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Clandestini, uomini senza diritti
La clandestinità è reato. Approvate ieri dal Senato le misure per la sicurezza. Grande spazio sui quotidiani di oggi
di Redazione

La soddisfazione della maggioranza, le proteste delle opposizioni. Le critiche della Chiesa e della società civile. Diventato legge, il Pacchetto sicurezza unifica i titoli dei giornali, ma divide il Paese.
- La rassegna si occupa inoltre di:
- VIAREGGIO
- AFGHANISTAN
- OBAMA
- TERREMOTO
- USA
- MICROCREDITO
Titolo asciutto per il CORRIERE DELLA SERA: “La clandestinità ora è reato”. Sintesi in prima pagina: «Via libera del Senato al decreto sicurezza che diventa legge. Introdotti dalla nuova normativa il reato di immigrazione clandestina e la possibilità di organizzare ronde». All’interno servizi a pag. 2 e 3. “Immigrati, ronde e mafia. Il pacchetto sicurezza è legge” è l’apertura di pag2. Nella stessa pagina il CORRIERE offre anche un pezzo di faq sulle ronde: «Come vengono costituite? Il primo passo consiste nel dar vita a un’associazione; Chi può entrare nelle squadre? I cittadini incensurati che dovranno iscriversi in un registro in prefettura, mentre l’ok definitivo verrà dal comitato provinciale per la sicurezza. Saranno privilegiate guardie giurate ed ex appartenenti alle forze dell’ordine». Alle critiche del Vaticano (“Marchetto: porterà dolore”) si contrappone la difesa del vicepresidente vicario dei senatori Pdl Gaetano “Quagliarello: sbaglia. La carità non è lavarsi la coscienza”: «La dichiarazione di Marchetto non stupisce. Ma non è una posizione ufficiale del Vaticano e altre volte è stata corretta».
Un affondo sulle reazioni di diversi esponenti dei principali credi religiosi lo fa LA STAMPA. Il presidente del Pontificio consiglio della pastorale per i migranti, monsignor Antonio Maria Veglio, ha infatti scritto in un comunicato che «i migranti hanno il diritto di bussare alle nostre porte. Basta demonizzare e criminalizzare il forestiero. L’arrivo dei migranti non è certo un pericolo. Sbagliato trincerarsi dentro le proprie mura». Gli ha fatto eco il segretario del Consiglio, monsignor Agostino Marchetto: la nuova legge porterà «molti dolori e difficoltà agli immigrati». Critiche anche dagli esponenti dei protestanti storici italiani. L’approvazione del pacchetto «suscita profondo dispiacere» – ha scritto il presidente della Federazione delle chiese evangeliche italiane (Fcei) Domenico Maselli – «soprattutto per le conseguenze che l’istituzione del reato di immigrazione clandestina produrrà per il nostro paese. Questa legge cambia definitivamente i rapporti tra gli immigrati irregolari e il paese dove avevano cercato accoglienza. La condizione folle del ‘Fu Mattia Pascal’ diventerà effettiva per bambini perfettamente innocenti, che si troveranno senza alcuna garanzia, come se fossero inesistenti».
Raccogliendo le reazioni delle associazioni, La STAMPA scrive che la madre di tutte le sciagure sarebbe l’introduzione del reato di clandestinità, «misura inedita in Europa» secondo il gruppo EveryOne che si occupa di diritti umani. L’immigrato irregolare non rischia più il carcere, dice il nuovo provvedimento, ma «solo» una ammenda da 5 a 10 mila euro e l’espulsione. «La sanzione, tuttavia» – spiega Andrea Olivero, portavoce del forum del Terzo Settore – «dovrà essere comminata da un giudice e, per quanto semplificati, ci dovranno essere almeno un milione di processi, perché tanti sono i clandestini». Senza dire che l’espulsione del clandestino è una sorta di chimera, più agognata che praticata, «espellere un irregolare è difficilissimo e costoso» – dice ancora Olivero – «perché la persona interessata spesso non ha identità certa e altrettanto di frequente il paese di provenienza non è disposto a riprenderselo». E poi c’è una questioncina da nulla: l’italiano che ospita o dà in affitto una casa a degli irregolari, rischia fino a tre anni di carcere. «Questa è la condizione di mezzo milione di famiglie italiane», aggiunge Olivero, «che ospitano altrettante badanti clandestine, aspettiamoci una retata a carico di anziane signore non autosufficienti ».
