Cultura

AMBIENTE. SOS Circeo, le associazioni si mobilitano

L’appello delle associazioni ambientaliste al ministro Prestigiacomo per il Parco Nazionale del Circeo

di Redazione

Compie 75 anni ma quello che si respira al Parco Nazionale  del Circeo non è di certo lo spirito giusto per i festeggiamenti di  un  anniversario  dato che le difficoltà gestionali ed i pochi mezzi a disposizione dell’Ente gestore mettono a serio rischio la sopravvivenza del Parco. 

È questo il grido di allarme lanciato da 23 delle principali associazioni ambientaliste  in  una  lettera  inviata  nei  giorni  scorsi  al  ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo per la sorte incerta di uno dei parchi storici del nostro Paese. La  paralisi gestionale è imminente, a causa di una crisi che si va acuendo giorno dopo giorno costringendo il parco ad una lenta agonia. Una serie di vincoli normativi non consentono né di espletare i concorsi per dotarsi del personale previsto dalla pianta organica (peraltro più volte ridimensionata),  né  di  far ricorso a collaboratori esterni. Il Parco non dispone  di  fatto  del  personale necessario per dare al territorio e alle popolazioni  locali le risposte che un’istituzione come il parco è deputata a  dare.  Interi  settori – dai lavori pubblici alla gestione patrimoniale fino  ufficio naturalistico sono in grave difficoltà con le conseguenze che si possono immaginare. L’unica  possibilità sarebbe quella dei comandi da altri amministrazioni pubbliche ma i tempi sono lunghi e dall’esito incerto. E intanto? Chi espleta le procedure per le gare d’appalto? Chi rilascia i pareri sulle pratiche  edilizie?  Chi  elabora  progetti per attirare nuovi fondi? Ad arginare questa mole di adempimenti che il parco per legge è tenuto a svolgere  ci  stanno provando il direttore e il presidente con l’ausilio di un paio di collaboratori   che  verosimilmente non  potranno  essere riconfermati e di alcuni membri del Consiglio Direttivo che gratuitamente stanno  mettendo a disposizione  le proprie competenze professionali.

E i finanziamenti  che  in  prospettiva  il  Parco riceverà non consentono una strutturazione  e  gestione  dell’Ente idonea al ruolo che questo deve svolgere in quel complesso sistema territoriale. Non facile è poi la situazione tra l’Ente e il Corpo Forestale dello Stato, rapporto  che  andrebbe  armonizzato attraverso un confronto tra i rispettivi  ministeri, chiarendo non solo compiti (anche finanziari) di ciascuno rispetto a beni demaniali  affidati al Corpo Forestale  ma rientranti  certamente  nelle  competenze dell’Ente Parco. Si riconosce al Corpo  Forestale l’essere stato fondamentale presidio del Parco del Circeo, ma oggi la gestione ad esso affidata di circa 6.000 ha di beni demaniali (sugli 8.500 che costituiscono l’intero Parco) non può essere basata su i pochi  finanziamenti che l’Ente,  rinunciando per questo ad una propria strutturazione e ad attività di ricerca o promozionali, è in grado di trasferire. 

Con estremo realismo occorre prendere consapevolezza che se il Circeo  è  quello che tutti possiamo ammirare, questo è dovuto al fatto che le  attività  sino a oggi  sono  state  garantite da circa 80 operai forestali e 30  persone in  divisa tutti appartenenti al Corpo Forestale dello Stato. In assenza delle necessarie risorse  garantite  dalle amministrazioni centrali è ingiusto che le questione possano essere risolte in sede locale dove, ovviamente, ciascuno è chiamato a rispondere (anche in termini personali) a obiettivi gestionali diversi, rispondenti ad amministrazioni  diverse, che hanno e trasferiscono esigenze diverse dei propri dipendenti. Da  questo deriva che se  la situazione non si normalizzerà quanto prima l’Ente Parco rischia la paralisi completa pena l’annullamento delle sue funzioni.

Per questo le associazioni ambientaliste si sono rivolte compatte al ninistro dell’Ambiente, che è stato tempestivamente informato dall’Ente Parco della delicatezza e dell’urgenza della situazione, per chiedergli di intervenire  personalmente e rapidamente nella risoluzione dell’empasse in cui  versa uno dei parchi più belli d’Italia. Le associazioni sono convinte che  l’autorevolezza del ministro consentirebbe di sveltire alcuni passaggi con  altri  dicasteri e di sciogliere rapidamente certi nodi consentendo al parco  di  svolgere  in  maniera efficace ed efficiente le proprie attività nell’interesse del parco e dei cittadini che vi risiedono.

Queste le associazioni ambientaliste che hanno firmato la lettera: Accademia Kronos; Ambiente E/O Vita; Associazione Insegnanti di Geografia; Cts; Engea; Enpa; Fai; Fare Verde; Fiab; Green Cross Italia; Inu; Italia Nostra; Jane Goodall Institute; Lav; Lida; Lipu; Marevivo; Pro Natura; Società Speleologica Italiana; Società Geografica Italiana; Touring Club Italiano; Vas; WWF Italia

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