Non profit

L’inferno di Viareggio

La rassegna stampa di oggi inevitabilmente racconta la tragedia di lunedì notte nella città toscana

di Redazione

Viareggio come Pompei. Lunedì, pochi minuti alla mezzanotte, nella città toscana è scoppiato l’inferno. 14 morti, 3 dispersi, decine di feriti. I giornali dedicano molto spazio a questa sciagura e si chiedono se davvero il trasporto merci sia sicuro. Intanto è stata aperta un’inchiesta.

“Inferno a Viareggio, è strage”, è il titolo del CORRIERE DELLA SERA: treno esploso, 14 morti e 3 dispersi. Palazzi sventrati, si scava ancora. I servizi da pagina 2 a pagina 15. La cronaca: a mezzanotte  meno dodici minuti di lunedì a Viareggio scoppia un boato assordante. Un treno merci è deragliato insieme alle sue 14 cisterne piene di Gpl. Le fiamme – racconta Giusi Fasano – hanno ucciso sul posto alcuni passanti e colpito i palazzi. Alcuni sono crollati. Ieri sera si contavano 14 morti, tre dispersi e una trentina di feriti, la metà gravissimi. Mille gli sfollati. Agghiaccianti le testimonianze: «Marco da lunedì sera ha sempre lo stesso ricordo; l’abbraccio di uno dei suoi tre bambini  e il salto nel vuoto fra le fiamme. Ora lui e il bimbo sono salvi, ma è perduto per sempre l’altro piccolo di 5 anni. E anche Marco in qualche modo sembra non esserci più». A pag. 5 “Sotto accusa la revisione del vagone cisterna” la ricostruzione delle dinamica dell’incidente: secondo i primi accertamenti, un cilindro dell’asse del primo vagone si è spaccato provocando il deragliamento. Aperta un’inchiesta. Il procuratore: ci sono state omissioni. Le Ferrovie sotto accusa si difendono: «la manutenzione tocca agli americani». È stata infatti la società americana Gatx Rail ad affittare il treno alle Fs. Replica della Gatx: «I nostri vagoni sono nuovissimi, sono stati sottoposti a tutti i controlli incrociati necessari e alla manutenzione da parte di ditte certificate e autorizzate». Alla strage è dedicato l’editoriale (“Niente Alibi”) di Sergio Rizzo: «Sarebbe un grave errore cercare consolazione nelle statistiche (il trasporto su rotaie è mediamente più sicuro di quello su gomma, ndr)… Storicamente il settore merci delle Fs è in una situazione a dir poco difficile. I carri sono antiquati e spesso fermi per manutenzione. Ragion per cui non è nemmeno conveniente investire soldi in carri cisterna e si preferisce affittarli».