Anche LA REPUBBLICA apre sul pacchetto sicurezza (“La clandestinità diventa reato”). Mette in rilievo la “gara” nella maggioranza ad accaparrarsene i meriti: “Ronde e clandestini, sì alla legge. Berlusconi esulta: l’ho voluta io”: il premier ne rivendica la paternità; la Lega ne ribadisce la primogenitura («Sono molto soddisfatto per l’approvazione del ddl sicurezza che completa un anno di lavoro», dice Maroni). L’opposizione è molto critica. Al di là dei partiti, la società civile: «non è sicurezza ma crudeltà» spiega Don Ciotti; «provvedimento propagandistico» dice l’Unione delle camere penali. Fra i critici anche i sindacati dei funzionari di polizia. Molti intellettuali – da Camilleri a Fo – hanno firmato l’appello di Micromega.net «contro il ritorno delle leggi razziali in Europa». In appoggio una scheda su cosa cambia e un pezzo di Orazio La Rocca sulla posizione della Chiesa: “Il Vaticano boccia il giro di vite «Norme che porteranno molto dolore»”. “Ora l’Italia è più cattiva” commenta Adriano Sofri: «Da ieri siamo tutti più insicuri, più ipocriti e più cattivi. Più insicuri e ipocriti perché viviamo di rendita sulla fatica umile e spesso umiliata degli altri. Infermieri e domestiche e badanti… e lavoratori primatisti di morti bianche, e li chiamiamo delinquenti e li additiamo alla paura».
Un tintinnio di manette non basterà a fermare la storia. Questo il giudizio di IL SOLE 24 ORE, affidato al suo editoriale. IL SOLE (che pubblica il testo della legge) apre in prima con “La clandestinità diventa reato”: un giudizio abbastanza negativo della nuova legge, pur sottolineando le positive misure che tutelano la libertà delle imprese contro la malavita organizzata: «senza nuove leve si fermano tutte le aziende, il turismo, la vita familiare e si inceppa la leva delle pensioni. L’emigrazione è una ricchezza, non una piaga, e va governata con lungimiranza, senza strappi di propaganda che oggi assicurano un applauso e domani richiederanno altre sanatorie». La vera questione è «garantire un flusso regolare di immigrati, senza illudersi che un tintinnio di manette basti a fermare la storia». Stefano Folli, a pagina 7, fa il punto politico: nell’iter politico scontato di questa legge e delle sue reazioni, una dato non scontato è il clamoroso successo della Lega, «vera anima del Governo». Il dato che emerge è che «a Bossi fa comodo un presidente del Consiglio moderatamente indebolito», ma ci tiene «che gli italiani sappiano che è lui a stringere il bandolo della matassa».
Fuori dal coro, ovviamente, IL GIORNALE che mette in copertina la notizia del pacchetto sicurezza e le dedica 4 pagine. È il sottosegretario agli Interni, Alfredo Mantovano, che spiega la norma. Sul reato di clandestinità Mantovano afferma: «Era un passaggio obbligato. La direttiva rimpatri dell’Unione Europea stabilisce che l’espulsione con riaccompagnamento è possibile solo sul presupposto di una condanna per un reato. Quindi un clandestino anche se identificato, in assenza di reato, non poteva essere rimpatriato. Avremmo dovuto consegnare il foglio di via che è inutile perché il clandestino da solo non se ne andrà mai». La legge diventa più severa per quanto riguarda i reati di mafia. «Abbiamo introdotto misure che fanno di questo provvedimento qualcosa di equivalente a quelle del 1992 dopo le stragi di mafia. Si punta a colpire la collusione fra mafia e economia fra mafia e territorio. Per il mafioso l’arresto è un incidente di percorso, ma prendergli la villa all’interno del paese simbolo del suo potere e della sua arroganza e destinarla ad una stazione dei carabinieri o a una scuola materna è un segnale di riappropriazione del territorio da parte dello Stato». Anche per il prefetto di Milano, Gian Valerio Lombardi, «sarà più facile tutelare la popolazione». IL GIORNALE riferisce la posizione del Pontificio consiglio dei migranti e della Cei («che ribadisce l’appello all’accoglienza nel necessario rispetto alla legalità»), ma in qualche modo “risponde” con una intervista a Vittorio Messori, secondo il quale «la Chiesa deve essere amica della verità e contro la demagogia. Non si deve confondere quanto dice un prelato con la Chiesa tutta»; «Interi popoli in migrazione: impossibile accogliere tutti. Lo Stato deve prima di tutto pensare alla vita dei propri cittadini».
