Secondo un rapporto pubblicato dalla Banca Mondiale e dalla FAO e intitolato “I miliardi inghiottiti – la giustificazione economica per una riforma delle pesche”, il settore ittico marittimo è lungi dall’essere performante. La differenza tra i benefici economici netti e quelli reali ricavati dalle pesche marine ammonterebbero a circa 50 miliardi di dollari annui.In 30 anni, fa circa due mila miliardi di dollari. Una gestione più coerente consentirebbe di recuperare una parte non indifferente dei soldi che ogni anno si innabissano nei fondali degli oceani.
Uno studio citato dal rapporto dimostra che nel Lago Vittoria i vantaggi economiche ricavati da una good governance nel settore delle pesche non si limita quelle marittime. Lo sforzo di pesca dovrebbe essere ridotto del 40%, il che consentirebbe la ricostituzione di stock del persico del Nilo passando da 430mila tonnellate pescate a 900mila tonnellate.
Il futuro, insiste il rapporto, sta nella capacità degli attori di abbracciare la pesca bio.
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