Di inferno parla anche LA REPUBBLICA (“Inferno a Viareggio, lacrime e rabbia”) che  nell’occhiello aggiunge: “Treno trasformato in una bomba, 14 morti e decine di feriti. Berlusconi contestato”. Sul disastro 11 pagine. “Quel vagone-bomba che ha bruciato la città «Viareggio come Pompei». L’inviata Jenner Meletti descrive l’apocalisse: corpi fusi tra loro, cadaveri irriconoscibili, auto carbonizzate, l’esplosione ha avuto l’effetto del napalm. I 1115 sfollati sono per lo più ospiti di parenti; 300 hanno trovato rifugio negli alberghi. Per 900 di loro si prevede il rientro nelle case nelle prossime 72 ore. C’è il lutto cittadino ma in spiaggia ci sono turisti che prendono il sole. Il governo annuncia lo stato d’emergenza: «le case saranno ricostruite al 100% a carico dello Stato» ha detto ieri Berlusconi in conferenza stampa (dopo aver ricevuto qualche contestazione dai viareggini). L’inchiesta per disastro ferroviario, omicidio colposo plurimo, incendio colposo per ora è stata aperta a carico di ignoti. Anche il ministro delle infrastrutture Matteoli ha nominato una commissione d’inchiesta. I lavoratori delle ferrovie ricordano che nel solo mese di giugno e solo in Toscana ci sono stati 5 incidenti, fra i quali il 22 giugno il deragliamento di un merci che trasportava acido fluoridrico. Ettore Livini fa un’inchiesta sulla sicurezza nel traffico merci: “Gpl, ammoniaca e perfino tritolo ogni giorno 30 convogli da paura”. Il traffico su rotaia è più sicuro, ma le responsabilità in questo caso sono molto frammentate e parcellizzate… In appoggio intervista all’ad delle Ferrovie che conferma: “I nostri treni sono i più sicuri sugli altri non posso giurare” è il titolo che fa riferimento al fatto che i vagoni del disastro pare non fossero di proprietà Trenitalia. Mauro Moretti ribadisce: «In Europa siamo al primo posto per la sicurezza… Nei carri abbiamo il problema della maggiore circolazione dovuta all’abolizione delle frontiere. Il traffico merci… è comunque più sicuro del traffico su gomma e quello di Viareggio resta un caso isolato».  A questo gioco di sponda fa riferimento l’editoriale di Maurizio Ricci, “Chi sono i colpevoli della tragedia di Viareggio. La prima falla sulla sicurezza è che la revisione si basa su una scadenza a tempo e non sul chilometraggio effettivo dei vagoni. Inoltre una volta affittato un vagone, la responsabilità della manutenzione è di chi lo affitta. In questo caso la Sarpom sostiene di essersi affidata a Fs Logistica. Rispuntano così le Ferrovie dello Stato questa volta nelle vesti di consulente tecnico privato. In pratica manca un vero controllore. «Un mercato liberalizzato non è una partita senza l’arbitro: è una partita in cui l’arbitro non gioca, ma accerta e fischia i falli. Anche se avere un arbitro efficiente può rappresentare un costo».

Anche LA STAMPA apre su Viareggio. “La strage del treno bomba” il titolo con una grande foto della stazione ferroviaria pochi attimi dopo l’esplosione del merci proveniente da Trecate. All’interno la cronaca con numerose interviste ai sopravvissuti e un approfondimento sull’inchiesta aperta dalla procura di Lucca, “Non è stata una fatalità” è il titolo. Secondo i pm, le cause sono oscure e vanno approfondite, mentre i macchinisti affermano che si tratta di un guasto tecnico e non di errore umano. Intervistato Lanfranco Senn, uno degli economisti più noti nel campo dei trasporti e presidente della metropolitana milanese, spiega: «C’è una certa arretratezza delle infrastrutture… Penso ai grandi trafori, alle grandi linee, comprese quelle ad alta velocità. Ma soprattutto manca la manutenzione». Sulle cause: «oggi stiamo accelerando sulle infrastrutture, ma le risorse vengono concentrate troppo sulle nuove linee e poco sulla manutenzione, anche delle vecchie linee».

“Merci” è il titolo de IL MANIFESTO a sfondare sulla grande foto dedicata ai vigili del fuoco al lavoro alla stazione di Viareggio, sullo sfondo le case annerite dal fumo. Nell’occhiello si ricorda che il treno deragliato trasportava un carico di Gpl diretto all’azienda di famiglia di Nicola Cosentino, sottosegretario del Pdl. L’editoriale di Guglielmo Ragozzino (“Il grande capotreno”) osserva «Berlusconi ha recitato la sua lezioncina, preparatagli dall’amato Bertolaso, all’interno di un palazzo ben protetto. Fuori lo accompagnava un caloroso dissenso come già in mattinata a Napoli e nei giorni scorsi a L’Aquila. Il demiurgo che scendeva dall’alto e promette di risolvere tutto con la sua sola presenza non è più gradito. Nessuno crede che condivida il dolore di chi non ha più la casa, i figli, il lavoro: di chi ha perso tutto. Però l’informazione non passa. Pochi lettori di giornali sapranno dei fischi; la Rai si volta dall’alta parte… A Berlusconi i fischi non sono serviti; è duro da quell’orecchio. Invece di incolpare il motorino scintillante avrebbe potuto dire: ma questi americani della Gatx, padroni di 20mila carri cisterna che manutenzione fanno?». E conclude: «le Ferrovie non hanno denaro che per l’alta velocità. Il grande Capotreno, con il suo berrettino, il fischio e la paletta, vuole arrivare da Milano a Genova, da Torino a Lione; vuole altre giornate di gloria, vuole servizi televisivi e titoli a dodici colonne. Così il trasporto merci è solo un problema residuale che non fa parte delle Grandi opere». Nelle pagine interne, l’ex macchinista Dante De Angelis si chiede “Ma perché non ci date retta prima?”. «I tantissimi segnali premonitori sono stati ignorati o sottovalutati, da chi aveva la responsabilità di agire: parlo in primo luogo dei gestori dei treni, ma anche delle autorità e le istituzioni preposte alla sicurezza… Mentre sul Frecciarossa fior di funzionari e ingegneri si concentrano sulla qualità del nodo alla cravatta dei macchinisti, nei treni merci si lasciano circolare rotabili in condizioni così precarie».

