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WELFARE. Stretta nell’emendamento salva-badanti

Minimo di reddito e certificato della Asl. Si complica la nascita di una misura-tampone

di Sara De Carli

Una stretta nell’emendamento per l’assunzione della badanti che probabilmente il Governo presenterà oggi nel Consiglio dei Ministri. Secondo IL SOLE 24 ORE due novità sono state aggiunte ieri nel testo, dopo che è emerso quanto sarebbe stato facile aggirare il sistema e far virare la misura in una sanatoria camuffata. Sempre IL SOLE, infatti, riportava ieri una storia che illustrava il semplicissimo meccanismo per aggirare la nuova norma sulle bandanti: basta trovare un italiano “amico” che si autodenunci come datore di lavoro in nero e dichiari che l’ipotetico “tunisino Said, irregolare, muratore in nero”, è il suo badante da prima dell’aprile 2009. L’immigrato paga tutti i contributi e – dice IL SOLE – è disposto anche a fare “un bel regalo” all’italiano compiacente.
Il Governo è corso ai ripari. Per assumere una badante/colf quindi ci vorrà una soglia minima di reddito del datore di lavoro e un certificato della Asl che attesta la necessità di una badante o di due (numero massimo). Anche se il provvedimento parla di colf e badanti, e quindi non si capisce come l’Asl possa certificare la necessità di una colf nè è davvero necessario avere una invalidità certificabile dall’Asl per aver bisogno di un aiuto e di una compagnia in casa.
Il SOLE sottolinea che la misura ad hoc lascia fuori altre categorie di lavoratori, pure in attesa dell’ok ai decreti flussi 2007 e 2008: «la tesi che questa regolarizzazione sia anticostituzionale comincia a farsi sempre più forte».


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