Cultura
Musica e solidariet
Una band di giovani musicisti scrive: associazioni svegliatevi
di Redazione
G entile redazione, chi vi scrive è un gruppo di giovani. Siamo sei persone con un età anagrafica che spazia dai diciasette e i trent’anni. Abbiamo deciso di scrivervi dopo avervi letto per un paio di settimane e poiché non ci sembrate schierati né con gli uni né con gli altri, ma piuttosto dalla parte della verità, vogliamo parlarvi di noi, sperando di incontrare la curiosità vostra e dei vostri lettori. Da circa dodici anni manteniamo attivo un piccolo complesso musicale dal nome «Nuova civiltà», a dire il vero è più simile ad un’associazione di volontariato che non a una band vera e propria. Questo non per un demerito tecnico-musicale, anzi, ma in virtù di scelte sociali e umanitarie alle quali facciamo riferimento quando suoniamo. Per noi suonare vuol dire stare insieme, divertirsi, fare solidarietà, condividere le gioie, le paure, le delusioni e la quotidianità di chi ci ascolta. Sulla base di queste scelte ci muoviamo andando nei posti considerati marginali in questa società: centri di accoglienza, comunità di recupero per giovani, carceri, ecc. Ora, però, nonostante la buona volontà non ci mancano i problemi. Le associazioni di volontariato sono spesso diffidenti; pur avendo deciso di non guadagnarci niente un minimo di spese sono sempre da prevedere (viaggi, affitto impianti, ecc) e molti storcono il naso; insomma, ci scontriamo con i problemi che spesso travolgono i piccoli gruppi musicali che pur volendo uscire da un giro psuedo parrocchiale trovano fuori un deserto di luoghi, di risorse e di interesse. Per questo ci chiediamo perché in questo Paese solo alla grande musica è permesso fare solidarietà. Non credete che essere volontari, fare solidarietà, muovere le coscienze sia possibile anche con cose piccole, semplici, un pò diverse, magari senza svenarsi o svendersi per avere le star? Se abbiamo acceso un pò di interesse fatevi vivi o scrivendoci: Nuova Civiltà, via Cattaneo 22 – Scandiano (RE) o telefonandoci allo 0522/854504
Massimo Ambrogi
Risponde la redazione: Caro Massimo e compagni, innazitutto grazie per il bel complimento che ci fate. Speriamo che la vostra lettera susciti nei lettori lo stesso interesse che ha suscitato in noi. Il problema che ponete è molto giusto e molto pertinente. Mi raccomando però miglioratevi sempre anche come band per dare ancor di più a chi incontrate.
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.