Formazione

Corea, è più giusto partire o restare?

“Medici senza frontiere” abbandona in polemica col regime. Echo, l’agenzia di Emma Bonino, sospende le erogazioni. Cesvi e altre Ong restano. Che fare se aiutare diventa difficile?

di Gabriella Meroni

«L gente scappa dalle città verso la campagna in cerca di cibo, ma spesso non ci arriva. Le stazioni ferroviarie sono chiuse, e attorno i cadaveri si ammucchiano. Ho visto persone morte per strada. Di fame, ma anche di freddo. In gennaio a Xinouzhu ho visto sette bambini morti di freddo, uno accanto all?altro. Erano gelati durante la notte». È solo una delle terribili testimonianze raccolte da Médecins sans frontières e pubblicate sul quotidiano francese ?Libération? il 370 settembre. Negli anni scorsi voci altrettando incontrollate parlavano di milioni di disperati a nutrirsi di erbacce e cortecce degli alberi e di episodi di cannibalismo. Il dato più certo è che in un anno la popolazione della Corea del Nord è calata di un milione di unità. Ma portare aiuto non è semplice. Questo è il Paese dove il tempo si è fermato a Stalin: un morto, il defunto Gran Leader Kim Il Sung, è stato proclamato presidente ?in eterno?, e suo figlio, Kim Jong Il, incurante della fame, ha appena ordinato per sé e i suoi mandarini 200 Mercedes (spesa, 20 milioni di dollari). Contro gli ostacoli opposti dal governo comunista sono arrivate le prime, polemiche defezioni delle organizzazioni umanitarie: il 23 settembre Médecins sans frontières ha deciso di abbandonare la Corea del Nord. «Temiamo che gli unici bambini a ricevere cibo siano i figli dei fedeli al regime» ha detto Eric Goemaere, direttore di MsF. E da gennaio Echo, l?agenzia umanitaria della Ue presieduta da Emma Bonino, ha ridotto drasticamente (del 90%) gli stanziamenti alle Ong. Motivi? Gli stessi di Médecines: ufficialmente ?scarsa accessibilità?; in pratica, paura di dare una mano al regime. «Non ci sono più le condizioni per operare» dice Pietro Petrucci, portavoce di Emma Bonino. «È inaccettabile. Perciò abbiamo chiuso i rubinetti». Rubinetti che determinano la sopravvivenza delle Ong in Corea. «Ognuno fa il suo mestiere» si difende Petrucci. «A loro gli aiuti sul campo, a noi gli indirizzi politici». L?Europa, dunque, abbandona la Corea del Nord. O no? La questione non è semplice: è giusto tagliare gli aiuti per violazioni dei diritti umani o deviazioni degli aiuti verso chi ha meno bisogno, o conviene in ogni caso rimanere per fare il possibile? Le Ong rimaste in Corea del Nord (v. box) hanno già risposto: conosciamo le limitazioni, ma qui c?è bisogno di noi. Anche se la questione del ricatto umanitario non sfugge a Maurizio Carrara del Cesvi: «Sono stato in Corea due volte e sempre accompagnato, controllato. Non escludo che i casi più gravi ci vengano nascosti. Ma ciò che ho visto mi basta per decidere: non si può andare via. E poi noi consegnamo solo integratori speciali per bambini, mentre i soldati vogliono riso. Non credo di aiutare le persone sbagliate». James Darcy, responsabile dell?Asia per Oxfam, è colpito dalla decisione di MsF. «Le limitazioni non sono da sottovalutare» ci dice da Oxford. «Ma noi abbiamo deciso di restare fino a dicembre con i residui finanziamenti. Se la decisione di Echo è comprensibile dal punto di vista politico, lo è meno da quello umanitario. Se poi dicono, per giustificarsi, che l?emergenza è finita non li seguo. L?emergenza non è finita, rendetevene conto». Anche l?Onu (con Pam e Unicef) non se ne andrà, e su Echo all?Unicef sono critici: «Echo non ci condiziona, i nostri finanziatori sono gli Stati Uniti» ci dice il funzionario Patrick McCornick. «Ma è preoccupante. Spero abbiano le prove delle violazioni. A noi non risultano». «La Croce Rossa rimane in Corea finché c?è la carestia» ribatte la presidente della Cri, Maria Pia Garavaglia. «I motivi politici li lasciamo agli altri». E l?Italia, che pure fa parte dell?Ue, che dice? Alcuni rappresentanti del governo si schierano contro Echo. «Se Echo vuole ottenere dal governo nordcoreano trasparenza e controlli, potrei anche essere d?accordo» afferma l?onorevole Marco Pezzoni (Ds), della commissione Esteri della Camera. «Ma se è un embargo all?americana, come sembra, non ci sto. Sono stato a Pyongyang: con quel regime la durezza provoca un irrigidimento che si ritorce contro la gente. Prima di sospendere gli aiuti la Ue avrebbe fatto meglio a usare tutti i mezzi per chiedere libertà di movimento». «Raccogliamo il segnale di allarme dell?Europa, ma lavoriamo per condizioni migliori» gli fa eco il sottosegretario agli Esteri Patrizia Toia. «Secondo me è meglio restare, fino ai limiti del possibile». Durissimo, infine, il giudizio dell?onorevole Ramon Mantovani (Prc): «La decisione di Emma Bonino è sbagliata. Il commissario ha una posizione troppo politica e poco umanitaria e l?ha dimostrato anche qui. Pure noi siamo contro i regimi totalitari, ma senza dimenticare che la popolazione soffre dappertutto». Chissà se Kim Jong Il, dietro ai vetri fumé della sua Mercedes, se ne sarà accorto. Noi restiamo Action contre la faim (Francia): lavora soprattutto in Africa, progetti di sanità e sviluppo agricolo. Oxfam (Gran Bretagna): combatte la povertà conprogetti di salute pubblica, educazione, sviluppo agricolo. Concern worldwide (Irlanda): assiste i Paesi di via di sviluppo attraverso corsi formativi e alfabetizzazione. Children?s aid direct (Gran Bretagna): aiuto sanitario mirato ai bambini con meno di 12 anni e alle loro madri. Cap Anamur (Germania): organizzazione evangelica presente in Africa e Asia. German Agro Action (Germania): di ispirazione evangelica, lavora con progetti di sviluppo agricolo. Stanno per aprire i loro uffici in Nord Corea: World Vision (Usa), Misereor (Germania) e Triangle (Francia)

Un anno dopo

1996      1997 Popolazione: 24 milioni       23 milioni Bambini con peso e statura al di sotto della media 2 milioni       4,5 milioni Bambini al di sotto dei 5 anni: 2,6 milioni       2,4 milioni Bambini con meno di 5 anni che soffrono di malnutrizione: 800 mila       2 milioni Bambini con meno di 5 anni gravemente denutriti: 130 mila       500 mila Bambini morti per denutrizione: oltre 300       3000 Popolazione a rischio malnutrizione: 8 milioni       13 milioni Popolazione deceduta a causa della malnutrizione: oltre 1500       700 mila Contributi erogati da Paesi esteri: 10 milioni $       50 milioni $ Contributi erogati dall?Italia: –       250 mila $ Stima contributi necessari per far fronte all?emergenza: 50 milioni $       200 milioni $ Dose di cibo disponibile pro capite: 250 grammi       100 grammi Dose di cibo minima necessaria: 450 grammi Fonte: Unicef, Caritas di Hong Kong, Pam, Cesvi


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