Formazione

I giovani italiani e le lingue, un rapporto difficile

Solo uno su tre sarebbe capace di conversare in un altro idioma. Siamo terz'ultimi in Europa

di Gabriella Meroni

Oggi, quasi metà dell’Europa è poliglotta: il 44% degli europei, in base ai dati del Consiglio d’Europa, è infatti in grado di partecipare a una conversazione in una lingua diversa da quella madre. Eppure, secondo l’indagine Eurobarometre 1997, le lingue straniere continuano a rappresentare un tabù per il 29% dei giovani italiani. I ragazzi del Belpaese, dicono i dati Eurobarometre, si collocano infatti tra gli ultimi, nella Unione europea, quanto a conoscenza di un’altra lingua, assieme ai coetanei greci e irlandesi. Così, il 29% di loro si dichiara incapace di parlare un’altra lingua oltre a quella materna. Solamente i giovani spagnoli (39%) e quelli portoghesi (32%) si dicono meno competenti dei nostri in fatto di seconda lingua. Dietro a tutti, sulla carta, si posizionerebbero i giovani inglesi, il 55% dei quali afferma di essere incapace di parlare un’altra lingua. L’inglese, però, è l’idioma più diffuso e quindi, nella pratica, i ragazzi britannici sono i meno svantaggiati. Nel complesso, il 54% dei giovani europei si dice capace di sostenere una conversazione in inglese, oltre che nella propria lingua materna; il 20% in francese; l’11% in tedesco; il 9% in spagnolo e il 4% in italiano. Nella scuola, inoltre, siamo ancora in posizioni di coda: come in Grecia, in Irlanda e nel Belgio francofono, infatti, nelle scuole italiane c’è una media settimanale di sole tre ore di insegnamento dedicato alle lingue straniere, mentre nel resto d’Europa la media si aggira attorno alle sei ore a settimana. Ad aver maggiore dimestichezza con almeno una lingua straniera nei Paesi Ue, si rileva dai dati del Consiglio d’Europa, sono sopratutto gli uomini (46% contro il 42% delle donne) ed i giovani tra 15 e 24 anni (62% contro, ad esempio, il 39% dei quarantenni). Naturalmente, ad avere un rapporto migliore con le lingue straniere sono prima di tutti gli studenti (76%), seguiti da dirigenti (69%), impiegati (56%) e liberi professionisti (48%). In occasione dell’Anno europeo delle lingue 2001, promosso dal Consiglio d’Europa e dall’Unione europea, sarà però lanciata una novità, proprio per incentivare lo studio delle lingue: il portafoglio linguistico europeo, ovvero un documento riconosciuto in cui gli studenti europei di tutte le età e con ogni tipo di istruzione possono registrare le loro capacità linguistiche. Il portafoglio, sottolinea il Consiglio d’Europa, contribuirà peraltro alla mobilità nell’Ue in quanto, attestando chiaramente le capacità linguistiche del possessore, sarà di supporto nelle domande di lavoro e di accesso a istituti di istruzione. Il portafoglio sarà lanciato nel corso del 2001 e tutte le informazioni saranno disponibili su un sito web di prossima creazione ad esso dedicato.


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