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ADOZIONI. «Un canale parallelo fra Italia e Marocco»

È l'allarme lanciato da Marco Griffini. 258 minori nel 2008 sono entrati con ricongiungimento, grazie alla kafala. Che dovrebbe invece essere riconosciuta dall'Italia come forma di adozione

di Sara De Carli

Minori marocchini: l’Italia sancisce di fatto un “canale parallelo” alle adozioni internazionali per cui chiunque può recarsi a Rabat, impegnarsi in una kafala su un minore abbandonato, rientrare in Italia e far entrare il minore chiedendo il ricongiungimento familiare. Negli ultimi cinque mesi del 2008, in questo modo, di minori marocchini in Italia ne sono entrati 258.

L’allarme lo lancia Marco Griffini, presidente di Aibi. «La Cassazione con due sentenze (a marzo e luglio, ndr) ha riconosciuto i provvedimenti di kafala come vincoli rilevanti ai fini del ricongiungimento», spiega Griffini. «Si tratta dell’unica forma di tutela prevista in Marocco per i minori abbandonati, che non è legittimante e dura fino alla maggiore età. Si tratta poi di una tutela che non prevede alcun controllo sulle caratteristiche della coppia o del single che accoglie, nè alcuna formazione: riconoscendola sic et simpliciter, così, l’Italia legittima un canale parallelo all’adozione e mette a rischio di diritti dei minori».

I numeri sono potenzialmente impressionanti: in Italia sono 365mila i marocchini residenti e se si pensa che i minori stranieri che entrano in Italia con le adozioni internazionali sono fra i 3500 e i 4000 l’anno, con il ricongiungimento per kafala potrebbero entrare presto in Italia un numero di bambini vicino a un decimo di quelli adottati. Tanto che a fine maggio un convegno organizzato a Rabat da Osraty (la più nota associazione di famiglie accoglienti del Marocco) e dall’Agenzia dell’Onu per lo svilpuppo economico ha posto il problema.

Per Marco Griffini, la strada da percorrere sarebbe un’altra: il riconoscimento giuridico della kafala nell’ordinamento italiano. In questo modo la kafala sarebbe assimilata all’adozione internazionale e chi è intenzionato ad assumersi la tutela dei minori dovrebbe avere una preparazione pari a quella delle coppie che percorrono la strada dell’adozione. Tutto in Italia, senza possibilità alcuna di iniziativa privata in Marocco. Lo ha fatto già il Belgio e Griffini auspica che sia possibile anche in Italia.


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