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SUSSIDIARIETA’. Confronto Formigoni-D’Alema

Per il presidente della regione "un'innovazione straordinaria". Per l'ex premier però "lo Stato non deve diventare residuale"

di Redazione

L’attualita’ del principio di sussidiarieta’ come cardine dell’azione di governo e la necessita’ di un nuovo modello di governance. Questi i temi al centro del confronto di questa mattina all’Universita’ Bicocca di Milano fra il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, e l’onorevole Massimo D’Alema, presidente della Fondazione Italianieuropei. Per Formigoni la sussidiarieta’ e’ “un’innovazione straordinaria sul piano dell’amministrazione che in Lombardia ha portato a positivi cambiamenti che oggi, data anche la particolare situazione storica, sono ancora piu’ necessari”. “Quindi – ha aggiunto Formigoni- tutto cio’ pone domande su un nuovo modello di Stato e di societa’, ci interroga su quali terreni la sussidiarieta’ deve conquistare e su quali passi avanti deve ancora fare. Questo nuovo modo di fare politica, dopo secoli di affermazione del primato dello Stato, e’ quello che riporta concretamente al centro dell’azione la persona”. Secondo Formigoni e’ dunque quanto mai urgente fare un passo avanti in questa direzione perche’ “non abbiamo bisogno di piu’ Stato, ma di uno Stato che controlli e che sia garante del rispetto delle regole per il suo stesso corretto funzionamento”. Da qui l’estrema attualita’ di un nuovo modello di governo che sia in grado di affrontare la complessita’ del quadro globale.

 

In questo senso – ha spiegato Formigoni – sussidiarieta’ non significa escludere dovunque e comunque lo Stato, ma cambiare la natura dell’azione dello Stato e quella dei rapporti fra lo stesso Stato e i cittadini e fra Stato e altre istituzioni”. Il passaggio che si auspica e’ quindi quello che porti a concepire in termini nuovi l’intreccio tra poteri e funzioni, riconoscendo la capacita’ di soggetti non statali, le Regioni in primis, di interpretare e rappresentare gli interessi dei cittadini e dei territori. Un modello multilivello, basato sulla concretezza e la funzionalita’, secondo strumenti diversi da quelli tradizionali di un potere fortemente centralizzato. “Un sistema a rete – l’ha definito Formigoni – in cui tutti i livelli di governo concorrano a formulare, a proporre, ad attuare le politiche e a verificarne i risultati. In questo percorso – ha aggiunto Formigoni – la nuova governance per affermarsi e realizzarsi compiutamente ha bisogno di uno strumento strategico come il federalismo, capace di favorire la concorrenza virtuosa fra le Regioni e gli Enti locali che, con il buon governo, potranno attrarre capitali, imprenditori e altre risorse”

Per Formigoni “in Lombardia, dal ’95 ad oggi, cio’ ha significato scommettere sulla duplice dimensione della sussidiarieta’: quella orizzontale, che ha rivoluzionato l’impianto universalistico dei sevizi sociali, della sanita’, della formazione professionale e della scuola (valga come per tutti l’esempio della dote, tramite il quale viene assegnata una risorsa in anticipo rispetto alla necessita’ di utilizzo), scommettendo sulla centralita’ della persona; quella verticale che ha permesso la devoluzione di competenze alle Province e ai Comuni e la corresponsabilizzazione di altri soggetti istituzionali”. “La sussidiarieta’ quindi e’ motore di innovazione, apre la possibilita’ a una nuova statualita’, a un altro esercizio del potere, ispirato alla fiducia e alla responsabilita’. Questo spirito – ha concluso il presidente lombardo – oggi permette di concepirlo non come un costo da pagare sull’altare della solidarieta’, ma come vero e proprio investimento sociale che diventa colonna portante per lo sviluppo”.

Il welfare ha bisogno di una riforma ma la stato sociale non deve diventare residuale o svolgero un ruolo ‘caritatevole'”, ha detto dal canto suo Massimo D’Alema, deputato del Partito Democratico e presidente della Fondazione Italianieuropei. L’ex presidente del Consiglio si e’ poi detto “favorevole alla sussidiarieta’ che pero’ non deve diventare supplenza” anche perche’ ci sono cose “come l’assistenza alle persone non autosufficenti che il privato-sociale e’ in grado di fare meglio rispetto allo Stato. In questo momento abbiamo il paradosso di avere il massimo delal retorica sulla famiglia e il minimo delle politiche per la famiglia”. “Gli unici interventi a favore del ‘terzo settore’ e la sussidiarieta’ sono stati fatti dai governi di centrosinistra, come la legge sulla parita’ scolastica o il Titolo V. La destra invece ha tentato di distruggere due capisaldi come le Fondazioni e il mondo cooperativo. Questo attacco non ha avuto successo -conclude D’Alema- anche grazie ad una parte del centrodestra, quella di ispirazione cattolica, che ha difeso il ‘terzo settore'”.

 

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