Sostenibilità

Cara Sky, restituisci il maltolto

La sentenza

di Redazione


dà ragione al Movimento Consumatori e dichiara illegittimi i costi pagati dagli utenti per il recesso dal contratto. Ora per 80mila cittadini – che la società dovrà avvisare –
si apre la possibilità
di un rimborso integraledi Piero Pacchioli
Sembra quasi una class action la vittoria del Movimento Consumatori contro Sky. L’ordinanza del tribunale di Roma, infatti, consegna una vittoria importante, oltre che piena, agli oltre 80mila consumatori che si sono visti applicare penali a seguito del recesso dal contratto: ora potranno ottenerne la restituzione. «Il tribunale romano», spiega Paolo Fiorio, legale di Movimento Consumatori, «ha confermato integralmente il provvedimento già ottenuto dall’associazione a gennaio, accogliendo in via d’urgenza le richieste del Movimento Consumatori che nel febbraio del 2008 aveva citato in giudizio Sky contestando l’illegittimità delle penali richieste ai consumatori in caso di recesso dal contratto».

Il caso
«La legge Bersani (40/2007)», ricorda Alessandro Mostaccio, responsabile del settore Telefonia di MC, «ha previsto il diritto di ogni consumatore di recedere dal contratto senza vincoli temporali e senza dover corrispondere spese o penali non giustificate dai costi effettivamente sostenuti dall’operatore per l’esercizio del recesso». Invece, si legge nella sentenza, Sky ha «mantenuto nelle proprie condizioni generali di contratto clausole che prevedevano penali eccessive e del tutto ingiustificate». Le cifre
Qualche cifra a titolo esemplificativo: 30 euro per la smart card; 30 euro per il decoder; 180 euro per il servizio di installazione; 180 euro per il servizio HD; 225 euro per il servizio Multivision; 225 euro per il servizio My Sky. Queste le penali chieste da Sky in caso di recesso. «Sulla base delle clausole illegittime», continua Mostaccio, «il consumatore che avesse sottoscritto il pacchetto base doveva corrispondere 270 euro; mentre chi avesse scelto tutti i servizi Sky arrivava a pagare fino a 900 euro». Ricordiamo che i consumatori lesi dall’applicazione delle clausole illegittime sono, come ammesso in causa dalla stessa Sky, oltre 80mila.La sentenza
La vittoria scaturita dalla sentenza è di grande rilievo: «Il tribunale di Roma», aggiunge Fiorio, «ha confermato l’illegittimità del comportamento di Sky, condannandola ad informare tutti coloro che abbiano esercitato il diritto di recesso del diritto ad ottenere in restituzione quanto corrisposto ad eccezione degli unici costi legittimi per un ammontare massimo di 9,53 euro + Iva». Un’altra importante innovazione prevista dalla sentenza riguarda il metodo di comunicazione che Sky deve utilizzare per informare i propri clienti (o ex clienti) del proprio “debito restitutorio”. «Tali informazioni dovranno essere comunicate da Sky non solo tramite la pubblicazione del provvedimento sul proprio sito e su Repubblica e Corriere della Sera, ma anche attraverso l’invio di una missiva cartacea», con la quale il colosso televisivo è costretto a riconoscere ai consumatori il diritto al risarcimento.Come fare ora?
Lo spiega Fiorio. «Per prima cosa è necessario che il recesso sia stato effettuato dopo l’entrata in vigore della legge Bersani. Quindi possono pretendere il risarcimento tutti i consumatori che hanno effettuato il recesso da Sky, e quindi pagato le penali, dopo il 2 aprile 2007. Se la cifra pagata è maggiore di 9,53 euro, allora tutto quello in eccesso potrà essere risarcito.I consumatori che si trovano in questa situazione devono ricevere da Sky una lettera in cui l’azienda riconosce il debito e propone le modalità per il risarcimento. Se il consumatore non ha ancora ricevuto la lettera o nel frattempo ha cambiato indirizzo, il consiglio è quello di inviare un reclamo a Sky indicando la cifra richiesta a rimborso e i documenti (estratto conto e lettera di recesso) che lo attestano. Per tutte queste operazioni è possibile rivolgersi alle nostre sedi territoriali che seguiranno anche l’eventuale richiesta di tentativo di conciliazione al CoReCom nel caso Sky non dovesse adempiere».
«Se Sky non restituirà volontariamente gli importi illegittimamente richiesti», conclude Lorenzo Miozzi, presidente di MC, «la nostra associazione organizzerà migliaia di cause individuali o cumulative in tutti i tribunali d’Italia affinché siano rispettati i diritti riconosciuti dal tribunale di Roma».
www.movimentoconsumatori.it


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