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Deluso Berlusconi, il Pd giù

I giornali del dopo voto. Esultano Bossi e Di Pietro

di Redazione

Cresce l’astensione, mentre i due principali partiti italiani perdono consensi. Molto bene Lega e Idv. Buono il risultato dei centristi, mentre la sinistra radicale non entra nemmeno nel Parlamento di Strasburgo.

“Il voto delude il Pdl, in calo il Pd”, titola in prima pagina il CORRIERE DELLA SERA di oggi. Il Pdl risulta in frenata, 35% lontano dal 40 previsto, la Lega nord invece vola verso il 10%. Molto bene anche l’Italia dei Valori (8%). Cala il Pd che si attesta al 26%. Restano fuori dal parlamento di Strasburgo, Marco Pannella e le due liste della sinistra radicale (Ferrero e Vendola) che non hanno superato lo sbarramento del 4%. In Italia l’affluenza si è attestata al 67%, il 5% in meno rispetto al 2004. All’Aquila non hanno votato 3 cittadini su 4. L’altro titolo in prima pagina è per la debacle europea della sinistra: “Per la sinistra europea una sconfitta storica”. Il pezzo è accompagnato da un corsivo di Franco Venturini: “Le risposte non date si insicurezza e crisi”. Mentre l’editoriale “Il fronte del nord” tocca alla penna del notista politico Massimo Franco: «L’Italia emerge dalle urne europee meno bipartitica e apparentemente meno berlusconiana…Emerge invece il riequilibrio dei rapporti di forza nel centrodestra fra Pdl e Lega: col partito di Bossi proiettato verso il primato nel nord…Quella che veniva definita sottocultura leghista ormai appare in grado di far proseliti oltre il proprio bacino geografico ed ideologico; e di proporsi a una parte dell’elettorato con una determinazione che il Pdl è costretto ad assecondare». “«Non è eclatante, ma è una sconfitta. Fuga di voti sul caso Noemi»”, ragiona il politologo fianiano Alessandro Campi. Per Francesco Verderami nel «Pdl è allarme rosso, fra i credenti perso il 20% dei voto in un mese». Più morbido la valutazione del CORRIERE sul dato dei Democratici: “Niente tracollo, il sollievo dei Democratici”. Franceschini si dice «soddisfatto. E adesso tutti uniti per i ballottaggi», mentre Fassino rilancia l’intesa con centristi e Di Pietro: «Lavoriamo per un’intesa con Udc e Idv».
Ivo Caizzi analizza il dato sull’astensionismo: “Mai così pochi al voto (e il primato va all’est)”: «Le punte di assenteismo si registrano nei paesi membri dell’est con Polonia, Romania, Repubblica Ceca, Slovenia e Slovacchia comprese fra il massimo del 27% dei votanti romeni e il minimo del 19% degli slovacchi».   

“Fermato Berlusconi, cala il Pd” è il titolo forte della prima pagina di LA REPUBBLICA, che dedica all’Europa quello centrale: “Vince Sarkozy, crolla il Ps In Spagna sconfitto Zapatero”. Seguono 18 pagine, dedicate ai risultati interni e a quelli comunitari. Il quotidiano diretto da Ezio Mauro preferisce sottolineare il mancato risultato di Berlusconi (che puntava a superare il 40%) piuttosto che la sconfitta del Pd e della sinistra radicale. Berlusconi sarebbe stato penalizzato dall’astensionismo (ha votato il 66,5% degli aventi diritto; al Sud il partito del non voto ha fatto passi da gigante). Il cavaliere, scrive Claudio Tito, sarebbe molto irritato. In effetti con la Lega al 10% il suo governo. Il voto europeo insomma rischia di aprire una vertenza all’interno della maggioranza. Quanto al Pd, i suoi leader sarebbero soddisfatti del 26% (che comunque è assai meno del 33,2% delle politiche 2008). Franceschini invita i suoi a tenere in vista delle amministrative, ma i giochi sarebbero già aperti in vista del congresso (e D’Alema rilancerebbe Bersani). Quanto all’Europa, è record di astensioni e vittoria dei partiti di destra. La sinistra perde quasi ovunque, anche in Spagna, mentre emerge (o riemerge) un nuovo soggetto potenzialmente forte, i verdi (che in Francia hanno superato i socialisti). Massimo Giannini in un editoriale scrive a proposito del “Mancato plebiscito”. Per il governo, scrive Giannini, gli effetti si sentiranno sulla sua capacità di realizzare le tanto auspicate riforme.

