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Berlusconi, l’ora della scossa

Il premier sarebbe coinvolto in un giro di squillo che vede indagati due imprenditori baresi. Nelle intercettazioni sembra anche che si parli di cocaina

di Redazione

Nuova puntata della saga di Berlusconi, che sarebbe coinvolto, ma non indagato, in un’inchiesta per induzione alla prostituzione dalla procura di Bari.

«Spazzatura» e «falsità» che «non mi fermeranno: se credono di mettermi paura, non mi conosco. Io non mi arrendo di certo, non faccio nessun passo indietro, e non mi faccio abbattere da un piano eversivo che non riuscirà», le dichiarazioni di Berlusconi valgono l’apertura del CORRIERE DELLA SERA di oggi sotto il titolo “Inchiesta di Bari, scontro politico”. Un’inchiesta giudiziaria avrebbe infatti raccolto una serie di indiscrezioni sulle feste di Palazzo Grazioli cui avrebbero partecipato alcune ragazze. Bufera politica su D’Alema che in un’intervista con Lucia Annunziata aveva parlato di «scossa». Il Pdl: è la prova che lui sapeva. La replica del leader Pd: vi denuncio. Alla vicenda il CORRIERE dedica le pagine 2,3 e 5. “«L’indagine di Bari, non tocca il premier. Mai pagato donne»” dice l’avvocato-deputato Niccolò Ghedini: «Ancorchè fossero vere le indicazioni di questa ragazza, e vere non sono, il premier sarebbe, secondo la ricostruzione, l’utilizzatore finale e quindi mai penalmente punibile. Scrive Massimo Franco nella sua Nota: «L’impressione è che la vicenda sia destinata ad offrire altre sorprese. Ma non soltanto negative per Berlusconi. Nel Pd si va facendo strada qualche dubbio sulla bontà di una campagna basata più su pretesi imperativi etici che su questioni politiche». Fiorenza Sarzanini, che ieri per prima aveva tirato fuori la questione, aggiunge altri particolari sul filone giudiziario: «Ci sono almeno tre ragazze che hanno confermato di aver preso soldi per partecipare alle feste di Palazzo Grazioli e Villa Certosa». Interessante la lettera di Deborah Bergamini che paragona Berlusconi a un moderno Catilina; scrive la Bergamini «Ma la storia maledice il suo ritorno. Il suo tragico fugge davanti alla farsa in cui si trasforma. E così accade che oggi, per distruggere l’uomo che sta cambiando l’Italia, si è persino disposti a distruggere l’Italia stessa. Minando la fiducia nelle istituzioni che quell’uomo rappresenta, il valore di una democrazia fondata sul consenso popolare, l’immagine di una nazione all’estero e la percezione che il Paese ha di se stesso. Si è disposti a far precipitare la dignità nazionale dentro il buco di una serratura. Un’opera di demolizione che non dovrebbe giovare a nessuno. O forse sì».

