Oggi, prima di scrivere il mio pezzo, ho aperto una bottiglia di vino rosso. Non che dovessi schiarirmi le idee, ma il gesto di scendere in cantina lentamente, quasi fosse una chiesa, accendere la luce fioca e cercare la bottiglia per la situazione, ha qualcosa di antico e fascinoso. Poi ho preso la bottiglia, l’ho pulita ma in realtà l’accarezzavo, l’ho spogliata della capsula e lentamente ho tolto il sughero. A quel punto i vecchi avrebbero sboccato la parte superiore, che magari aveva olio di lino o residui del sughero. Ma io, davanti a quel Dolcetto d’Alba “Cantina del Conte”, prodotto da Massimo Pellissero di Grinzane Cavour, ho preferito ascoltare subito il rumore del vino (che non è quello dell’acqua, ci avete mai pensato?) che scendeva nel bicchiere. Che consistenza quel colore rosso cardinalizio; che profumi di frutti rossi in piena estate. E che stoffa senti scivolare sulla bocca, con quel finale amaricante, favorito dai tannini.
Be’ questa bottiglia l’ho aperta oggi, perché ho letto su un giornale un ferale attacco a questa civiltà, fatta anche di gesti. C’era scritto che il vino in bag-in-box mantiene la qualità più del vetro. A dar man forte, una ricerca di un’università del Canada; ma c’era anche scritto che non si risolve il problema dell’ossidazione (ma allora che cavolo di ricerca hanno fatto?). Poi ho pensato che dietro al vino in cartone ci sono tanti interessi, e che anche questo risente della crisi, perché la crisi colpisce innanzitutto le fasce debolissime. Ma allora perché, anziché dire la verità, si deve comparare un prodotto con un altro? Chi è lo stratega del marketing che pensa di togliere mercato a chi ha una forte tradizione di consumo e in cantina, nonostante la pubblicità martellante, non tiene i cartoni, ma solo le bottiglie? «Quelle ritte e coricate, da considerare con occhio amico nelle sere di primavera, estate, autunno e inverno, sogghignando al pensiero di quell’uomo, senza canti e senza suoni, senza donne e senza vino, che dovrebbe vivere una decina d’anni più di voi» (Giacomo Bologna).
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