Non profit

Per il terzo settore ci vuole una stagione ri-costituente

Il portavoce Olivero al Comitato editoriale di «Vita»

di Redazione

Il Libro Bianco parla di stagione costituente per il non profit. È una chance
che non deve perdere. Ma per farlo «occorre allargare il nostro patto associativo collaborare con tutte
le organizzazioni al di là dell’appartenenza».
Così, il portavoce del Forum
Un Forum più ampio, ma in grado di dialogare anche con chi non fa parte del network (perché «da soli non siamo autosufficienti») su piattaforme condivise, e capace di esercitare un rinnovato ruolo politico. A tracciare il percorso prossimo venturo del Forum del terzo settore è il suo portavoce unico in carica dallo scorso dicembre, Andrea Olivero, ospite nella redazione di Vita dove ha dialogato con le sessanta organizzazioni del Comitato editoriale. Quelli che seguono sono alcuni appunti del dialogo tra Olivero e i leader delle associazioni.

Ritornare ad essere parte sociale
«Il Forum del terzo settore nel 1998 venne riconosciuto dallo Stato come parte sociale, ma dopo anni in cui erano chiari gli obiettivi e il ruolo del Forum, ci si è come seduti. Il nostro mondo sembra oggi aver smarrito le ragioni della sua coesione nella diversità». Secondo Olivero questo si deve alla difficoltà di individuare nuovi obiettivi comuni in una galassia che rimane assai variegata, dal punto di vista culturale, politico e anche giuridico. La scelta di nominare un portavoce unico che ha archiviato la fase del doppio timoniere («quella dei guelfi e dei ghibellini, diciamo tra noi scherzando») va proprio nella direzione del recuperare compattezza. Un cambio di rotta significativo, a cui è stato aggiunto il rafforzamento del gioco di squadra, che Olivero chiama «maggiore collegialità nella scelte del Forum». «C’è la necessità di recuperare le ragioni del nostro stare assieme. Per non essere insignificanti occorre però dire qualcosa di più rispetto alla ricerca del minimo comun denominatore della solidarietà, che è un valore che ovviamente ci accomuna e ci mancherebbe altro non fosse così. Ma occorre lavorare piuttosto sull’idea del massimo comun denominatore possibile».
Come costruire percorsi di vera sussidiarietà? Come dare voce ai corpi intermedi? E, soprattutto, come dar voce a quelle fasce di popolazione ai cui bisogni proviamo a rispondere ogni giorno? Sono questi gli interrogativi a cui bisogna dare nuove risposte. E qui ritorna il nodo della parte sociale. «Una rete come la nostra ha significato se riesce a dare rappresentanza e voce a chi la politica non rappresenta più, cosa tutt’altro che semplice. Il ruolo formale che ci è stato riconosciuto in molti casi non è stato esercitato fino in fondo, per demeriti nostri e per scarsa attenzione dei diversi governi che si sono succeduti».

Libro Bianco e stagione costituente
«Al di là delle valutazioni che sono molto differenti nelle nostre organizzazioni – alcuni hanno una valutazione fortemente positiva in particolare sui principi enunciati, altri lamentano la totale assenza di aspetti operativi – su un punto», ragiona Olivero, «bisogna riconoscere che il Libro Bianco di Sacconi indica nuove prospettive: quando dice che si dovrà aprire una stagione costituente per il terzo settore». Una partita che il Forum vuole giocare da protagonista. «Quali sono i meccanismi con cui i cittadini associati potranno incidere sulle politiche di welfare? Ci aspettiamo risposte». L’impianto della 328, infatti, appare superato. «Cosa ci sia dopo, però, nel Libro Bianco non è indicato con chiarezza».
Ma un punto fermo c’è: «Noi non saremo meri esecutori di politiche decise da altri, altrimenti è inutile parlare di sussidiarietà». E poi: «Vogliamo che questa parta dal basso, con la definizione di un’agenda delle riforme che sia definita da noi, naturalmente nell’interlocuzione con il Parlamento». È questa la piattafornma di partenza.
Allargare i confini del Forumi
Il Forum oggi è cosciente di non essere autosufficiente. «Sappiamo di rappresentare solo una parte del terzo settore. Nei prossimi mesi contiamo di allargare la base associativa», annuncia Olivero, «proponendo l’adesione al Forum a nuove organizzazioni, ripensando anche alcuni aspetti del Patto associativo e definendo meglio gli obiettivi comuni». Sono le battaglie condivise il vero collante: «In questa logica proporremo una piattaforma di obiettivi anche a chi non fa parte del Forum ma vorrà condividere con noi un pezzo di strada». Il traguardo? «Uscire da una stanchezza che non è soltanto economica ma che implica le ragioni del nostro agire». Come farlo? «Con un terzo settore propositivo e meno autoreferenziale che sappia costruire più coesione sociale».

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