Vanessa scrive: «L’albero è pieno di colori, è molto grande, serve alla natura, l’ho visto ai giardini pubblici, vive in mezzo all’erba e ne ho conosciuti quattro».
Conoscere un albero, conoscerlo di persona, non è una cosa che capita tutti i giorni, un po’ perché in giro ce ne sono sempre meno e un po’ perché parlano a bassa voce e fra di loro.
Il vento ti dà una mano, anche la luce del sole ti aiuta a sentirli perché gli alberi parlano più lingue: quella dei colori, quella delle forme, quella dell’erba, quella degli animali e quella degli uomini. E questo è possibile perché gli alberi vivono in due mondi: sulla terra con le radici che di solito stanno sotto, nascoste, ma che certe volte escono fuori come serpenti di legno, e nel cielo con i rami e un’infinità di foglie che volano.
E il tronco? Il tronco è pieno di bitorzoli, di cicatrici, di tagli e sopra la corteccia corrono formiche, ragni e altri animaletti strani che hanno lì le loro case. Ma anche noi uomini possiamo costruirci una casa su un albero e portarci dentro i nostri giochi preferiti: la scatola dei bottoni, le biro che non scrivono più, il barattolo grande della nutella, i vetri colorati raccolti in spiaggia, un amico.
Sì, quando conosci un albero puoi farci insieme un sacco di cose. Puoi costruirci anche una casa di pensieri o dai pensieri di altri acchiappati al volo dalle foglie. Poi quando le foglie cadono, i pensieri entrano nei rami e stanno lì per tutto l’inverno a dormire tranquilli al caldo. Ed è proprio da questi pensieri riposati che in primavera nascono le nuove foglie, figlie di quelle cadute in autunno e del sonno dell’inverno.
*LiberidiMente è un gioco: si prende un frase intercettata a un bambino per poi costruirci intorno, sopra e sotto una storia per tutti i bambini (e per gli adulti ammirati dalla libertà dei bambini).
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