LA STAMPA apre su “Stop a Berlusconi, arretra il Pd”. La prima pagina è quasi tutta dedicata alle elezioni, con tre editoriali, uno a commento dei risultati italiani (“La prima frenata per Silvio”), uno di quelli europei (“La speranza non è più socialista”) e uno a firma di Guido Ceronetti titolato “Nelle urne la paura dell’Islam”; un’infografica che confronta gli esiti di questo week-end con le elezioni 2008 e le europee 2004. Alle votazioni sono poi dedicati i primi piani fino a pagina 11. Prima una panoramica generale sull’Europa (“L’Europa svolta a destra. E i socialisti sono travolti”, ad eccezione della Grecia dove brinda la gauche), con astensioni record e una media di votanti del 43%. Fa eccezione il Belgio (affluenza del 91%). Volano gli ecologisti di Daniel Cohn-Bendit in Francia, dove tiene il partito del presidente Sarkozy, cala la coalizione della Merkel in Germania, sconfitto Zapatero in Spagna. In Italia non cambiano gli equilibri sostanziali fra maggioranza e opposizione ma quelli interni ad ogni coalizione sì. «È un brutto risultato», ha detto ieri sera al telefono Silvio Berlusconi. Il Pdl attribuisce l’esito deludente all’astensionismo, soprattutto al Sud, tacendo invece la «cannibalizzazione» da parte della Lega. «Se finisce così, sono molto contento», dice Bossi soddisfatto delle proiezioni che lo danno al 9,6%. Anche perché al Nord il Carroccio potrà rivendicare la presidenza di due regioni di peso. «In Veneto c’è già il candidato pronto, Flavio Tosi sindaco di Verona. In Lombardia, se stravince la Lega, c’è già il posto giusto per Roberto Formigoni. Il ministro Calderoli gli liscia il pelo ma si capisce che è come un calcio nel sedere: “Formigoni è un ottimo protagonista da valorizzare, anche al governo”». Dal Pd, invece, Franceschini tira il fiato: per un mese «ci ha messo la sua faccia, solo la sua. Come se il Pd fosse soltanto il suo leader». Un investimento su se stesso che ha dato frutto: «..in un’Europa che va a destra, il Pd è l’unica forza di centrosinistra che resiste». Questa la considerazione più evidente. Cui segue il commento di Di Pietro molto in forma: «Da domani non siamo più una parte dell’opposizione… Siamo l’alternativa a un regime fascista, razzista, piduista come quello di Berlusconi… Voglio la spersonalizzazione del partito. Via il mio nome dal simbolo». Allusivo il titolo sulle votazioni della Letizia (“La prima volta di Noemi. Al seggio scoppia il caos”). La chiusura del seggio dopo l’ingresso della ragazza in sezione scatena la contestazione delle persone che stavano in fila per votare. A sorpresa, la rappresentante dell’Idv Rossella Borriello interviene: «Non trovo giusto che ci sia tanto accanimento contro questa ragazza e contro il premier… Dobbiamo tornare a fare politica, quella seria. Cerchiamo di risolvere i problemi della gente e facciamo meno chiacchiere».