IL SOLE 24 ORE affronta la sciagura di Viareggio ponendo alcune questioni generali sulla sicurezza del trasporto ferroviario di merci pericolose. L’editoriale di Giorgio Santilli ricorda innanzitutto che questo è il quarto deragliamento di un treno in 40 giorni e che tre di essi riguardano carri merci. Nel trasporto merci c’è quindi una discrepanza di sicurezza rispetto agli standard ferroviari italiani, che sono ai primi posti in Europa. Due i problemi posti. Primo: in un mercato liberalizzato, dove si affacciano sempre nuovi soggetti privati, perché per i carri immatricolati in Italia si sa tutto e per quelli immatricolati all’estero non si sa nulla? «Converrà prendere atto che le frontiere sono cadute da tempo». Secondo: perché le merci pericolose passano a pochi metri dalle case abitate? «Non è una cattiva idea costruire vie alternative all’attraversamento dei centri storici». Tra le notizie tecniche riportate dal SOLE il fatto che l’assicurazione stipulata da Fs con le Generali scadeva proprio ieri. Per fortuna era stata prorogata di alcuni mesi, in attesa di una nuova gara. Pagheranno quindi le Generali, andando in perdita: tra alluvioni in Calabria e terremoto in Abruzzo i danni da rimborsare vanno ben oltre i 50 milioni di premio assicurativo pagato ogni anno da Fs.

“Apocalisse alla stazione” è il titolo in prima su AVVENIRE. Alla tragedia sono dedicate 4 pagine. Oltre al racconto dei fatti, il quotidiano dà spazio anche a parroci, Caritas e associazioni in prima linea. Nella piazza municipale è stata allestita una tendopoli di 100 posti con un servizio mensa e assistenza sanitaria (“i volontari scesi subito in strada”). Il racconto dei volontari della Croce Verde (ha da poco più di un mese compiuto 120 anni), che hanno lavorato gomito a gomito con i colleghi di Lido di Camaiore e i confratelli delle Misericordie della zona. La Misericordia ha aperto un conto corrente (Iban: IT65Y0872624800000000104781), mentre il comune ha dedicato un numero verde (800732911) per ricevere e comunicare informazioni su danni, vittime, interventi. Idv e Pd chiedono che i vertici delle ferrovie vadano a riferire in Commissione trasporti alla Camera.I verdi chiedono le dimissioni del ministro Altero Matteoli. «Quella di Viareggio non è una disgrazia ma l’esito statisticamente prevedibile di una politica ferroviaria che bada solo all’immagine e ai profitti. Il governo ne è il principale responsabile», sostiene Paolo Ferrero (Prc). Immediata la reazione della maggioranza: «Nessuno sia messo impropriamente sotto accusa, ma verifiche sullo stato della sicurezza ferroviaria, sui treni e sulla rete, sono necessari», dice Gasparri.

