Economia

Acri, record nell’anno della crisi

Il presidente Guzzetti: siamo enti filantropici, il fisco smetta di penalizzare le fondazioni

di Riccardo Bonacina

da Siena

Nell’anno della crisi finanziaria ed economica (I dati 2008 col segno meno per erogazioni e proventi ordinari proiettano ombre e inquietudini sull’anno in corso) L’Acri, Associazione delle fondazioni di origine bancaria, celebra il suo 21simo Congresso con altri numeri record: record di Fondazioni presenti, 88, con il debutto come socio congressuale della Compagnia San Paolo; record di partecipanti (oltre 600); record di giornalisti presenti (oltre 60).


Nella sua lunga relazione d’apertura, il presidente dell’Acri Giuseppe Guzzetti, ha tenuto ha sottolineare come: “Le fondazioni d’origune bancaria colmino una lacuna rilevante sia nel nostro sistema sociale – completando la struttura di un settore non profit cresciuto rapidamente e investito di sempre maggiori responsabilita’ entro I settori culturali, di istruzione e di welfare nel nostro Paese – sia del sistema economico, dove le Fondazioni possono svolgere un importante ruolo per lo sviluppo”.

E con abbondanza di esempi, vicini e lontani, Guzzetti ha illustrato quanto le fondazioni – enti filantropici e promotori di sviluppo. Non rinunciando a chiedere alla politica che finalmente non penalizzi fiscalmente le fondazioni e che finalmente sia in grado di mettere mano alla riforma del Titolo II del Libro I del Codice Civile.


Ospite d’onore del Congresso il ministro dell’economia Giulio Tremonti, che da parte sua ha pero’ glissato sulle questioni poste da Guzzetti se si eccetua una battuta iniziale sul nome dello splendido luogo del congresso Acri, il Teatro dei Rinnovati. Un riconoscimento al percorso delle Fondazioni ex bancarie? O un’indicazione? E una battuta sul titolo del congresso: “Identita’, nelle radici il futuro”. “I cambiamenti veri si fanno dal basso verso l’alto, percio’ le radici sono fondamentali. Per questo noi cerchiamo di governare d’accordo con gli italiani piuttosto che con I salotti”


Per il resto, Tremonti, oltre a dar ragione dell’azione di governo lunga un anno (“ma a me paiono dieci”) ha detto che il nostro “e’ un Paese che come diranno I dati Ecofin, va meno peggio degli altri e che quindi non ha bisogno di manovre o riforme che midificano I progetti di vita delle persone per raccatare una decina di miliardi, questo e’ un paese che ha bisogno di coesione sociale e di unita’”. Insomma, la riforma delle pensioni e del mercato del lavoro possono aspettare. Ha chiosato Tremonti: “del resto le riforme che ci venivano indicate come modelli si sono rivelate solo delle illusorie favole nordiche”.

 

 


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