Non profit

G8. Su noi africani c’è troppa retorica

L'opinione sul documento che riguarda l'Africa di Thomas Dave, rappresentate della campagna del millennio Onu

di Emanuela Citterio

«La dichiarazione su Africa e sviluppo è un insieme di enunciazioni e assicurazioni ma senza nessun piano d’azione». Thomas Deve, originario dello Zimbabwe e con un passato da giornalista in diverse testate del suo Paese, è l’analista politico dell’ufficio africano della Campagna del Millennio delle Nazioni Unite, che ha sede a Nairobi in Kenya.

Per conto della campagna, che ha il compito di richiamare ai Paesi più ricchi l’impegno di raggiungere gli otto obettivi del millennio, Dave analizza i documenti politici redatti dai diversi attori della società africana (forze politiche, ong, associazioni) ed elabora documenti che esprimono la posizione dell’Africa a livello internazionale circa gli obiettivi del millennio.

Dall’Aquila sta seguendo quello che accade al G8 e ieri ha analizzato la dichiarazione finale su “Sviluppo e Africa: per una globalizzazione sostenibile e inclusiva”, nella quale gli Otto si impegnano a mitigare l’impatto della crisi economica mondiale sui Paesi poveri e a “rinnovare tutti gli impegni verso i Paesi poveri, in particolare verso l’Africa” e gli sforzi per il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo Onu del Millennio entro il 2015.

Dove si trova in questo momento?

Nella Sala Stampa del G8. Gli esponenti della società civile e delle organizzazioni non profit non hanno il permesso di assistere al G8 trattandosi di un vertice tra delegazioni governative, ma ci hanno consentito di stare qui nella sala stampa e possiamo seguire le notizie e quello che sta accadendo insieme ai giornalisti.

Qual è la sua valutazione sul documento che riguarda l’Africa?

Non solo non ci sono cifre, ma l’impressione è che quanto è stato enunciato sia lontano dalla realtà delle persone colpite dalla povertà e dalla crisi alimentare. In conseguenza della crisi ci sono 200 milioni di poveri in più nel mondo e i leaders finora si sono limitati a fare nuove promesse senza indicare una vera strategia per affrontare il problema.

Ci sarà un momento di confronto fra la società civile e gli esponenti delle delegazioni ufficiali del G8?
Non ci risulta per ora che sia previsto un momento di incontro del genere. Si fa lobby nei corridoi.

Lei fa parte di una delegazione non governativa?
Sono il rappresentante dell’Africa di una delegazione della Campagna del millennio delle Nazioni Unite che comprende rappresentanti di diversi Paesi.

Qual è il vostro obiettivo?
Spingere perché i governanti dei Paesi del G8 si assumano degli impegni concreti per raggiungere gli obiettivi di sviluppo del millennio e in particolare sconfiggere la povertà e la fame. Di fronte alla crisi economica chiediamo che i Paesi che hanno sottoscritto questo impegno non rinuncino a proseguire su questa strada.

Qual, dal suo punto di vista, il tema chiave di questo G8?
La sicurezza alimentare. Bisognerebbe parlare anche dei sussidi stanziati dall’Unione europea e dagli Usa che stanno danneggiando gli agricoltori in Africa. Metà della popolazione in Africa vive nelle aree rurali e vive di agricoltura, questo quindi è un grande problema per noi. Ma sono questioni spinose che non verranno toccate.

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