Non profit
Il non profit entra nell’enciclica
Stefano Zamagni anticipa i contenuti della "Caritas in veritate"
di Redazione

La prossima enciclica del Papa nasce all’interno della riflessione recente sulla dottrina sociale della Chiesa: dopo la critica espressa al modello sovietico ormai superato dalla “Centesimus annus” di Giovanni Paolo II, ora si afferma che l’economia di mercato non coincide con il capitalismo, ma che si può stare nel mercato anche con imprese sociali, del terzo settore, cooperative ecc. Insomma il profitto, non può essere considerato l’unico parametro per l’economa di mercato. È quanto afferma l’economista Stefano Zamagni, docente all’Università di Bologna e consultore del Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, in un’intervista al Sir, l’agenzia stampa della Cei, in merito alla prossima enciclica del Papa.
Zamagni presenterà la Caritas in veritate il prossimo 7 luglio in Vaticano. “Il punto chiave della recente riflessione sulla dottrina sociale della Chiesa – afferma l’economista – sta nell’indicare agli uomini di oggi la via per il superamento dei due modelli che, finora, avevano guidato i comportamenti in ambito sia economico sia politico: da un lato il modello legato al blocco sovietico – e a questo ci aveva già pensato la Centesimus annus – dall’altro quel modello da taluni definito liberista che dovrebbe avere solo una posizione marginale nell’economia di mercato.
L’errore corrente, rimarcato dalla dottrina sociale, sta nell’identificazione dell’economia di mercato con un particolare modello, ovvero quello capitalistico”. Quindi Zamagni spiega che è sbagliato leggere la riflessione del Pontefice solo come una risposta alla recente crisi: “Inizialmente questa enciclica – afferma il prof. Zamagni – doveva rappresentare il completamento della riflessione sulla globalizzazione avviata da Giovanni Paolo II con la ‘Centesimus annus'”.
“Nel 1991 – spiega ancora – questo fenomeno era da poco iniziato, e dunque non si vedevano ancora le conseguenze che oggi, invece, sono sotto gli occhi di tutti. Poi ci sono stati rallentamenti dovuti a circostanze diverse, ultima in ordine di tempo la crisi economico-finanziaria. L’enciclica non nasce come risposta ad essa e il Papa afferma che si tratta di un approfondimento della Populorum Progressio di Paolo VI”. Il problema di fondo rimane per l’economista il tipo di interpretazione che viene data del mercato: “Innanzitutto – afferma Zamagni – non possiamo pensare al mercato in maniera totalista, ma pluralistica. Dentro al mercato devono operare realtà di diversa natura, che perseguono obiettivi differenti: imprese capitalistiche, sociali, organizzazioni del terzo settore”.
“Da questo pluralismo – spiega il professore – emerge che si può fare economia anche se non si persegue il profitto. In secondo luogo occorre che anche l’attività finanziaria sia declinata al plurale: dunque, spazio alla finanza etica, che non può essere un’eccezione. La norma della finanza deve servire l’economia reale, e quindi è la finanza speculativa a costituire un’eccezione. Da ultimo, valorizzare nel concreto il principio di sussidiarietà, introducendolo nelle politiche pubbliche, laddove oggi lo si confonde in maniera erronea con supplenza”. In questo contesto particolare rilievo deve poi essere assegnato al principio della sussidiarietà “introducendolo nelle politiche pubbliche, laddove oggi lo si confonde in maniera erronea con supplenza”.
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