Non profit
«Pensavo fosse un summit, invece era una festa»
Si chiude il diario di bordo di Stefania Donaera, di ActionAid: «Tanti divi sul palcoscenico, tra pacche sulle spalle. E sguardi indiscreti...»
di Redazione

L’AQUILA – A sentire il Presidente Berlusconi, questo vertice si è svolto in un clima estremamente amichevole. I leader sono d’accordo su tutto, si chiamano per nome tra loro e si danno continuamente virili ma bonarie pacche sulle spalle. Più che al summit più importante dell’anno sembra di stare al terzo tempo di una partita di rugby… E non c’è nessuno che si meriti il cucchiaio di legno!
Tutti soddisfatti dei 20 miliardi di dollari da erogare in 3 anni per combattere la povertà? Non proprio. Bisogna capire se si tratta di soldi “nuovi”, chi se ne farà carico e come e dove destinare questi fondi. Ma non c’è tempo per questi “dettagli” nella conferenza finale.
E più importante sottolineare la sfida vinta nello spostare il vertice dalla Maddalena all’Aquila, i complimenti ricevuti da tutti i leader per la brillante organizzazione, in così breve tempo e in condizioni così difficili. E c’è un messaggio di ulteriore speranza anche ai manifestanti che oggi hanno sfilato con in testa le associazioni aquilane sfoggiando uno striscione con la scritta “Voi G8 siete il terremoto, noi tutti aquilani”. Il presidente si trasferirà ad agosto proprio all’Aquila per seguire personalmente i lavori di ricostruzione.
Insomma, le uniche notizie poco edificanti di questi 3 giorni sono quelle foto di Sarkozy e Berlusconi che ammirano il lato B di una hostess che si inchina a raccogliere un foglio di carta e di Obama che contempla il derrière di una delegata brasiliana.
Questo sussulto ormonale, non ha travolto solo i nostri rappresentanti più illustri ma ha serpeggiato lungamente anche in sala stampa. Il vertice, più che una sfilata di capi di stato, è sembrato a tratti il red carpet di un evento mondano.
Il divo più ammirato è stato ovviamente lui, Barack Obama, che ha fatto sospirare le giornaliste e le attiviste delle ONG a ogni passaggio nei televisori sparsi in sala stampa che riprendevano i momenti pubblici del vertice. Perfino George Clooney, apparso ieri pomeriggio tra le rovine dell’Aquila, ha retto a fatica il confronto col presidente “abbronzato”. Gli uomini invece aspettavano al varco le immagini dell’algida Carlà, che alla fine è arrivata per davvero stamattina, proprio all’ultimo, come una vera diva, mentre nugoli di fotografi e curiosi si assiepavano alle transenne della zona rossa, per poterla vedere anche solo per un attimo.
Mentre il corteo dei movimenti anti g8 sfila dalla stazione di Paganica verso il centro dell’Aquila, proprio al confine con la zona rossa, gli uomini più potenti del mondo ripartono verso nuove avventure e altri palcoscenici. L’appuntamento per loro e per tutta la compagnia di giro di delegati, giornalisti, attivisti, è a Copenhagen, per la COP 15, la Conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico, che dal 7 al 18 dicembre darà una nuova occasione di incontro a questa variegata tribù.
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