Famiglia

La tv per neonati

Il 1 agosto Fox lancia in Italia “Baby Tv”, per bambini fra 0 e 3 anni. Gli esperti si dividono

di Redazione

C’è il programma Baby Chef con Wallpaper. Ci sono Pitch & Potch. Tante apine, farfalle, persino pecorelle per le canzoncine della nanna e i bath tubbies per il bagnetto. Settantadue programmi solo sul sito. È questo il pacchetto offerto da Baby Tv, la tv per “neonati” che la Fox si appresta a lanciare in Italia sabato prossimo, 1 agosto, sul canale 620 di Sky. Il target è bassissimo: bambini tra 0 e 3 anni. 

Su Baby Tv non ci sarà pubblicità (ma sono già pronti infiniti gadget con i suoi personaggi e il suo marchio), i programmi sono stati studiati con un pool di esperti – pedagogisti e psicologi – ma su di essa si è già scatenata la polemica. “Non si discute sui contenuti dei programmi – ha detto Elisabetta Scala, responsabile dell’Osservatorio Media del Moige. «Probabilmente, anzi, saranno di alta qualità e studiati ad hoc da psicologi ed esperti del settore. Però vogliamo richiamare l’attenzione sui gravi rischi inerenti la crescita fisica e psicologica di neonati e bambini fino ai 36 mesi. Numerosi e prestigiosi studi in materia dimostrano i danni che può provocare in bambini così piccoli l’esposizione alla televisione. Ricerche dimostrano quanto le radiazioni della televisioni possano causare seri problemi come miopia, deficit di attenzione e problemi inerenti anche al ciclo di crescita e sviluppo psico-emozionale”.

In Francia addirittura, spiega la Scala, l’Autorità per le Comunicazioni francese ha deciso di imporre ai distributori di programmi per bambini fra gli 0 e i 36 mesi di trasmettere sullo schermo il messaggio «Guardare la televisione può frenare lo sviluppo dei bambini minori di tre anni, causare ritardi psicomotori, incoraggiare la passività, causare sovreccitazione e turbe del sonno».

La psicologa Anna Oliverio Ferraris, intervistata da Avvenire, ha dichiarato: «Mi piacerebbe ci fosse ancora la Montessori. Lancerebbe fulmini e saette contro questa tv». E spiega che a un’età in cui i bambini imparano a parlare ripetendo le parole, nell’interazione con gli adulti, la tv può risultare un ostacolo. E pure per lo sviluppo emotivo è dannoso invertire l’ordine in cui si impara a conoscere la realtà e la rappresentazione.
Antonio Marziale, presidente dell’Osservatorio sui diritti dei Minori e consulente della Commissione parlamentare per l’infanzia, ha una posizione più sfumata: «Non sono contrario a Baby Tv, ma è fondamentale che i contenuti siano minuziosamente controllati da esperti prima della messa in onda».

Come replica la Fox? Sherin Salvetti di Fox Channels Italy assicura che «l’obiettivo di BabyTV non è quello diventare una baby sitter ma quello di offrire un nuovo spunto di interazione tra genitori e figli».


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