Welfare
TERREMOTO. Bertolaso: “Tendopoli chiuse a fine settembre”
Il capo della Protezione civile detta i tempi del trasferimento dei terremotati nelle strutture ad hoc che si stanno costruendo in queste settimane. E rivela: "Ho detto a Berlusconi di rinunciare all'idea di persone nelle sue case, si creava disparità"
di Redazione
“L’ho detto e lo confermo, entro fine settembre intendiamo chiudere le tendopoli e trasferire gli sfollati in sistemazioni dignitose. Ed entro il 21 settembre riapriremo le scuole di ogni ordine e grado in tutta la provincia dell’Aquila. Ovviamente in strutture antisismiche”. Lo dichiara in un’intervista a ‘Quotidiano Nazionale’ Guido Bertolaso, capo della Protezione Civile.
“Come numeri – prosegue riferendosi alle misure che la Protezione Civile intende prendere per ridare a tutti i terremotati una casa – tra le case che stiamo costruendo, più le case che possiamo affittare, più i contributi per l’autonoma sistemazione noi riteniamo che non lasceremo nessuno senza sistemazione da qui a quando saranno ricostruite le case. Attualmente, d’intesa con gli enti locali, stiamo dando la priorità alle famiglie composte da più di due persone. Certo ci sono anche gli altri, le famiglie composte anche da un solo componente, e anche qui vedremo di trovare soluzioni in grado di assicurare un alloggio confortevole mentre viene ricostruita la propria abitazione. E comunque quando che ne andremo vogliamo lasciare i cittadini con la certezza sulla ricostruzione e sul fatto che ci siano i soldi per farla”.
A proposito delle lamentele del sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, per i ritardi per le case B e C, quelle solo lesionate, Bertolaso risponde che “per le case B e C abbiamo fatto le ordinanze ai primi di giugno. Noi abbiamo stanziato i soldi, e ci impegniamo a garantire per una sistemazione temporanea per queste persone. Ma è chiaro che entro l’inverno le case B e c vanno riparate e devono essere abitate. Mi pare evidente che non si puo’ pretendere che sia lo stato centrale a farsi carico di tutto. Ci vuole più gioco di squadra”. Interpellato dal ‘Quotidiano Nazionale’ sulla proposta di Silvio Berlusconi di ospitare famiglie di terremotati in qualcuna delle sue case, Bertolaso ringrazia per la “domanda che mi consente di far chiarezza. Il presidente del Consiglio aveva formalizzato l’offerta, ma sono io che mi sono opposto perche’ non volevo che si creasse una disparita’ tra terremotati normali e pochi privilegiati”.
Il capo della Protezione Civile aggiunge che in Italia manca la ”cultura della prevenzione, c’e’ fatalismo” e questo perchè la prevenzione non porta voti: ”è stato storicamente cosi’. Adesso cerchiamo di un cambio di passo”. Si dice inoltre favorevole all’assicurazione contro le calamità. “In un paese come l’Italia sarebbe assolutamente necessaria. La gente deve capire che non sarebbe una tassa ma il modo migliore per proteggerci tutti e meglio”, spiega. “La vaccinazione contro le calamità naturali si chiama prevenzione, si chiama assicurazione contro i rischi e costruzione in maniera piu’ corretta anche nei confronti dell’ambiente”, aggiunge.
A proposito di possibili fondi per la ricostruzione a seguito dell’incidente ferroviario di Viareggio, Bertolaso spiega che ”abbiamo già fatto l’ordinanza, il governatore e’ commissario straordinario, il sindaco è soggetto attuatore, i soldi sono stati stanziati, ora si tratta di spenderli nel modo migliore e più rapido. A me tutte queste autorità fanno un pò ridere – dice poi riferendosi alla possibile creazione di un’Autorità europea per la sicurezza dei vagoni ferroviari – Sono uno strumento per far guadagnare un po’ di persone, per creare consigli di amministrazione, ma io credo che non sia una questione di autorità ma una questione di norme. Se c’è una normativa europea che consente di far viaggiare i vagoni revisionati in maniera approssimativa con tempistiche dilatate, è ovvio che va rivista. E poi ci vogliono misure diverse per la tipologia delle sostanze trasportate. Ad esempio il treno che ha attraversato Viareggio viaggiava nei limiti di legge, però novanta chilometri all’ora francamente mi sembrano un pò troppo elevati per merci del genere: per me dovrebbero essere dimezzati”, conclude Bertolaso.
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