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MAFIA. Ciotti: “Scioglimento di Fondi è questione nazionale”
Il fondatore di Libera critica l'immobilismo della politica sul caso del Comune laziale: "La prima mafia da combattere è quella delle parole dette ma non tramutate in fatti"
“La questione del Comune di Fondi è una questione nazionale dove è in gioco la credibilità e la coerenza del nostro Paese. La prima mafia da combattere è quella delle parole, perchè a parole ci sono sempre tutti. Il problema è dare coerenza tra quello che è stato scritto sul pacchetto sicurezza e la concretizzazione nella realtà”. Lo afferma, in una nota, Luigi Ciotti, presidente di ‘Libera, associazioni, nomi e numeri contro le mafie’, coordinamento di oltre 1.500 associazioni.
“Da oltre un anno come Libera”, prosegue Ciotti, “parliamo di quinta mafia, un intreccio che unisce cosche, pezzi della politica, colletti bianchi ed imprenditoria e Fondi rappresenta la snodo di questi interessi. Sin dal 1996 il pentito di camorra Carmine Schiavone verbalizzava ai carabinieri con nomi e cognomi l’interesse dei casalesi sull’agro pontino come ponte per la capitale. Non possiamo più parlare di tentativi di infiltrazione. Dobbiamo dare risposte responsabile e coerenti al grande lavoro della magistratura e delle forze dell’ordine che ha portato ad arresti di persone di grande calibro ma ha anche evidenziato la necessità di creare la legge-quadro per la lotta alle mafie e di riordinare tutta la materia sulla confisca dei beni alla mafia per rendere la lotta più efficace'”. Il presidente di Libera ricorda anche l’uccisione del parroco don Cesare Boschin, “che denunciava a Latina l’ecomafia dei rifiuti e che non ha mai visto consegnare alla giustizia i colpevoli”, chiedendo che “si riapra l’inchiesta sulla sua morte, lo dobbiamo alla sua storia, alla sua memoria e ai tanti che nel suo nome proseguono in quel territorio le sue battaglie e le sue denunce”.
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