Fanno la spesa senza soldi, ma con dei punti, da 70 a 90 al mese: pane, latte, farina, verdura, frutta e ogni genere di prima necessità. Sono le famiglie a basso reddito che frequentano il market sociale di Bastogi. Un viaggio al Santa Maradona, il servizio che l’associazione Aurelio in Comune ha messo su nel cuore di Bastogi, nella periferia ovest di Roma.
Nel cuore di Bastogi
Bastogi non è solo un luogo geografico. È uno stilema, un “più” che la zona si è guadagnato sul campo. È uno di quei nomi che finiscono nelle cronache dei giornali per fattacci di nera e che l’immaginario dei media ha ulteriormente caricato di disagio. Come se ce ne fosse bisogno. Eppure basta affacciarsi qualche ora da queste parti, tra una palestra di boxe e tanto tanto cemento, per dare una dimensione alle cose più reale e con qualche pregiudizio in meno.
Basilico e melanzane
«Ao’ ammazza quanto profuma ‘sto basilico». Marisa si presenta a Largo Flanagan Edoardo Giuseppe insieme a Maria. La senti arrivare. Poi però ci mette un po’ a sedersi perché con la stampella non è facile fare quei pochi metri tra i marciapiedi dissestati e le stradacce. Quando finalmente si guadagna la seggiola di plastica ride e abbraccia tutti con un altrettanto sonoro “Bonasera”. «Marisa e Maria vengono solo a prendere il fresco e a farsi due chiacchiere. Non prendono niente», fa Simonetta Mercorelli, 59 anni, professione informatica, volontaria di Aurelio in Comune. «Stanno qui fino alle cinque e mezzo di solito. La solitudine? Si fa sentire e in estate tanto di più».
Casa, salute e sport
Nell’associazione, solo a Bastogi, sono operative una trentina di persone. Nello spazio, oltre al social market, c’è uno sportello casa, un punto sanitario e il quartier generale dell’Asd Bastogi, una squadra di calcio che milita in terza categoria.
La squadra
A dare una mano a Simonetta oggi ci sono anche Piero Renda, Sara Spadacini e Luciano Alivernini. Lo sportello è attivo in zona da ottobre scorso, prima funzionava a Montespaccato «dove», precisa Simonetta, «durante il Covid, facevamo il servizio di spesa sospesa». A Bastogi lo sportello è aperto due volte a settimana. «Ma è un impegno – aggiunge Simonetta – che ci coinvolge tutti i giorni». E ad agosto non è operativo solo tre giorni. Alle quattro di pomeriggio al social market c’è un sacco di movimento.
Dammi due zucchine
Tra le cassette di frutta e verdura che ha portato Piero e il conteggio dei punti che tocca a Sara, Simonetta si occupa di tenere in ordine la fila e di dare una mano a riempire le buste della spesa. «Basilico e prezzemolo lo vuoi?», «damme du’ melanzane, no le zucchine no», «i pomodori? Sì, ma i San Marzano».
Quasi 100 famiglie
Simonetta racconta che da quando sono in zona, le richieste sono aumentate. «Abbiamo famiglie in lista di attesa, circa venti», dice con un filo di voce. Il fatto è che il banco alimentare, sottolinea, «a ora è fermo e noi aiutiamo le persone con gli alimenti che abbiamo». I numeri sono forti: sono quasi 100 le famiglie che ruotano intorno a questo servizio. Numeri grandi e anche fluidi. «Ci sono famiglie che hanno smesso di servirsi qui, perché magari stanno un po’ maglio e lasciano il posto ad altri».
Il pane non si spreca
Ma come funziona la macchina di un social market, di questo social market in particolare? «Il sabato di solito, l’unico giorno in cui possiamo – spiega Simonetta – recuperiamo il pane da un forno di Boccea, che oggi non ci ha dato niente. Poi lungo via Aurelia c’è un banco del mercato di frutta e verdura che ci dà quello che altrimenti andrebbe buttato nei secchi».
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