Formazione
Niente pozzo in Brianza
Vince la società civile. La Po Valley rinuncia alla trivellazione del Parco di Montevecchia
Il movimento popolare ‘No al pozzo’ ha vinto la sua battaglia: la multinazionale australiana ha rinunciato ai lavori, nessun impianto petrolifero verrà installato nel Parco di Montevecchia e Valle del Curone. O meglio, la vittoria è della gente di questa zona nel cuore della Brianza lecchese, che nelle scorse settimane aveva aderito in massa: ben 25mila firme, in meno di un mese (comprese quelle di tutti i sindaci dei paesi limitrofi, di ogni colore politico. Vita ne ha parlato nel n.29, in edicola fino a oggi), all’appello del comitato contrario alla possibilità dell’arrivo delle trivelle in una delle pochi ecosistemi ancora “intatti” del Nord Italia.
La notizia che cambia le carte in tavola della vicenda è questa. La sera di giovedì 30 luglio la Po Valley, azienda australiana che, in condivisione con Edison Spa, due mesi fa aveva avuto la proroga dal ministero dello Sviluppo economico italiano per ricercare il petrolio nella valle (che c’è, come dimostra uno studio dell’Agip del 2001), ha inviato allo stesso ministero una ‘Comunicazione di rinuncia’, pubblicata sul sito ufficiale: “La Società Po Valley Operations Pty Ltd (r.u.), in nome proprio e per conto della contitolare Edison S.p.A., ha rinunciato all’istanza di permesso di ricerca originariamente denominata ‘Ossola’ e successivamente riperimetrata e denominata ‘Bernaga’, ubicata in territorio della Regione Lombardia. È pertanto annullato il relativo iter procedimentale di conferimento”.
Esultano, naturalmente, i promotori del comitato ‘No al pozzo’, nato dal basso per sensibilizzare i cittadini e i politici locali sulla questione.”È una vittoria del territorio, delle amministrazioni e dei cittadini che hanno detto ‘No’ alla ricerca di petrolio e gas nella Provincia di Lecco”, è il commento riportato sul blog di riferimento noalpozzo.blogspot.com, “si tratta di capire se è stata vinta una battaglia o la guerra, Po Valley potrebbe presentare prossimamente una nuova istanza. Ma per ora ha rinunciato a quella in itinere, per la quale aveva chiesto solo due mesi fa una proroga: è evidente che quanto è successo sul territorio in questi due mesi ha fatto cambiare atteggiamento alla società. Per ora però il punto fermo è l’archiviazione del procedimento”.
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