Cultura

Antropologia della Lapa

di Redazione

Franco La Cecla è un antropologo e architetto nato in Sicila. Il suo nuovo libro è dedicato all’Ape, simbolo della mobilità sostenibile e low cost (Eleutheria, 14 euro) È l’Ape l’ospite inatteso di questa settimana…

I poveri, questo è il tema. I poveri hanno più soluzioni pratiche dei ricchi. L’Ape è una di queste, ma lo sono i taxi collettivi, las camionetas che si fermano dove voi volete e non solo dove la linea del bus comunale pretende sia utile. Ci sono cinquanta modi diversi di muoversi in una città come Rio o Mumbay e tutti più efficienti della nostra lugubre metropolitana. Cosa racconta l’Ape, la Lapa, la tre ruote, il tuk-tuk? Che esistono soluzioni appropriate, che il mondo può cambiare solo se i microcosmi quotidiani affrontano direttamente i problemi, se la strada ridiventa il dominio della gente e delle folle e non delle vetrine e dell’ordine pubblico della noia.
La povertà è una parola inventata dai ricchi per nascondere la propria distanza dalla realtà. I più bravi tra i ricchi sono capaci di porre un fine alla povertà, eliminando fisicamente i poveri o semplicemente allontanandoli dalla propria vista. Ma poi c’è tutto il mondo intorno e le cose vi ritornano addosso come un boomerang. Come antropologo ho appreso che questa è l’antropologia della quotidianità e la Lapa mi ha insegnato più cose di Malinovski e Levi Strauss messi insieme. Non è un caso che questo è un libro molto amato e comprato da gente che con l’antropologia non c’entra nulla e sbeffeggiato dall’accademia degli antropologi nostrani.

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