Politica

Il ritorno di Ghino di Tacco. A due facce

di Redazione

Chi ha vinto le elezioni del 6 e 7 giugno? La Lega, che per la prima volta davvero passa il Po. E l’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro, che raddoppia il dato di un anno fa e quadruplica il risultato che ottenne con Occhetto nel 2004. Quella dell’Udc di Casini è un’affermazione politicamente appannata dal suo stesso trasformismo: vince alle Europee in isolamento ma poi è in alleanza con Berlusconi in molte province. I due partitoni, Pdl e Pd, reggono soffrendo un bipolarismo che ormai è diventato un penta-polarismo.
Politicamente le novità sono molte, eccone alcune:
Sicilia. La piccola rivoluzione di Raffaele Lombardo e la buona affermazione della sua lista autonomista fanno pensare davvero alla nascita di una possibile Lega meridionale. Il cambiamento siciliano è simbolicamente decisivo, come sempre è avvenuto e avviene, nel nostro Paese.
La rinascita di Ghino di Tacco. Vi ricordate il soprannome denigratorio che inventò Eugenio Scalfari per parlare di Bettino Craxi? Bene, oggi di Ghino ce ne sono almeno due: uno a destra, Umberto Bossi; l’altro a sinistra, Antonio Di Pietro. Senza di loro centrodestra e centrosinistra rischiano di non esistere. Entrambi detengono un potere enorme d’interdizione. Corsi e ricorsi della storia, potrebbe essere tuttavia proprio Di Pietro, come toccò a Craxi, l’uomo che sfrutta al massimo la posizione e diventa il candidato del centrosinistra a Palazzo Chigi alle prossime politiche.
La crisi degli ex. Ex comunisti ed ex fascisti non hanno ancora fatto i conti con la loro storia. In modo serio. In questo modo finiscono per essere gestiti, nella loro legittimazione forzata e sempre revocabile, dal populismo berlusconiano per quanto riguarda la destra e dal Partito di Repubblica (inteso come giornale-setta) per quanto riguarda il Pd. Non evolvono mai, sono sempre incapaci di esprimere una leadership credibile.
L’astensione. È un partito invisibile sempre più popolare, anche in Italia. Come se i cittadini fossero tentati di mandare a quel paese tutta insieme e in un colpo solo l’intera classe dirigente, la casta. In questo senso il voto dei terremotati d’Abruzzo colpisce ed insieme deprime.
L’informazione politica. Innanzitutto quella dei telegiornali, va rivista. C’è bisogno di una interpretazione dinamica, ma sostanziale, della sacrosanta par condicio. Altrimenti agli elettori non è data davvero la possibilità di scegliere.


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