“Pdl e Pd in frenata, bene Lega e Idv”: questo il titolo di prima pagina del SOLE24ORE di oggi, che ben riassume il voto italiano; l’infografica è invece per la nuova composizione del parlamento Ue, che vede il Ppe avanzare di 21 seggi a spese del Pse (che ne perde ben 57). Editoriale affidato a Stefano Folli: “Uno stop per Berlusconi”, la cui tesi è che «il premier aveva dato l’impressione di voler trasformare il voto in un plebiscito su se stesso (…) Questa volta gli italiani gli hanno dato torto, seppur a metà». La “colpa” d questo risultato è ovviamente delle «polemiche e le vicende in chiaroscuro delle ultime settimane», quindi la Lega «è più forte che mai» e il Pd non dovrà fare l’errore di «negare la sconfitta elettorale» anche perché da oggi la presenza di Di Pietro sarà «ancora più invadente e dinamica». Conclusione: le due maggiori forze del bipolarismo sono entrambe in calo, e questo «è un brutto segnale». Per il resto il SOLE dedica al voto europeo ben 10 pagine, in cui si sottolinea la virata a destra del Continente (titolo: “La crisi boccia le idee delle sinistre europee”) e si analizza la situazione uscita dalle urne paese per paese.

“Sinistrati”. È questo il titolo principale scelto da IL MANIFESTO, oggi in edicola, malgrado sia lunedì. A commento dei risultati europei riassunti, sotto la foto, dal sommario richiamo agli articoli che vanno dalla pagine 2 alla 9. «L’Europa va a destra. Crollano i socialisti, avanzano le destre di governo. In Italia l’astensione aumenta del 7%. Berlusconi manca il plebiscito e arretra sulle politiche mentre la Lega sfiora il 10%. L’Udc non si muove. La sinistra divisa manca il quorum, e il Pd paga il biglietto a Di Pietro che raddoppia». “È il momento di ripartite” è il titolo dell’editoriale di Valentino Parlato che messe le mani avanti sul fatto di non avere i risultati definitivi al momento di scrivere il commento osserva «… il primo giudizio è nettamente negativo. Berlusconi ha subito una botta, non è riuscito a superare quel 40% che aveva annunciato, ma nonostante il discredito del quale si è ricoperto in patria e all’estero è riuscito a conservare la maggioranza. Altro dato negativo è la crescita dell’astensione, nella quale questa volta converge la rabbia di tanti elettori di sinistra (…)» e conclude: «All’inizio di questa infausta campagna elettorale il manifesto aveva proposto a Rifondazione e Sinistra e Libertà di candidare unitariamente una rosa di personalità di sinistra al di fuori delle liti interpartitiche. Oggi queste due forze di sinistra sconfitte (salvo un miracolo dell’ultimora), ma non arrese (di questo siamo ben convinti) dovrebbero avviare una serie di incontri, al centro e in tutti i luoghi di forte presenza (questa presenza c’è) per avviare e definire insieme un percorso, non solo politico ma anche culturale, per battere la minaccia del berlusconismo (non si tratta solo di Berlusconi ma di una subcultura diffusa) alla democrazia italiana (…)».

