Dare la qualità del privato ma a costi più contenuti, con in più il valore aggiunto di un servizio che metta la persona al centro: ecco come il non profit può colmare un buco a cui oggi non risponde né la sanità pubblica né quella privata.
L’integrazione socio-sanitaria-assistenziale deve essere il cardine del nuovo modello di sanità territoriale. Detto in altri termini, il poliambulatorio deve essere un luogo di comunità.
Il welfare non può che essere universalista e approcciare il socio-sanitario nel suo complesso, a 360 gradi. Per questo la cooperazione sociale più innovativa sta affiancando al socio- assistenziale anche il sanitario.
La sfida per il non profit è riuscire a tradurre in funzioni organizzative i suoi aspetti valoriali, a cominciare dal “fare comunità”. Perché la comunità è già terapeutica, ma è difficile tradurla in un obiettivo di impresa.
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