“Diventa legge il pacchetto sicurezza. Polemiche su ronde e clandestinità” è lo strillo in prima di AVVENIRE. Poi ripreso a pag. 11. Alla soddisfazione dei leghisti hanno fatto da contraltare i cartelli issati dai senatori dell’Idv con: “I veri clandestini siete voi” e “Governo: clandestino del diritto”. La maggioranza esulta e sottolinea le norme che «consentiranno una più efficace lotta alla mafia». Ma il Pd boccia la legge: «le misure del governo accresceranno l’insicurezza: nessuna risorsa in più è destinata alle forze di polizia», dice Dario Franceschini, «e il reato di clandestinità rischia di ingolfare il lavoro dei magistrati e di riempire le carceri senza essere un concreto intralcio alla criminalità». L’accusa più pesante è quella di «gettare sull’Italia l’ombra della xenofobia». Simili le osservazioni del segretario dell’Udc, Lorenzo Cesa. Molti no anche dall’associazionismo: per Oliviero Foti della Caritas, è «chiaro l’intento del governo di raggiungere altri fini, più legati al consenso che alla gestione dell’immigrazione». Parole simili dall’Acli. Franco Miano, presidente di Azione Cattolica, è «preoccupato per le conseguenze culturali». Lucio Babolin, presidente del Cnca, afferma che «gli immigrati ora dovranno aver paura anche di rivolgersi ai servizi sociali». Per la Focsiv «sono stati ignorati i trattati internazionali». Insorgono i medici cattolici: «Se un nostro collega dovesse incorrere in sanzioni penali lo sosterremo, fino ad arrivare all’autodenuncia». Infine, per l’Anm si tratta di «norme dannose, ingiuste e senza alcun effetto positivo per la sicurezza dei cittadini», per i penalisti «è un’involuzione autoritaria del sistema».
IL MANIFESTO non apre sulla sicurezza. Alla legge però è dedicata la vignetta di Vauro (“La clandestinità è reato, finalmente siamo razzisti a norma di legge”) e l’editoriale di Domenico Gallo, “Il colle non firmi”. Misure «che attentano all’intima dignità inerente a ciascun membro della famiglia umana e sono destinate a fare terra bruciata intorno ad una popolazione di centinaia di migliaia di persone, aprendo una sconcertante caccia all’uomo. Queste misure persecutorie, per la loro gravità, superano persino quelle introdotte con le leggi razziali. Infatti le leggi razziali non sottraevano alle madri ebree i figli dalle stesse generate. L’Italia del 1938, sebbene piegata dalla dittatura fascista, non avrebbe mai potuto accettare un insulto così grave all’etica della famiglia, quale la scissione del suo nucleo fondamentale. Ed invece questo è proprio quello che succederà, attraverso il divieto imposto alla madri immigrate irregolari di fare dichiarazioni di stato civile. Non potendo essere riconosciuti, i figli saranno sottratti alle madri che li hanno generati e confiscati dallo Stato che li darà in adozione. Questa norma si pone al vertice delle misure discriminatorie del pacchetto sicurezza ed ha un grande valore simbolico, in quanto si tratta di una norma “ontologicamente ingiusta”, che incarna un diritto completamente svincolato dalla giustizia… Per questo, Presidente Napolitano, ti chiediamo di non firmare, di non promulgare questa legge. Risparmia al nostro paese il disonore di aver reintrodotto in Europa le leggi razziali e tradito il sacrificio della resistenza».A pag. 3 intervista a Felice Casson, ex magistrato, deputato Pd: «I clandestini sono più di 700mila tra l’altro tutte persone che lavorano come badanti, colf, lavoratori in nero. Questo vuol dire che ci saranno centinaia di migliaia di persone che quando la legge entrerà in vigore rischieranno di finire sotto processo».
