Non profit

Il sistema sanitario

di Redazione

L’accesso ai servizi sanitari
Il 65% delle famiglie italiane è troppo ricco per accedere gratuitamente alle prestazioni del Ssn e troppo povero per rivolgersi sistematicamente al privato. Le famiglie italiane pagano di tasca propria il 50% delle visite specialistiche.

Dare la qualità del privato ma a costi più contenuti, con in più il valore aggiunto di un servizio che metta la persona al centro: ecco come il non profit può colmare un buco a cui oggi non risponde né la sanità pubblica né quella privata.
Il pronto soccorso
I cittadini sempre più spesso fanno un uso improprio dei servizi sanitari, in particolare dei Pronto soccorso, mostrando il bisogno di un luogo aperto H24, dove trovare innanzitutto ascolto.

L’integrazione socio-sanitaria-assistenziale deve essere il cardine del nuovo modello di sanità territoriale. Detto in altri termini, il poliambulatorio deve essere un luogo di comunità.

Le categorie fragili
Nella società odierna è sempre più difficile segmentare i “soggetti vulnerabili” o “a rischio”: basti pensare ai separati, nessuno li avrebbe mai definiti come categoria fragile, invece lo sono diventati.

Il welfare non può che essere universalista e approcciare il socio-sanitario nel suo complesso, a 360 gradi. Per questo la cooperazione sociale più innovativa sta affiancando al socio- assistenziale anche il sanitario.
Il rapporto medico/paziente
Il non profit è storicamente più attrezzato a lavorare nei contesti ad alta asimmetria informativa (come è rapporto medico/paziente) e governati da contratti incompleti (il “massimo impegno” non può essere garantito per contratto).

La sfida per il non profit è riuscire a tradurre in funzioni organizzative i suoi aspetti valoriali, a cominciare dal “fare comunità”. Perché la comunità è già terapeutica, ma è difficile tradurla in un obiettivo di impresa.

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