LA REPUBBLICA apre con il nuovo scandalo al viagra: “Feste e ragazze, accuse a Berlusconi”. Ampio spazio all’interno (fino a pagina 7). Si comincia con “Soldi, festini e prostituzione una donna accusa Berlusconi”. Cinque ragazze già ascoltate dagli investigatori. Una di loro accusa, Patrizia D’Addario (candidata alle comunali in una lista esterna ma vicina al Pdl, 7 voti raccolti): «mi hanno pagata per passare due notti a Palazzo Grazioli con Silvio Berlusconi». Avrebbe incassato 2mila euro (Carlo Bonini descrive la sua vita: escort senza misteri, una figlia, amante della magia, calendari e qualche apparizione in tv locali, avrebbe avuto la promessa di una candidatura alle europee ridimensionatasi poi alle comunali. Per quali meriti, nessuno lo sa). Il premier contrattacca: «è solo spazzatura». Naturalmente riparla di complotto, di entità straniera che starebbe tramando al servizio della sinistra. Al centro dell’inchiesta Gianpaolo Tarantini, imprenditore barese della sanità intercettato per un presunto giro di mazzette: grazie alle intercettazioni appunto sarebbe emerso il giro di ragazze ed escort che Tarantini in qualche modo gestiva. Estremamente curiosa, definiamola così, la difesa dell’avvocato del premier: “Ghedini detta la difesa del Cavaliere «Al massimo è un utilizzatore finale»”. Interessante l’uso acrobatico del linguaggio (per non usare il termine cliente…), che comunque ha scatenato una (comprensibile) rivolta fra le donne. Tra le reazioni, la più colorita è di Paola Concia, Pd: «Ghedini e Berlusconi appartengono a uno schieramento che dispensa perle di saggezza contro gli omosessuali e la loro sessualità disordinata. Io, al confronto, sono una Santa Maria Goretti e, per fortuna, non ho nemmeno una sessualità idraulica come la loro».  Giuseppe D’Avanzo firma un editoriale, “L’utilizzatore finale”. B. è un leader dimezzato, sostiene, un’anatra zoppa. Sottolinea fra l’altro come ha funzionato l’informazione pubblica: il Tg1 neodiretto da Minzolini «ha sostituito alle pulsioni gregarie di sempre una funzione più schiettamente servile».

“Bufera sulle feste di Berlusconi”, “Ci pagavano per andare alle feste di Berlusconi”, “Escort di lusso finita in lista alle comunali”, “Il premier: tutta spazzatura”. Sono  i titoli che aprono le prime pagine de LA STAMPA di oggi. In primo piano le testimonianze rese da quattro donne alla procura di Bari che raccontano dei festini a Villa Certosa e Palazzo Grazioli. Nella cronaca Guido Ruotolo spiega come si è arrivati alle dichiarazioni e alla consegna delle «registrazioni degli incontri con il premier» da parte di Patrizia D’Addario, una delle testimoni. Il filone sull’induzione alla prostituzione nasce all’interno dell’inchiesta di Bari sulla malasanità: «il filo d’Arianna di banali intercettazioni di indagati nell’ambito di una inchiesta su appalti pilotati – sembra che nelle conversazioni si parli anche di cocaina – ha portato anche ai festini nelle dimore di Silvio Berlusconi». Al centro dell’inchiesta l’imprenditore della sanità Gianpaolo Tarantini, titolare insieme al fratello Claudio della “Tecnohospital”, lo stesso uomo che avrebbe ingaggiato le donne per partecipare ai festini del premier, secondo quanto affermano le quattro testimoni sentite dalla procura.
“‘Ora governissimo ma i democratici si spaccano subito” è il titolo sulle reazioni all’interno del Partito democratico. Due i filoni: quello dalemiano che propende per un governo di unità nazionale e quello espresso dal veltroniano Giorgio Tonini: «Non precipiterà tutto così rapidamente e non c’è neppure da augurarselo. Ma se si aprisse una crisi, dovremmo andare alle elezioni anticipate, perché non potremmo sostenere un governo privo di un chiaro mandato elettorale».

IL MANIFESTO:  sulla foto di Palazzo Grazioli titola “Bollenti spiriti”. «Ormai non è solo la stampa comunista ad accorgersi della decadenza del nostro regime politico»  comincia il fondo di Gaetano Azzariti che poi fa un’analisi politica. «Stiamo attraversando la fase che può sintetizzarsi: dal cesarismo al populismo. Le crepe emerse  dagli scandali pruriginosi, Noemi, e dagli inammissibili privilegi e impunità, Mills, non hanno eroso  il sistema di potere saldamente al comando del Paese. Il partito del Premier non ha raggiunto risultati elettorali sperati, ma a trarne vantaggio  sono stati i suoi coriferi. I più premiati sono stati i leghisti, forza politica che esprime una cultura  di governo e blocco sociale  non diversi dal piccolo Cesare ma con maggiore propensione populista». Questa  situazione è pericolosa per Azzariti perché: «Tanto il cesarismo che il populismo  esprimono due concezioni parallele dei rapporti di governo: entrambi rendono instabili i nostri ordinamenti democratici poiché tendono in ogni caso a delegittimare le istituzioni rappresentative per sostituirvi un rapporto identitario tra il popolo e i governanti». Infine Azzariti abbozza un certo scenario « Il populismo ha in più la possibilità di sopravvivere al suo leader, non essendo egli l’unico canale di mediazione del consenso».

