Sostenibilità

ENERGIA. Adiconsum: preoccupati per aumenti bollette

Lo fa sapere Paolo Landi, segretario generale con una lettera indirizzata alla Commissaria Ue alla Concorrenza Neelie Kroes, e per conoscenza al commissario all'Energia, Andris Piebalgas

di Redazione

«Forte preoccupazione e contrarietà per i nuovi ingiustificati aumenti delle tariffe elettriche derivanti dalla legge di conversione del Decreto Anticrisi che impone un ulteriore onere improprio sulle bollette di tutti i consumatori italiani». Ad affermarlo in una nota è Paolo Landi, segretario generale dell’Adiconsum, commentando l’articolo 3, comma 4-quater della legge 102 del 2009 (che ha convertito il DL 78/09, c.d. Anticrisì). Questa norma, continua Landi, «estende a circa 100
nuove imprese elettriche con meno di 5 mila clienti, dislocate nel continente, il particolare trattamento tariffario, sinora giustamente applicato soltanto a 14 Imprese Elettriche Minori, localizzate in aree elettricamente isolate, quali le piccole isole».
Il regime introdotto dalla legge, sottolinea ancora, «prevede che le spese sostenute da queste piccole imprese elettriche siano ripagate a piè di lista dal sistema elettrico nazionale, tramite una specifica componente tariffaria, pagata da tutti i consumatori italiani. In sostanza, si tratta di un ripiano dei costi secco, senza più alcun incentivo all’efficienza e alla riduzione dei costi. In questo modo, fondi prelevati dalle tariffe dei consumatori italiani andranno a circa 100 nuove imprese, che non hanno affatto le particolari esigenze delle isole non connesse alla rete nazionale. Questo nuovo ingiustificato onere sulle bollette degli italiani», aggiunge Landi, «è per Adiconsum assolutamente improprio e contrario alle normative europee».
Pertanto «Adiconsum ha inviato oggi stesso una lettera alla Commissaria Ue alla Concorrenza Neelie Kroes, e per conoscenza al commissario all’Energia, Andris Piebalgas, ed al ministro Scajola, affinchè valuti se non si configurino gli estremi per aprire una procedura di infrazione nei confronti dello Stato Italiano, che, al fine di realizzare un mercato dell’energia elettrica concorrenziale, ha l’obbligo di non operare discriminazioni tra le imprese elettriche, tanto più che i maggiori costi sono pagati dai consumatori» conclude.


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