Formazione

«Sopravvissuti grazie a formazione e volontariato»

La tenuta dell'Unpli

di Redazione

Non hanno stappato lo spumante, ma alla sede dell’Unpli nessuno nasconde una certa soddisfazione. A fronte di un calo medio del 23,2% dei posti volontario sulla tranche italiana del bando ordinario 2009, l’Unione italiana pro loco ha praticamente confermato il contingente del 2008: passando da 1.207 a 1.144 posizioni. Una performance che non può vantare nessun altro fra gli enti con più di mille posizioni (i primi otto in graduatoria). Mario Perrotti è il responsabile nazionale del servizio civile.
Vita: Qual è stato il segreto di questo successo?
Mario Perrotti: Due ragioni. La prima è che non siamo un ente service. I progetti che allestiamo sono svolti nelle nostre sedi e questo ha un peso sulla qualità. In più rispetto all’anno scorso abbiamo intensificato i rapporti con le università e alzando il livello della formazione. In staff abbiamo circa 100 persone fra formatori, progettisti e selezionatori. Grazie a loro quest’anno siamo riusciti a mettere bene a fuoco i nostri punti di debolezza e di forza. Si tratta di profili di elevata professionalità, ma che lavorano gratuitamente. Il che per un ente di volontariato è cosa di non poco conto.
Vita: Rispetto alla domanda degli enti mediamente è stato finanziato appena il 23,8% dei progetti. Qual è il vostro dato?
Perrotti: Noi siamo fra il 46 e il 47%. Questo però non toglie che siamo preoccupati, molto preoccupati, per le sorti dell’intero sistema del servizio civile. La bozza Giovanardi prevede un contingente annuale di almeno 40mila avvii. Mi sembra che sia un traguardo non solo auspicabile, ma necessario per tenere in vita questa esperienza.


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