Mondo

IRAN. Amnesty condanna duramente repressione

Indagini immediate e violazioni dei diritti umani in tribunale, chiede l'organizzazione

di Gabriella Meroni

Amnesty International ha espresso una dura condanna per l’uso eccessivo della forza da parte delle autorità iraniane nel corso delle manifestazioni che hanno fatto seguito al voto di venerdi’ e ha chiesto che sia aperta un’inchiesta a questo proposito. «Le scioccanti scene di violenza che hanno avuto per protagoniste le forze di sicurezza devono essere oggetto di un’indagine immediata e i responsabili di violazioni dei diritti umani devono finire in tribunale», ha dichiarato Hassiba Hadj Sahraoui, vicedirettrice del programma per il Medio Oriente e l’Africa di Amnesty. L’organizzazione sostiene di essere in possesso di rapporti in base ai quali agenti in borghese avrebbero picchiato con manganelli i sostenitori del riformista Mir Hossein Mousavi, che manifestavano nelle principali citta’ del paese contro presunti brogli elettorali che avrebbero portato alla conferma di Mahmoud Ahmadinejad alla presidenza della Repubblica Islamica. La reazione eccessiva delle forze dell’ordine, secondo Amnesty, avrebbe portato al ferimento di decine di manifestanti non violenti.

L’organizzazione cita alcuni casi, come un assalto condotto da cento poliziotti contro gli studenti dell’Universita’ di Teheran o l’uso di violenza da parte di poliziotti in motocicletta intenti a disperdere un sit-in in piazza Vanak, sempre a Teheran. Altri casi sarebbero stati registrati a Rasht, Mashahd, Shiraz, Ahwaz, Zahedan e Oroumiye. Amnesty «deplora» il fatto che l’inizio del nuovo mandato presidenziale sia segnato da abusi a larga scala e «considera tutti coloro che sono stati arrestati semplicemente perche’ chiedevano trasparenza» come «prigionieri di coscienza che dovrebbero essere rilasciati immediatamente e in modo incondizionato».


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