Welfare
Ergastolo anche allamore
Baci e carezze sono proibiti, perché qui non cè posto per il desiderio e la sessualità. Loro,i detenuti, possono solo sperare negli incontri clandestini. In parlatorio o nelle gabbie
di Redazione
«Sei nella tua cella, sul tuo letto. Ore e ore, giorni interi. Sei sul tuo lurido lettino e sogni ad occhi aperti. Sogni che qualcuno ti prenda la mano, che ti accarezzi i capelli. Sogni che l?uomo o la donna che ami e che t?aspetta ?fuori?, ti prenda tra le braccia. Sogni che ti desideri, che ti consoli. Per qualsiasi carcerato questi non sono però sogni dolci, ma un dolore che fa male, un vuoto che dà la nausea. Un sogno che diventa un?ossessione, un pensiero che ti deprime. In prigione ci si abitua a tutto, a tutto tranne a sopportare questa assenza». Così Marco Cosimo, 42 anni, descrive in una lettera a ?Vita? le buie giornate in cella dopo sette anni in carcere. Giornate soprattutto senza amore.
Nelle carceri italiane non c?è posto per l?affettività e per il sesso. Non c?è posto per il desiderio. I parlatori intimi qualche volta chiamati ?camere dell?amore? previsti nei regimi carcerari di una ventina di Paesi da noi non esistono. Probabilmente a causa di un?opinione pubblica poco informata sulla vita nelle prigioni e convinta che il detenuto debba ?pagare? in tutti i modi per rimediare alla sua colpa. Non solo, quindi, la privazione della libertà, ma anche delle relazioni affettive e della sessualità che pure sono elementi costitutivi dell?essere umano. Non importa se poi in carcere, come è noto, si pratica una sessualità ?palliativa?, o dell?omosessualità forzosa. Non importa se poi nascono ogni anno qualche decina di ?baby-parlatorio?, cioè bimbi concepiti durante le pause processuali o fugacemente in una sala d?attesa nei parlatori carcerari.
Dopo che il magistrato Michele Coiro, nel maggio del ?97 (pochi mesi prima di morire), in qualità di Direttore dell’Amministrazione penintenziaria aveva lanciato la proposta di concedere ai detenuti colloqui riservati con figli, mogli e mariti, è sceso di nuovo il silenzio. A parte qualche episodio di amore clandestino durante i processi, in cui coppie di detenuti disperati sono riusciti con la complicità dei loro compagni co-imputati a rubare attimi dietro le gabbie processuali (e a concepire figli, come nel caso dell?ex militante di Prima linea Giulia Borelli), nelle carceri italiane l?amore continua a essere bandito.
La circolare di Coiro non è mai stata applicata e una legge ripresentata da Pietro Folena (ma si tratta di un disegno di legge presentato per ben tre legislazioni da un gruppo di detenute), che prevede le ?camere dell?amore?, non è mai stata discussa. Il sesso e l?amore sembrano destinati a rimanere una fissazione, una mania, un tormento continuo dei detenuti. Intanto in carcere i matrimoni finiscono, le unioni si dissolvono come neve al sole, i figli si allontanano, e intorno ai detenuti si fa terra bruciata.
Gli istituti di pena scoppiano, la legge Simeone naufraga e anche sognare l?amore è vietato. A nulla è valsa la protesta di un detenuto che negli anni ?70 si cucì il pene con ago e filo. A nulla è valsa la battaglia di Vincenzo Guagliardo e Nadia Ponti, 4 ergastoli da scontare per lotta armata, che da diciott?anni chiedono di potersi amare, invano. Insieme hanno unito al rifiuto della legge Gozzini, dei permessi premio e di ogni compromesso con lo Stato, la loro ostinazione d?amore. Dal 1989 sono reclusi nello stesso carcere di Opera e continuano a protestare perché divisi nel corpo.
Pazzi d?amore al punto da chiedere la cosa più naturale: trasformare i permessi all?esterno del carcere (45 giorni all?anno secondo la legge Gozzini) in 45 giorni di colloqui riservati e un po’ di intimità all?interno del carcere. Da quasi dieci anni si mandano messaggi attraverso la posta interna, si vedono senza potersi toccare se non con gli occhi durante i sei colloqui mensili.
Nel libro ?Il Me/Te imprigionato, storia di amore carcerato?, Vincenzo Guagliardo pone una domanda retorica: «Perché volete farci scopare 45 giorni all?anno fuori dal carcere invece di lasciarci amare 45 giorni all?anno in carcere?». Già, perché?
Carcere in rosa Totale donne detenute 1960 Italiane 1411 Straniere 549 Per reati contro la persona 4,9% Contro la famiglia e la moralità 1,3% Contro il patrimonio 25,4% Contro l?economia 44,4% Contro Stato e ordine pubblico 8,7% Altri reati 15,2%
Il popolo degli ex Totale ex terroristi detenuti 207 uomini 182 donne 25 ?rossi? 189 ?neri? 18 Condannati all?ergastolo 83 Condannati a pene temporanee 124 Detenuti che godono benefici 117 Detenuti senza benefici 90 Di questi, scontano l?ergastolo 51 Esuli all?estero 120
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