IL GIORNALE: Cronaca sino a pagina 7 poi un approfondimento annunciato in copertina dal titolo “Ecco tutti i treni a rischio” alle pagine 8 e 9. Una cartina dell’Italia indica una decina di tratte in cui sindacati e comitati di pendolari da tempo segnalano pericoli. Fra le notizie quella che avverte che in caso si debba abbandonare il vagone le porte sui treni più diffusi si bloccano perché non sono dotate della tecnologia che le fa aprire. A pagina 9 i dati di un rapporto dei sindacati che fa un bilancio di tre anni di incidenti. La maggior parte si riferisce a treni merci; l’episodio più drammatico a Crevalcore il 7 gennaio 2005 (un inter-regionale si scontra con un merci: viaggiavano sullo stesso binario). Un mese fa a Sesto Calende è deragliato un merci e tre persone rimangono ferite; si sfiora la tragedia sulla linea Torino-Cuneo-Ventimiglia a causa di vagoni troppo carichi. Intervista a Marco Ponti, docente di politica dei trasporti  del Politecnico di Milano: «L’Italia per la sicurezza ha speso tanto e bene. L’incidente di Viareggio è un caso straordinario. In ogni caso va rivisto il concetto per cui il treno è sempre sicuro». Intervista anche al viceministro Castelli: «Se è tutto in ordine e la gente muore vuol dire che c’è un buco nella legge. Mi pare evidente. E quel buco è fra Strasburgo e Bruxelles».  Per Castelli «era tutto in ordine. I segnali hanno funzionato, gli scambi, la rete. Ha ceduto un carro, il fatto che gli altri 13 hanno tenuto ci dice che in un caso maledettamente grave, è avvenuto quel che non doveva avvenire». La falla normativa è questa: «Se la normativa europea dice di verificare la tenuta dei carri ogni sei-sette anni e i carri invece non tengono vuol dire che le maglie sono troppo larghe».

Inoltre sui giornali di oggi:

MIGRANTI
AVVENIRE – Esiste una nuova categoria di migranti: persone in fuga da climi divenuti inospitali. L’innalzamento delle acque in certe regioni e la progressiva desertificazione in altre costringono all’esodo. Saranno forse 150 milioni nel 2050. L’Onu ha lanciato l’allarme qualche settimana fa pubblicando un rapporto intitolato Alla ricerca di un riparo. Di “rifugiati climatici” parla il climatologo Jean Jouzel: «Siamo ormai sicuri che sono state le nostre attività a modificare la composizione dell’atmosfera», ma «la relazione di causa a effetto fra il riscaldamento della bassa atmosfera prodotta dall’uomo e il riscaldamento planetario non è ancora così chiara».

IL SOLE 24 ORE – La crisi frena gli immigrati lavoratori. Lo ha detto ieri a Parigi Angel Gurrìa, segretario generale dell’Ocse, presentando il nuovo rapporto sulle migrazioni. Non accadeva dagli anni 70. Nel 2008 i permessi di lavoro sono calati del 16% negli Usa, forti di un calo del 55% dell’emigrazione messicana. In Gran Bretagna il calo è del 45%. «Bisogna lottare contro politiche che, nel mercato del lavoro, chiudono la porta agli immigrati», ha detto, citando esplicitamente la “quota zero” dell’Italia, perché questo non farà che rallentare la ripresa.

LAVORO NERO
ITALIA OGGI –  L’Europa decide di fare sul serio nella lotta contro il lavoro nero: chi assume un lavoratore irregolare sarà tenuto a versare oltre alle sanzioni, i contributi previdenziali e la differenza tra lo stipendio  pagato e quello dovuto in base ai contratti di categoria. Inoltre dovrà pagare le spese per rimandare a casa il lavoratore extracomunitario. Le altre sanzioni previste per il datore di lavoro che impiega manodopera irregolare sono l’esclusione, fino a 5 anni, dalla possibilità di beneficiare di fondi europei e partecipare  ad appalti pubblici; il rimborso delle sovvenzioni o aiuti pubblici concessi nei 12 mesi precedenti; la chiusura temporanea o permanente degli stabilimenti in cui hanno avuto luogo la violazione.

