Non profit
La svolta storica di Ubs
Acartes, l'associazione svizzera di Finanza sostenibile applaude all'accordo anti evasione fiscale
di Redazione

Actares, l’associazione svizzera di azionisti per un’economia sostenibile, si dice sollevata per la firma dell’accordo nel contenzioso che opponeva Stati Uniti e Ubs. Ora auspica che “il consiglio d’amministrazione della banca chieda conto, senza compromessi, ai reponsabili dell’affare. Un lungo procedimento giuridico avrebbe pesato sull’istituto come una spada di Damocle. Ora Ubs può dedicarsi completamente al suo riorientamento strategico”, scrive Actares in una nota.
Lo scandalo derivato da gravi errori etici richiede però una reazione decisa da parte dei vertici della banca. Più di ogni altra società finanziaria Ubs dovrà in futuro dar prova di voler agire nel rispetto dei principi morali ed etici. La vendita della partecipazione da parte della Confederazione rappresenta un ritorno a condizioni
normali. Actares accoglie con favore la decisione e sottolinea che l’impegno di Berna è stato di importanza vitale per la banca.
Leggi qui il comunicato di Actares
John Ziegler «Finita l’ewra della doppiezza morale»
«Assistiamo a una svolta epocale. L’offensiva ai paradisi fiscali che ha portato all’accordo di ieri chiude l’era della doppiezza morale, finalmente cede la maschera
ipocrita dell’Alpenidyll». Il sociologo Jean Ziegler spiega che “esistono due Svizzere, da unlato quella delle oligarchie bancarie, della ricchezza arrogante,della xenofobia e della corruzione. Dall’altra quella dei cittadiniche non sopportano più il peso di un benessere fondato sullasaldatura tra business e crimine mondiale, sul riciclaggio del denaro dei dittatori, finanzieri e politici senza scrupoli”.
«Nel braccio di ferro con l’America il governo svizzero aveva sempre difeso Ubs -continua Ziegler- pilastro della ricchezza delPaese; il fatto che ora la stessa banca abbia ammesso di esserecoinvolta nel reato di evasione fiscale è in sè una rivoluzione».
Il rischio di una caccia alle streghe non preoccupa Ziegler: «La rabbia può essere una potenza benefica, motore della lotta per la giustizia sociale. Prima l’esistenza di un tesoro segreto nel cuore dell’Europa era tollerata: ora la crisi obbliga i governi a chiedere sacrifici ai cittadini; più debito pubblico, più tasse e meno lavoro. L’unico modo per evitare la rivolta delle masse è individuare e punire i responsabili. Obama l’ha capito prima degli altri e la strategia nella quale s’inserisce l’accordo con Ubs mira proprio a seminare terrore tra gli evasori, che negli Stati Uniti hanno già
cominciato ad autodenunciarsi, oltre che a rassicurare la società sulla fine dell’impunità. Questione di opportunità politica, ma anche un’occasione di rigenerazione etica”.
E ora, conclude Ziegler, «ai primi cinquemila nomi ne seguiranno altri; sarà quaindi la volta delle altre banche svizzere ‘complicì, almeno venti. Da settembre all’azione dell’Irs, l’Ufficio fiscale Usa, si aggiungerà quella dell’unione Europea, che sta
progettando un Eurofisco contro l’evasione. È l’inizio della fine».
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