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Comuni: i compiti degli obiettori
I criteri per poter gestire,da parte della pubblica amministrazione,gli obiettori di coscienza
di Redazione
<b>Camera: criteri e tempi di assegnazione degli obiettori di coscienza e gestione del servizio svolto nei Comuni. Sulla questione è intervenuto il 24 settembre il sottosegretario alla Difesa Giovanni Rivera rispondendo all?interpellanza (2-01386) presentata da Francesca Chiavacci dell?Ulivo insieme con altri 35 deputati della maggioranza.</b>
Gli obiettori di coscienza impiegati nei Comuni non possono e non devono sostituire il lavoro dei dipendenti delle amministrazioni. Questo significa che l?attività svolta dagli obiettori deve essere di sostegno e non indispensabile. La temporanea mancanza di obiettori in alcuni Comuni non può quindi giustificare il cattivo funzionamento dei servizi svolti dalle amministrazioni, né l?impiego dei ragazzi in attività d?ufficio. L?assegnazione degli obiettori è inoltre influenzata da variabili imprevedibili che non permettono al ministero della Difesa un?equa distribuzione delle unità disponibili. È quanto ha affermato il sottosegretario alla Difesa Giovanni Rivera il 24 settembre rispondendo all?interpellanza che Francesca Chiavacci dell?Ulivo ha presentato insieme con altri 35 deputati della maggioranza alla Camera. La deputata si era rivolta al ministro della Difesa, Beniamino Andreatta, per chiedere chiarimenti in merito all?attuale procedura adottata nelle destinazioni degli obiettori. Procedura che risulterebbe priva di un senso logico e che creerebbe continui disagi sia per i giovani che svolgono il servizio, sia per le numerose amministrazioni comunali che fanno affidamento sui ragazzi per portare avanti svariati progetti di assistenza. Ma che non possono mai contare sull?assegnazione costante di nuove leve, nonostante la presentazione di domande di obiezione sia in continua crescita.
Altrettanto preoccupante appare la questione relativa ai tempi per l?assegnazione. Il sottosegretario Rivera ha dichiarato che l?amministrazione della Difesa si sta adoperando per ridurre i tempi per l?entrata in servizio, che attualmente corrispondono a circa quindici mesi dalla presentazione della domanda. L?abbreviazione non può avvenire immediatamente, in quanto, con una riduzione dei tempi di avvicendamento tra gli obiettori in servizio, gli attuali 53 mila posti disponibili risulterebbero insufficienti a impiegare tutti i giovani che presentano domanda.
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