Sostenibilità

G8. Clima: WWF, ancora molta strada da fare

Alcuni passi avanti, ma mancano impegni concreti

di Redazione

Permangono profonde divisioni e mancanza di fiducia tra nazioni ricche e quelle povere: è questo il tratto comune degli incontri del G8 e del Forum delle Maggiori Economie (MEF). Certo, qualche progresso è stato fatto, ma i leader delle nazioni industrializzate non hanno ancora fatto il passo sostanziale, quello che avrebbe e deve fare la differenza: stabilire con chiarezza l’ obiettivo di riduzione delle emissioni a medio termine (2020), assieme a seri, inequivocabili impegni finanziari. E’ il commento del WWF dal summit de L’Aquila.
 
Il G8 e il MEF hanno tuttavia registrato alcuni sviluppi positivi ed avanzamenti positivi, non ultimo la condivisione dell’obiettivo globale comune di mantenere l’aumento della temperatura media terrestre al di sotto dei 2°C, ritenuto il minimo indispensabile per evitare i peggiori impatti del riscaldamento globale.
 
“Fatta finalmente chiarezza su alcuni punti fondamentali, una sostanziale questione che rimane insoluta  è quella dei soldi – ha detto Stefano Leoni, presidente del WWF Italia, presente a L’Aquila – I paesi ricchi dicono alle nazioni povere: ‘poveri voi’, siamo preoccupati,  ma non si impegnano a dare o perlomeno a quantificare il loro sostegno concreto. Il tempo delle dichiarazioni rassicuranti da parte delle nazioni industrializzate è finito, bisogna cambiare marcia e imboccare senza esitazioni la strada della solidarietà, dell’equità, della sincera empatia, di una convinta leadership e di concreti impegni finanziari. Il fatto che il MEF non abbia dichiarato esplicitamente l’intenzione di dimezzare le emissioni di gas serra entro il 2050 è il segno di un “attendismo” e di una mancanza di fiducia reciproca tra i Paesi industrializzati e i Paesi emergenti che non può più essere accettata.”
 
Durante l’incontro delle maggiori economie (MEF), che ha riunito i Paesi responsabili per circa l’80% delle emissioni globali, alcune nazioni industrializzate hanno accusato le economie emergenti di non aver fatto progressi sufficienti. “Basta con lo scarica-barile. Per raggiungere un compromesso le nazioni industrializzate devono essere le prime a prendere impegni responsabili e credibili” – ha aggiunto Leoni.
 
Il WWF ha accolto favorevolmente le dichiarazioni del MEF sul limite dei 2°C all’aumento delle temperature globali e sul raddoppio dei fondi pubblici per la ricerca sulle tecnologie verdi. Questo dimostra che c’è ancora della buona volontà oltre che una possibilità di accordo a Copenhagen.
 
“Ci sono dei segnali positivi che se portati avanti potrebbero trasformarsi in un accordo. Siamo convinti che un accordo a Copenhagen sia possibile, ci sono tutti gli elementi per ottenerlo, ma a condizione che vi sia una decisa volontà politica per raggiungerlo.” Ha concluso Leoni.


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