 “Hanno mandato il Pd a quel Pais” titola IL GIORNALE in copertina e nell’occhiello spiega “La campagna elettorale al veleno non premia Franceschini: il suo partito perde 7 punti e precipita sotto il 27%. Caso quasi unico nella Ue, la maggioranza tiene: il Pdl cala del 2% rispetto alle politiche, ma la Lega cresce”. Il titolo è anche l’incipit e la chiusura dell’editoriale del direttore che commenta «Nella solita confusione della notte elettorale l’unico dato che appare certo è il crollo del Partito democratico e la soddisfazione dei suoi leader nei primi commenti a caldo appare davvero surreale. Come si fa a essere soddisfati quando si crolla dal 33 al 26%?». Le foto – pubblicate appunto da El Pais- e i pettegolezzi non hanno pagato. Mario Giordano ragiona sul fatto che in Europa i partiti di governo  sono stati bocciati dagli elettori, ma il Pdl ha tenuto. E Mariateresa Conti analizza l’affluenza alle urne: l’Italia con 66,4% è la prima in Europa. Secondo le stime del Parlamento europeo la consultazione ha toccato il minimo storico  con il 43% di affluenza complessiva. Nel pezzo un cenno alla città dell’Aquila: ha votato il 27,6% contro il 73% del 2004. Ma è Cristiano Gatti inviato all’Aquila che racconta la storia di Dino Nardecchi impegato comunale  dell’ufficio elettorale comunale che ha messo in piedi 81 seggi. L’affluenza che Gatti dice del 28.8%  non è commentata in senso negativo «Ci manca tutto ma non abbiamo perso la speranza e il senso civico». Stefano Lippi da Noventa Padovana registra che “Il Pdl resta davanti ma la Lega perde la sfida del Veneto” e anticipa «Se La Lega batte il Pdl in Veneto sarà Luca Tosi a prendere l’eredità di Giancarlo Galan, presidente della Regione». Al panorama europeo sono dedicate le pagine 16 e 17 “La Sinistra va ko: eurosocialisti in via d’estinzione” con grafici di numeri e le sintesi delle vicende in Francia “Debacle socialista: gli ecologisti battono madame Aubry. “Tiene l’Ump di Sarko”, Spagna “Zapatero soprapassato dai popolari. Il premier nella bufera perde le ultime chance di rimonta”, Germania “Merkel in calo, liberali boom. I socialdemocratici al minimo storico: 21%” e Austria “Il Beppe Grillo” viennese Martin sfonda a sorpresa col 18%. Gli eredi di Haider mancano l’exploit”.

E inoltre sui giornali di oggi:

BALOTELLI
LA REPUBBLICA – “Roma, banane contro Balotelli e lui si sfoga: basta nazionale”. Incredibile episodio avvenuto nella capitale, zona Ponte Milvio. Il calciatore è seduto in un bar. Passano dei tifosi e cominciano a provocarlo, giungendo a tirargli delle banane. Lui non ha reagito nemmeno quando un “tifoso” gli ha afferrato un orecchio. Moratti lo elogia per la maturità dimostrata.

IL MANIFESTO – Sull’episodio di razzismo ultrà di cui è rimasto vittima il giocatore interista a Roma con la under 21 IL MANIFESTO ricorda che “Il lancio di banane contro i calciatori neri era praticato negli stadi inglesi alla fine degli anni settanta, da lì cominciò la lunga battaglia contro il razzismo del calcio che all’estero ha sempre avuto più vigore che in Italia. Da non le banane non si erano mai viste».

SCUOLA
LA REPUBBLICA –  “È clandestina e senza codice fiscale «Niente maturità». Poi il dietro front”. A Napoli un preside applica la direttiva Gelmini e ovviamente scoppia il caso. Lei è una ucraina che conosce 6 lingue ma non ha il permesso. Dal ministero ieri una precisazione: «non c’è nessun motivo di legge per cui la ragazza non possa affrontare l’esame di maturità».

LA STAMPA – “Maturità da clandestini” (pag. 17). Napoli si mobilita per Daria, ucraina clandestina, di 20 anni, che usufruendo del diritto sancito dalla Costituzione ha frequentato regolarmente la scuola. Ma da quest’anno, una circolare ministeriale chiede il codice fiscale agli studenti che si presentano alla maturità. Codice che ovviamente lei non ha. La Gelmini precisa che «Daria, come i tanti, tantissimi ragazzi che si trovano nelle sue condizioni, potrà sostenere gli esami senza problemi». Semplicemente, «sarà escluso dalla base informativa del ministero», dato che i dati servono solo per l’istituzione di un’anagrafe degli studenti.

