di Guantanamo, secondo i suoi avvocati quando vi entrò aveva appena 12 anni. Oggi Mohammed Jawad di anni ne ha 18 ed è un uomo libero, rilasciato dopo 6 anni di prigionia, ed è appena rientrato in Afghanistan dove ha potuto riabbracciare la sua famiglia.
«Sono stato sottoposto a violenze e umiliazioni», ha raccontato per la prima volta Jawad, denunciando di aver subito vessazioni per tutto il periodo della sua prigionia. «Sapevano che ero giovanissimo ma non gli importava nulla della mia età. Insultavano la nostra religione e il nostro sacro Corano, insultavano noi e ci tenevano in condizioni disumane. A volte eravamo costretti a mangiare con le mani legate dietro la schiena e la faccia nei piatti».
L’arresto risale al 2002, quando fu accusato di aver lanciato una bomba a mano a Kabul che provocò il ferimento di due soldati americani e di un interprete. «Sono stato liberato – ha concluso Jawad – perchè nessuna accusa contro di me è stata provata».
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