Non profit
I 45 giorni che hanno inguaiato Zopa
Perché Bankitalia ha bloccato la società
di Redazione

Lo scorso 13 luglio la Banca d’Italia ha cancellato la società Zopa Italia, con effetto immediato, dall’elenco generale dei soggetti operanti nel settore finanziario previsto dall’art.106 del Tub (Testo unico bancario) e sembra che stia indagando su tutte le altre piattaforme presenti sul mercato. Zopa, società che ha portato anche in Italia il “sociale lending”, contava 40mila utenti registrati e in quasi due anni ha “smistato” prestiti per 7,2 milioni di euro da persona a persona, a 4mila utenti di cui il 7% lavoratori atipici e il 4% lavoratori part time.
Zopa avrebbe effettuato raccolta di pubblico risparmio e non semplice intermediazione di pagamenti a causa della giacenza sul Conto Prestatori Zopa del denaro in attesa di uscire in prestito. In concreto, dalle ispezioni di Bankitalia emerge che Zopa non si poneva come semplice intermediario trasferendo fondi da privato a privato ma compiva una vera e propria raccolta di risparmio, dal momento che i soldi dei clienti transitavano su due conti correnti bancari a lei intestati (diventava dunque proprietaria del denaro) prima di essere girati ai richiedenti (nel complesso sul conto era depositato circa un milione di euro e il tempo di collocamento di ciascun prestito era di circa 45 giorni).
Boober.it, l’altra piattaforma di prestiti da persona a persona (p2p), che fa capo alla finanziaria Centax, ha un funzionamento diverso: i prestatori possono scegliere non solo che rischio correre, e quindi che tasso di interesse cercare, ma possono conoscere, e anche chattare, direttamente con la persona cui prestano il denaro. Tecnicamente, ci spiegano dall’interno dell’azienda, quando si decide di prestare attraverso Boober non è necessario compiere alcun bonifico. All’inizio la somma che si presta è solo virtuale e solo nel momento in cui la persona cui hai deciso di prestare del denaro ottiene tutta la somma che ha richiesto Boober ritira i soldi da chi li offre e li deposita direttamente sul conto di chi li richiede, senza depositarli su un conto terzo. Per questo a Boober si sentono tranquilli, solidarizzano con Zopa, ma non credono un contesto istituzionale ostile al social lending.
Questa sembra anche la posizione di Maurizio Sella, amministratore delegato di Zopa, che sembra piuttosto conciliante pur mostrandosi stupefatto del provvedimento «estremamente grave e arrivato come un fulmine a ciel sereno». In realtà non è stato così: l’attività dell’operatore era sotto la lente di Banca d’Italia dall’autunno scorso, e il procedimento di cancellazione era partito il 4 febbraio. Ma le soluzioni proposte da Zopa per risolvere il problema non sarebbero state portate avanti con l’urgenza necessaria. In ogni caso la situazione potrebbe risolversi in maniera molto positiva: l’intervento e l’opera di vigilanza e controllo della Banca d’Italia potranno regalare al settore autorevolezza risultando ulteriore garanzia per chi deciderà di investire i risparmi su queste o nuove piattaforme, dando ragione agli studi di alcune aziende di consulenze in IT che pronosticano che entro il 2013 il 10% dei prestiti tra privati passerà attraverso il social lending.
Si può usare la Carta docente per abbonarsi a VITA?
Certo che sì! Basta emettere un buono sulla piattaforma del ministero del valore dell’abbonamento che si intende acquistare (1 anno carta + digital a 80€ o 1 anno digital a 60€) e inviarci il codice del buono a abbonamenti@vita.it