SOLE24ORE – Dopo il caso della studentessa ucraina meritevole, ma senza permesso di soggiorno (di oggi la notizia che l’avrà), il SOLE fa il punto sugli studenti stranieri nelle superiori. Sono 120mila, 1 ogni 23 iscritti, ma in 5 istituti italiani c’è già stato il sorpasso sugli italiani: Prato ha tolto il primato a Milano nella classifica dei Comuni più multiculturali. Oggi in media nazionale gli stranieri sui banchi sono il 6,4%, ma si calcola che se i trend saranno confermati nel 2050 saranno il 50%. In Europa, il tasso di alunni stranieri in Italia ha superato quello della Francia, ma è lontano da quello della Gran Bretagna (oltre il 22%).

SOMALIA
IL MANIFESTO – In un box la notizia dell’uccisione di Muktar Mohammed Hirabe, direttore di Sabelle, radio-tv autorevole e indipendente della Somalia che è stato ucciso da due killer a Mogadiscio.

LIBANO
IL MANIFESTO – “Tutti cantano vittoria ma è ancora testa a testa” è il titolo dell’articolo dedicato alle elezioni libanesi dove i risultati sono dati come incerti «però Israele si allarma» si osserva anche che «Il voto è stato regolare, nonostante i tentativi di intimidazione e l’arresto di tre persone che intendevano entrare nei seggi con documenti falsi. A confermarlo anche i circa 200 osservatori elettorali stranieri: l’ex senatore Usa, John Sununu e l’ex presidente Jimmy Carter».

IL GIORNALE – Elezioni anche in Libano dove “Sorpresa, Hezbollah sconfitto dai moderati filo-occidentali. L’alleanza pro-siriana ammette la disfatta. Duro colpo alle ambizioni iraniane nella regione”.  Gian Micalessin scrive: «Una vittoria resa possibile dall’imprevista corsa alle urne dei libanesi preoccupati dal rischio di ritrovarsi trasformati in una provincia iraniana. La minacciata vittoria del partito  di Dio e i suoi alleati avrebbe regalato a Teheran il completo controllo di un avamposto affacciato su Israele e di un porto strategico. Il ritorno dopo 14 secoli della flotta persona nel Mediterraneo avrebbe segnato una drammatica escalation nello scontro fra Iran e Usa e un fallimento  della nuova strategia americana inaugurata dal discorso del presidente Obama. I grandi decisori di questo voto sono stati i cristiani, la comunità a cui la Costituzione garantisce la metà dei 128  parlamentari malgrado rappresenti il 40% degli elettori».  Micalessin annuncia «Il vero colpo grosso potrebbe metterlo a segno Mitchell, inviato da Barak a Damasco per convincere il  regime di Assad a chiudere ogni collaborazione con l’Iran. Il ribaltamento di fronte prevede il sacrificio di Beirut che tornerebbe sotto l’influenza di Damasco, ma spezzerebbe l’asse iraniano sciita segnando una vittoria della Casa Bianca».

GIUSTIZIA
ITALIA OGGI – Alla luce dei dati che indicano in 32 milioni di euro la spesa per risarcimenti danno causati dalla eccessiva durata dei processi il governo ha approvato una legge di semplificazione del rito civile. Marino Longoni nel suo articolo sottolinea che «non si tratta certo di una rivoluzione. Ma di una serie di lifting, più o meno utili, che ora dovranno però essere metabolizzati da un apparato piuttosto anchilosato» e la definisce «una riforma più di facciata che di sostanza, come spesso succede per quelle approvate prima delle elezioni».
 

AMBIENTE
ITALIA OGGI – Il quotidiano analizza la situazione dello smaltimento di Raee, rifiuti hi-tech. Comincia a muoversi qualcosa, dopo il dlgs 151/05 che prevede di organizzare la raccolta differenziata di apparecchi elettrici e elettronici. AstraRicerche ha raccolto dei dati sul fenomeno che verranno presentati domani, mentre ecoR’it ha messo a punto una guida sul riciclo dell’hi-tech. Secondo i dati c’è ancora molto da fare. La raccolta differenziata è appannaggio delle grandi imprese. Ma il movimento è positivo e promettente.

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