Cultura

India, Ungheria e altri mondi liquidi

Tre percorsi. E sette proposte

di Redazione

PRIMO PERCORSO. Spiriti liberi dell’Est Europa.
Imre Kertész è stato premio Nobel per la Letteratura. Gli è toccato di sperimentare sulla sua pelle i due grandi totalitarismi del XX secolo: il nazismo con Auschwitz e l’Ungheria comunista. Dal 1964 ha tenuto un diario straordinario che è non solo il suo diario interiore ma anche una cronaca della furia umana (Diario dalla prigione, Bombiani, 18 euro, 294 pagine). Lo si può leggere insieme alle memorie di un altro grande ungherese, François Fejto, forse il più grande conoscitore della storia dell’Est europeo. Spirito libero, antideologico, le sue memorie sono caustiche ma anche piene di rionia. Un libro di storia, fatto attraverso mille storie (Ricordi. Da Budapest a Parigi, Sellerio, 20 euro, 434 pagine).
SECONDO PERCORSO. L’India senza stereotipi
Un proverbio indiano recita: «Qualunque cosa tu dica dell’India, è sempre vero anche il suo contrario». È la premessa con cui Mariella Gramaglia avverte i lettori che si avventurano in un libro destinato a demolire molti cliché. L’autrice è rimasta in India un anno, ha incontrato il continente nascosto, quello immobile che non fa tendenza (Indiana. Nel cuore della democrazia più complicata del mondo, Donzelli, 16 euro, 216 pagine). Si può leggere questo libro insieme a quello di Giuliano Boccali, che invece attacca gli stereotipi svelando un continente intrecciato in modo indissolubile con il proprio passato millenario. Un libro che ti tiene in sospeso nel racconto di una realtà fantasmagorica. Ma reale (Suggestioni indiane, Laterza, 15 euro, 189 pagine).
TERZO PERCORSO. A tutto Baumann
Tre libri agili del pensatore più condiviso di questo nuovo millennio. In Paura Liquida (Laterza, 8,50 euro, 233 pagine) risponde a questa domanda: perché noi uomini e donne che viviamo al sicuro come mai nessuno nella storia dell’umanità, siamo in stato di allarme costante? La risposta la si trova in L’arte della vita (Laterza, 15 euro, 178 pagine): solo la capacità di dare luogo a “nuovi inizi” vince la paura. Il terzo libro Vite di corsa. Come salvarsi dalla tirannia dell’effimero (Il Mulino, 10 euro, 102 pagine) dichiara tutto nel titolo. Baumann ovviamente non dà ricette. Per questo è interessante leggerlo.

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