Anche ITALIA OGGI si occupa della nuova legge, in modo ironico. “In bici, ma senza patente” è il titolo d’apertura seguito da un editoriale di Marino Longoni: in una delle disposizioni accessorie della legge è previsto che «chi guiderà la bicicletta ubriaco verrà sanzionato come se stesse guidando una Ferrari. E tra le sanzioni accessorie si applicherà anche la decurtazione dei punti patente. Se il ciclista ha la patente. Se no amen. Niente sanzione accessoria». Una norma assurda, commenta Longoni, che punisce severamente chi è in possesso di patente mentre non cambia nulla per chi di patente è sprovvisto. All’interno del giornale sono elencate le novità stradali in arrivo che, oltre alla patente a punti per bici e motocicli prevedono un addizionale serale e notturna delle multe, l’aumento di elementi ostativi al rilascio della patente e un giro di vite contro i falsi assicurativi.
Inoltre sui giornali di oggi:
VIAREGGIO
LA STAMPA – «Ci sentiamo di escludere che la tragedia sia stata provocata da un atto terroristico», ha detto ieri il procuratore di Lucca, Aldo Cicala. In realtà la pista sembra una sola: il cedimento strutturale dell’asse anteriore del primo vagone. Una parziale conferma è sembrata arrivare ieri pomeriggio dal professor Paolo Toni, uno dei maggiori esperti di tecnologia dei trasporti, il super perito scelto dalla Procura per compiere gli accertamenti. Sono emersi, come qualcuno sosteneva, danni a rotaie, scambi o cedimenti della massicciata? Toni: «No, nulla di tutto questo, almeno finora. Di sicuro il vagone deragliando ha danneggiato per decine di metri le traversine di cemento della linea», ha spiegato Toni guardando i binari e il paesaggio ancora spettrale intorno alla stazione: a sinistra ecco via Ponchielli, che gli inquirenti hanno deciso di sequestrare.
AFGHANISTAN
LA STAMPA – Da Kabul Francesco Semprini racconta l’offensiva dei marines: «Si tratta della più vasta operazione militare dai tempi del Vietnam: migliaia di soldati americani, appoggiati da blindati ed elicotteri, hanno lanciato un massiccio attacco contro i villaggi ancora nelle mani delle forze talebane nel sud dell’Afghanistan. L’offensiva – la prima di grande rilievo dall’inizio del mandato di Barack Obama – denominata “Khanjar”, che significa “colpo di spada” (Strike of the Sword), è iniziata poco dopo la mezzanotte locale e ha come primo obiettivo quello di “bonificare”, prima delle elezioni presidenziali del 20 agosto, la zona di Helmand, regione di massima produzione mondiale di oppio, dai talebani, che qui hanno resistito per anni agli attacchi delle forza Nato guidate dalla Gran Bretagna».
LA REPUBBLICA – “All’attacco come in Vietnam i marines a caccia di Taliban”. 4000 marines nella regione più difficile del paese ha un valore politico e militare: è una sfida al cuore del movimento talib, scrive Daniele Mastrogiacomo. Obama mette l’elmetto, sintetizza Vittorio Zucconi, vestendo panni che non sono suoi e dando ordini tassativi, conquistare una valle strategicamente importante ma particolarmente difficile: l’Afghanistan ha piegato molti condottieri, da Alessandro Magro a Bush il texano.