Sullo scandalo D’Addario, a parte la cronaca dei fatti IL GIORNALE dedica l’editoriale  “Chiamatele pure coincidenze” di Paolo Granzotto e un pezzo di Luca Josi “L’avvertimento del coccodrillo”. Entrambi caratterizzati da molto humor mirano a sgonfiare la vicenda. Nell’editoriale Granzotto sottolinea come lo scandalo stia nella «strumentalizzazione di certe dichiarazione di Veronica; la famigliarità con una diciottenne che con ogni probabilità prima di essere maggiorenne era minorenne e chi vuol capire capisce; le fotografie, scattate a Villa Certosa, di giovani in minigonna, – in minigonna!- o addirittura, sul bordo di una piscina privata, in topless, cosa mai vista in Sardegna» e continuando prendendo di petto Repubblica con le sue dieci domande, considerate senza spessore etico ne di valenza politica, fino ad arrivare ad enunciare la propria tesi. «Noi non abbiamo mai creduto al complotto. Fino alla chiamata sul palcoscenico di Patrizia D’Addario le cui “rivelazioni”, in una situazione normale, non avrebbero meritato attenzione. Possiamo sbagliarci ma l’impressione è che si stia sviluppando una macchinazione, una tresca per togliere di mezzo Berlusconi». Di Jesi invece molto utile uno degli ultimi passaggi in cui il giornalista si chiede se «In un paese normale e democratico se uno ha la maggioranza, l’altro che è pure Democratico non potrebbe organizzare un po’ di politica per prendere più voti e finirla lì?».

Il SOLE24ORE sceglie di analizzare la parte amministrativo-sanitaria dell’inchiesta di Bari, più che quella festaiola (per la quale riprende in toto il Corriere della Sera). Ne viene fuori l’ipotesi di corruzione a carico di due giovani fratelli imprenditori pugliesi, Claudio e Giampaolo Tarantini, che hanno creato la società Tecno Hospital su cui la Guardia d Finanza ha puntato l’attenzione per un giro sospetto di protesi sanitarie. In pratica, «i medici non esitavano a dirottare i pazienti verso i centri che acquistavano attrezzature mediche della Tecno Hospital», probabilmente – è l’ipotesi dell’accusa – in cambio di mazzette. Di qui l’accusa di corruzione per i due imprenditori, che, intercettati, avrebbero fatto riferimento a feste in casa di Berlusconi con la partecipazione a pagamento di ragazze.

«Questa volta è il Corriere della Sera e non Repubblica a trascinare il presidente del Consiglio in un nuovo scenario mediatico -politico fatto di inchieste, nuove intercettazioni e nuove presenze femminili». Lo scrive ITALIA OGGI nel pezzo pubblicato nella sezione  Primo Piano “Berlusconi, il golpe si tinge di rosa”. Due le notizie in rilievo nel pezzo: le indagini, secondo fonti ufficiose della procura di Bari, per induzione alla prostituzione in luoghi esclusivi di Roma e della Sardegna e le 10 domande poste dal deputato Giorgio Stracquadanio del Pdl sul sito il predellino.it sulla falsariga di quelle poste da Repubblica a Berlusconi sulla vicenda Noemi. Il destinatario delle domande è D’Alema, al quale Stracquadanio chiede tra l’altro:«Come ha fatto a prevedere le imminenti scosse di cui ha parlato domenica scorsa?».