CONSUMI
IL SOLE 24 ORE- Bruxelles dà il via libera da oggi a nuove regole per la vendita di frutta e verdura. Per 26 prodotti su 36 sarà possibile mettere in commercio anche articoli esteticamente imperfetti, tipo carote bitorzolute e cetrioli storti, ma perfettamente commestibili. Per gli altri 10 prodotti (che sono il 75% del mercato) sarà ogni stato membro a decidere che fare, creando un’etichetta specifica per distinguere i prodotti di serie B. L’Italia ha già protestato: per Coldiretti così si penalizza chi ha investito sulla produzione di alta gamma.

DIPENDENZE
AVVENIRE  – “Droga, cresce il consumo. E più minori arrestati”. Una pagina dedicata alla Relazione presentata ieri al Parlamento da Carlo Giovanardi sullo stato delle tossicodipendenze. I tossicodipendenti sono aumentati di 70mila in un anno, e il sottosegretario propone di vincolare una quota pari all’1% della spesa sanitaria per prevenzione e recupero.

FECONDAZIONE ASSISTITA
CORRIERE DELLA SERA – Dopo la sentenza della Corte Costituzionale,  «un’ordinanza del tribunale di Bologna depositata due giorni fa aggiunge novità e rafforza, la sentenza che aveva abbattuto i paletti più invisi alla comunità scientifica». Le tecniche potranno essere infatti «utilizzate anche da coppie sterili che hanno già avuto bambini concepiti naturalmente, ma che sono nati con gravi patologie di origine genetica». 

      

BANCHE
IL GIORNALE – Intervista a Renato Brunetta che propone  una classifica degli istituti che danno credito alle aziende: «un contributo alla trasparenza per consentire ai cittadini di valutare la qualità e l’efficienza delle pubbliche utility che operano nel loro territorio». Spiega il ministro: «Gli imprenditori dicono che hanno chiuso il credito. Le banche dicono il contrario. A chi credere? Ecco perché la classifica, con la pubblicazione di dati, magari da far certificare ai comitati per il credito istituiti presso le prefetture». Ma una best list comporta anche una bad list: «Sarei il primo a spostare il mio denaro in una banca che so vicina ai cittadini. Così potrebbero fare gli enti locali, le tesorerie».  

EUROPARLAMENTO
IL MANIFESTO – “Xenofobi a Strasburgo, la Lega c’è” è il titolo dell’articolo dedicato alla nascita del nuovo gruppo al Parlamento europeo. «Una casa mezza nuova, di destra e assai scettica per la Lega nord. Oggi sarà data ufficialità all’atto, ma è ormai certo che il Carroccio ed i suoi nove eurodeputati siederanno a Strasburgo in un nuovo gruppo figlio dell’unione tra quel che resta dell’Uen, l’Unione per l’Europa delle nazioni, e gli euroscettici di Ind/Dem, Indipendenza e democrazia… Quel che nasce è una formazione fieramente euroscettica, venata di razzismo e xenofobia».

ENCICLICA
LA STAMPA – Il quotidiano chiede a Stefano Zamagni e al cardinale Renato Martino, che hanno fatto parte del gruppo che ha rielaborato l’enciclica di Benedetto XVI perché c’è voluto tanto tempo. Il testo era pronto un anno fa ma poi ci fu il crollo delle banche Usa, da qui la decisione di rivederlo. La novità secondo Zamagni è che «per la prima volta in un’enciclica fa la sua comparsa il non profit». «Si loda apertamente la delibera del 19 febbraio scorso con cui all’unanimità l’Europarlamento ha accolto e fatta propria l’idea dell’economia sociale come pluralismo di forme d’impresa, non solo capitalistiche», «il dono, avendo valenza economica, deve entrare nelle imprese, nelle famiglie, nelle organizzazioni». Nell’enciclica ci saranno anche proposte concrete, e questa, anticipa l’economista, è la parte destinata a suscitare maggior interesse.

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