OBAMA
AVVENIRE – Lunga intervista al presidente americano. In vista del G8 ma soprattutto dell’incontro con Benedetto XVI, Obama analizza i temi sul tappeto. Raddoppiare gli aiuti alle nazioni povere: «non solo per interventi immediati, ma anche per il futuro. La priorità dell’America al prossimo G8 è indurre gli altri Paesi a fare altrettanto». Sul Medio oriente: «Ciò che gli Stati Uniti possono fare, senza imporre la soluzione, è mettere uno specchio di fronte a entrambe le parti per mostrare loro le conseguenze delle proprie azioni». Alla domanda, se intende ignorare le critiche espresse nei suoi confronti dai vescovi americani: «Non ci sarà mai un momento in cui deciderò di ignorare le critiche dei vescovi cattolici, perché sono il presidente di tutti gli americani e non solo di quelli che, per caso, sono d’accordo con me. Difenderò con forza il diritto dei vescovi di criticarmi, anche con toni appassionati. E sarei felice di ospitarli qui alla Casa Bianca a parlare dei temi che ci uniscono e di quelli che ci dividono, in una serie di tavole rotonde». Sul gruppo di lavoro che ha nominato (composto da movimenti che difendono la vita e da associazioni che sostengono il diritto all’aborto) per trovare posizioni comuni sui temi di bioetica: «Si possono trovare elementi sui quali lavorare insieme. Fra questi, la necessità di aiutare i giovani a prendere decisioni intelligenti in modo che evitino gravidanze non desiderate, l’importanza di rafforzare l’accesso all’adozione come alternativa all’aborto e il dovere di prendersi cura delle donne incinte e di aiutarle a crescere il loro bambini».
TERREMOTO
IL GIORNALE – Domani al via i saldi e dall’Unione del Commercio l’invito a devolvere una quota dell’incasso all’Abruzzo. I fondi andranno ai commercianti delle città colpite dal sisma. Il presidente Renato Borghi spiega: «Obiettivo è quello di riaprire da 100 a 200 negozi».
Il MANIFESTO – Apertura dedicata al terremoto: “La casa delle beffe – Cinque delle venti aree per le new town sono a «rischio idrogeologico». Il governo lo sa ma non lo dice e intanto cerca siti alternativi. Per circa tremila sfollati si profila un inverno sotto le tende. Crolla così il «Progetto case entro sei mesi» più volte annunciato da Berlusconi, ieri di nuovo a L’Aquila per ripetere il copione: «Tutti avranno alloggi nuovi e arredati»”. Il pezzo è firmato dal direttore Gabriele Polo: «Cinque dei venti siti che dovrebbero – secondo gli impegni del governo – ospitare i terremotati abruzzesi a partire dall’autunno, non sono idonei dal punto di vista idrogeologico. Per quasi 2.500 persone “salta” così il tetto promesso “entro sei mesi”… Solo in cinque casi i lavori sono iniziati: a Bazzano – il cantiere “di punta” – si stanno appena predisponendo le piattaforme su cui sorgeranno gli edifici, mentre nella maggioranza degli altri terreni dominano piante ed erbacce. Ai tanti che a L’Aquila si chiedevano il perché di questo stallo ieri è arrivata una prima risposta: almeno cinque di questi siti sono risultati inidonei dal punto di vista idrogeologico. I terreni espropriati a Monticchio, Pianola, Roio Piano, Assergi e Paganica non potranno essere utilizzati, non sono adatti a “sostenere” degli edifici. Tutto (o quasi) da rifare: localizzazione dei terreni, rilievi, espropri…. Ovvio che, stando così le cose, ben pochi degli attuali 60.000 sfollati (tra tendopoli ed esuli sulla costa adriatica) potranno avere un tetto per l’inverno (…) Lo dicono le relazioni tecniche che denunciano la fragilità dei terreni, lo confermano – seppur a mezza bocca – alla Protezione civile».
USA
IL SOLE 24 ORE – In America le cooperative di credito non profit sono pronte a scendere in campo in massa per aiutare le vittime dei subprime. Lester M. Salomon, direttore del Center for civil society studies presso la John Hopkins University ha annunciato che alcuni big del settore si sono incontrati con alcuni leader non profit e hanno sottoscritto una dichiarazione che è stata utilissima a portare il tema all’attenzione del Congresso per un emendamento al Serve American Act che vorrebbe una clausola pe garantire aiuti concreti per migliorare le competenze del settore creditizio non profit.
MICROCREDITO
CORRIERE DELLA SERA – In una breve a pag 6 si dà conto di un accordo fra la Ue e la Bei (Banca europea di investimento) «per fornire microcrediti a piccole imprese e a chi ha perso il posto di lavoro e vuole avviare un’attività in proprio…La dotazione iniziale sarà di 100 milioni di euro», che dovrebbero aumentare a più di 500.
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