E inoltre sui giornali di oggi:

OBAMA
CORRIERE DELLA SERA – Alla svolta di Obama su finanza e consumatori il CORRIERE dedica ampio spazio. Questi i cinque punti della riforma: una nuova Agenzia per la protezione finanziaria dei consumatori; più regole sui maxi stipendi dei banchieri; nuove regole per aumentare la trasparenza di hedge fund e private equity; gli scambi sui derivati verranno portati alla luce del sole con contrattazioni sui listini ufficiali; la Federal Reserve, la banca centrale americana, dovrà riorganizzare in modo fondamentale le proprie attività di supervisione». Sul tema Massimo Mucchetti firma l’editoriale “le Riforme e il realismo”; «Il messaggio di Obama è molto forte sul piano culturale: lavoro e responsabilità invece di avidità e imprudenza».

LA REPUBBLICA – “Nuove regole sulla finanza Il maxi-piano di Obama”. Il titolo è in prima, taglio basso; i servizi nelle pagine economiche. Il presidente Usa ha presentato un piano per tutelare i risparmiatori, dare più poteri alla Fed, introdurre più trasparenza. Contrari i repubblicani che parlano di ingerenza nel mercato. Obama difende il suo piano (dovrebbe essere approvato entro fine anno). I suoi consiglieri però avvertono: le lobby sono già al lavoro… Una rivoluzione culturale, spiega Vittorio Zucconi.

AVVENIRE – Apre su “Crisi, Obama tenta la sua maxi-riforma. Il presidente propone superpoteri per la Fed sui mercati. «Sarà la più grande innovazione finanziaria dal 1920»”. Sempre in prima la questione Iran, il Summit delle Religioni e questione carceri. La Berlusconeide rimane assolutamente sullo sfondo, a pagina 9, con un fondo sullo scontro Pdl-D’Alema e un boxino dedicato alla scossa di Bari.

ABRUZZO
SOLE24ORE – Interessante pagina che fa il punto sui fondi per la ricostruzione in Abruzzo. In totale sono quasi 5,8 miliardi di euro, di cui 4,7 arrivano dai giochi e lotto. Tra le coperture certe, spiega il SOLE, ci sono i mutui (lo Stato subentra fino a 150mila euro), la normativa antisismica che dovrà essere applicata dal 1° luglio senza proroghe, i contributi per danni lievi fino a 10mila euro, l’esenzione totale Iva per la ricostruzione.

LA STAMPA – “Silvio all’Aquila ma stavolta evita gli sfollati”. «Il decreto Abruzzo si avvia a diventare legge: martedì è previsto il voto finale, ma non c’è parola delle ricostruzione delle seconde case nei centri storici, né sui trasferimenti di fondi agli enti locali». Ieri «la tensione» era «alle stelle» a L’Aquila scrive l’inviato de LA STAMPA. «Il premier aveva in programma un giro per i cantieri aperti dalla protezione civile, alcuni incontri con imprenditori e amministratori locali, un sopralluogo per le strutture che ospiteranno i grandi del G8, e infine una conferenza stampa. Tutto ciò, però, è stato bruscamente annullato». Solo «un giro ristretto» e «una ripresa davanti ai plastici dei quartieri che nasceranno». La Provincia autonoma di Trento ha cominciato a tirare sù, autonomamente, casette di legno a Coppito e Stiffe. Altre novanta casetti di legno le costruiranno in tempi strettissimi a Onna, finanziati con i cinque milioni di euro che ha raccolto la Croce Rossa. Il sindaco, Massimo Cialente, continua a sostenere che occorre una tassa speciale per ricostruire l’Aquila.

