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Volontari all’estero occorre rivalutarli

C'è bisogno di rivalutare,anche dal punto di vista economico,la figura del volontario

di Redazione

Camera: Per rilanciare il non profit come punto di forza della politica di sostegno allo sviluppo dei Paesi emergenti servono nuove norme che tutelino, anche economicamente, la figura del volontario. Ne è convinto il deputato dei Democratici di sinistra Sandro Schmid che ha presentato la proposta di legge n. 5172 per disciplinare il volontariato internazionale, assegnata alla commissione Affari esteri della Camera in sede referente. La necessità di un nuovo inquadramento normativo della figura del volontario internazionale sostenuta dalla proposta di legge del deputato Sandro Schmid, assegnata alla commissione Esteri della Camera, è testimoniata dal crollo del numero dei volontari operanti all?estero che godono dei benefici riconosciuti dalle leggi in vigore. Una conseguenza, argomenta Sandro Schmid, della crisi della politica italiana di cooperazione allo sviluppo: il troppo rigido collegamento tra contratto del volontario e approvazione di un preciso programma di assistenza cofinanziato dallo Stato e gli ostacoli burocratici rendono difficile l?applicazione delle tutele di legge a chi sceglie di impegnarsi in questa opera di solidarietà internazionale. Per questo serve una serie di norme che in primo luogo separi lo status del volontario dal riconoscimento, approvazione o finanziamento da parte del Governo italiano del singolo programma di cooperazione. La proposta di legge punta a nuova definizione del volontario internazionale da estendere a tutte le persone qualificate, impegnate stabilmente in iniziative di cooperazione internazionale allo sviluppo realizzate, autonomamente o assieme allo Stato italiano, dalle organizzazioni non governative. Altro punto qualificante è il superamento dell?attuale distinzione tra volontario, volontario senior e cooperante assicurando un unico sistema di diritti di trattamento economico, con la previsione di contratti brevi di volontariato e una serie di norme che tutelino chi interviene come volontario in situazioni di emergenza. L?articolo 2 della proposta di legge qualifica volontario internazionale ogni cittadino dell?Unione europea o straniero residente in Italia da almeno due anni che abbia stipulato un contratto con un?organizzazione non governativa di cooperazione e solidarietà internazionale, impegnandosi a svolgere un servizio di cooperazione in uno o più Paesi in via di sviluppo per almeno 12 mesi continuativi. La qualifica viene estesa a chi, avendo già svolto servizio di volontariato, firmi un contratto per almeno altri tre mesi continuativi. Per i volontari impiegati in interventi di emergenza il periodo di servizio minimo è ugualmente di tre mesi. Una volta riconosciutagli la qualifica, il volontario internazionale è iscritto, a cura del ministero degli Affari esteri, alle assicurazioni per l?invalidità, la vecchiaia e in favore dei superstiti dei lavoratori dipendenti; ha inoltre diritto all?assicurazione per le malattie, limitatamente alle prestazioni sanitarie, fermi restando gli obblighi contributivi a carico del volontario. Tra gli altri diritti di cui si propone il riconoscimento, la tutela, estesa ai familiari a carico, contro il rischio di morte, malattia e infortuni; il collocamento in aspettativa per i dipendenti pubblici; incentivi per le imprese che accettano di mettere in aspettativa il volontario operante all?estero; il rinvio, e in alcuni casi la dispensa, del servizio militare. La proposta di legge prevede i requisiti e gli obblighi richiesti alle ong per potere stipulare contratti con i volontari e l?istituzione di un comitato misto formato da rappresentanti delle centrali nazionali delle ong e del governo italiano che stabilirà il contingente annuale dei volontari e l?onere economico a carico dello Stato per contribuire ai singoli progetti di cooperazione.


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