Formazione

Vaccinarsi è meglio ma non obbligatorio

Chi la vuole, si appella alla pericolosità di molte malattie infettive. Chi no, accusa i vaccini di essere la causa di altre malattie. A loro la parola

di Federico Cella

L a polemica sulle vaccinazioni ha una storia lunga di trent?anni – cioè da quando la larga diffusione dei vaccini ha mostrato le loro possibili controindicazioni -, puntualmente riesplosa in questi giorni, quando i ministri Bindi e Berlinguer hanno posto la loro firma sulla circolare che consente l?ingresso a scuola anche ai bambini sprovvisti dei certificati delle cosiddette vaccinazioni obbligatorie. Cosiddette, dato che in attesa della riforma della legge sanitaria, la possibilità da parte dei genitori di effettuare un?obiezione di coscienza sulla vaccinazione dei propri figli lascia completa libertà di scelta in merito. In un clima internazionale che lancia messaggi contrastanti – da un lato la Francia (unico Paese occidentale, con Grecia e Italia, in cui vige l?obbligatorietà) che sospende per sospetti effetti collaterali le vaccinazioni contro l?epatite B, e dall?altro la notizia del pericoloso riemergere nei Paesi dell?Est europeo di malattie infettive che ormai debellate o quasi – il confronto nazionale tra ?obbligazionisti? e ?liberalisti? si preannucia truce. Dura è stata la reazione di alcuni ordini professionali alla circolare (motivo per cui il ministro della Sanità ha dovuto garantire una marcia indietro, nel caso la percentuale dei non vaccinati superasse il 5%). Da Torino si è alzato a gran voce il no dei medici pediatri, riuniti per il congresso nazionale della Società italiana pediatria, a cui ha fatto eco l?opposizione degli esperti immunologi della Società italiana igienisti. Ma le vaccinazioni sono pericolose? Le cronache degli ultimi anni sono ricche di casi di bambini che hanno subito gravi conseguenze a causa di una reazione a un vaccino obbligatorio. Tuttavia il calcolo rischi-benefici fatto da molti medici parla chiaro: un bambino su un milione può subire conseguenze, per esempio, da un vaccino anti-polio, mentre, senza vaccino, verrebbe colpito dalla malattia un soggetto su cento. «Quello di vaccinarsi è un dovere sociale, come pagare le tasse», sottolinea la dottoressa Erminia Vitiello dell?associazione Copev per la prevenzione dell?epatite virale (tel. 0229003327). «Non si deve lasciare libertà di scelta in questo campo, perché così si danneggia tutto il Paese. Supponiamo pure che uno, individualmente, voglia fare il suo male; in questo caso non può, perché stiamo parlando di malattie infettive». Ma anche dall?altra parte della barricata sanitaria, la tesi ?liberista? viene sostenuta con chiari ragionamenti. La mortalità per morbillo, pertosse e scarlattina – circa 700 mila decessi l?anno a inizio secolo – è arrivata a zero prima che si usassero i vaccini relativi. Ma il punto, fanno sapere dal Comilva (Coordinamento del movimento italiano per la libertà di vaccinazione), è che le malattie moderne (asma e allergie) sono esplose proprio attorno al ?60, quando cioè si è iniziato a usare massicciamente gli attuali vaccini. «La circolare è solo un primo movimento verso quello che ormai appare chiaro anche al nostro governo: la necessità anche in questo campo di adeguarsi a tutti gli altri Paesi», conferma Walter Pansini, segretario del Comilva (tel. 040393536). «Le cifre che da anni ci propinano a sostegno dell?obbligatorietà sono figlie della sanità in stile Poggiolini. Non è mai stata fatta una ricerca seria in merito. D?altronde, se questo prova fosse già disponibile, sarebbe già stata mostrata, evitando così almeno 15 anni di polemiche». Che, invece, hanno tutta l?aria di voler proseguire. Imposte e consigliate


OBBLIGATORIE          	        FACOLTATIVE 
Antipoliomielite           	        Antirosolia 
Antidifterica e antitetanica       Antimorbillo 
Antitetanica,          	       Antimorbillo
Antidifterica e antipertosse       Antirosolia-parotite
Richiami atidifeterica singola     Antitifo e paratifo 
Antiepatite B          	        Altro


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