CARCERI
AVVENIRE – “Carceri vive al collasso. L’allarme di Napolitano” (pag. 7). Nel giorno della festa della polizia penitenziaria il capo dello Stato ringrazia gli agenti, che affrontano un lavoro assai problematico per via del sovraffollamento. Alfano conferma: manca pochissimo al livello di guardia, fra poche settimane sarà superato il livello di tollerabilità. Con l’estate la situazione si fa ancora più critica. Presto saranno realizzati 48 nuovi padiglioni e 24 nuovi istituti di pena. Il guardasigilli inoltre annuncia che chiederà all’esecutivo un reclutamento straordinario di agenti si polizia penitenziaria. Nel frattempo, grazie ad accordi bilaterali con molti Paesi, l’Italia ha avviato una strategia per ottenere che i detenuti stranieri condannati a pene brevi possano scontarle in patria.

CLANDESTINI
AVVENIRE –  “Clandestini ostaggio dei narcos”. In Messico in sei mesi sono sono stati rapite 10mila persone (1.600 al mese), con riscatti fino a 2.500 dollari. Gli “indocumentados” (senza documenti) del centro e sud America pagano ai coyote (i trafficanti di uomini) almeno 1.500 dollari a testa per fare la traversata verso gli Usa. Poi migliaia vengono sequestrati da bande spesso legate ai narcotrafficanti e diventano merce di scambio. Il riscatto sarebbe una tassa aggiuntiva ai 1.500 dollari, della cui esistenza però i migranti vengono a sapere troppo tardi, quando ormai saldare il debito diventa una questione di vita o di morte.  Un business che ha fruttato sinora oltre 25 milioni di dollari.

RAZZISMO
AVVENIRE – “Violenze a Belfast: è caccia ai romeni”. AVVENIRE lancia l’allarme: nei quartieri operai, dove la disoccupazione tocca anche l’80%, il disagio sociale è intercettato dalla destra nazionalista: l’odio verso lo straniero prende il posto di quello tra cattolici e protestanti. Nella città irlandese, oltre cento immigrati sono stati costretti a forza a lasciare le loro case e hanno trovato riparo in una chiesa , ma adesso vogliono rientrare in patria. Ad agire, «giovani inquadrati come un plotone: facevano il saluto nazista mentre marciavano su e giù in parata militare».

RIFUGIATI
AVVENIRE –  Nell’inserto di Milano: “Sgomberati i rifugiati. È polemica”. Nella notte fra martedì e ieri, i 25 eritrei che da oltre un mese passano le notti in piazza Oberdan sono stati allontanati dalla polizia. Ma i rappresentati del gruppetto di rifugiati dice di non essere intenzionato a rinunciare. Rimane alta la tensione nei pressi di Porta Venezia. Le associazioni (Sindacati, Acli, casa della carità e Arci) protestano contro la malagestione della cosa e accusano: si gestisce l’emergenza sena rispondere al fenomeno. Il vicesindaco De Corato risponde parlando di «”rifugiati di professione” orchestrati dai centri sociali». Nella stessa pagina c’è un box che espone in breve una ricerca della Cgil, sviluppata con l’Osservatorio sull’Immigrazione dell’Ires, sulla discriminazione contro gli immigrati nei luogo di lavoro (campione di 200 lavoratori italiani e stranieri iscritti alla Cgil): stipendi più leggeri del 20%, violazione dei contratti ed episodi di mobbing sono fenomeni diffusi nei confronti di dipendenti stranieri, questa l’accusa rivolta alle aziende lombarde.  

IRAN
IL MANIFESTO – intervista Amir Moebian, principali ideologi  conservatori in Iran. Di Ahmadinejad dice « Sa come esser popolare». E poi ammette «Che di fatto sta prendendo piede una nuova elite dirigente basata sulle Guardie della rivoluzione che hanno scelto di sostenere Ahmadinejd perché ha saputo usare argomenti vicini alle loro idee».

IL GIORNALE
– Un popolo in rivolta e un regime che, imbufalito cerca di imporre il silenzio. Questo il senso delle due pagine in cui da una parte si riportano storie personali di appartenenti alla resistenza, che ci giungono tramite Twitter, unico servizio internet non censurabile dalla dittatura, nell’altra le minacce di Theran che annuncia l’applicazione della pena di morte a coloro che verrano fermati in piazza.

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