Mondo

coltiviamo la terra per non essere sradicati

Nelle tendopoli d'Abruzzo un'iniziativa di Slow Food

di Carmen Morrone

Il progetto 10 orti per 10 tendopoli contribuirà a sanare
le ferite dell’anima di bambini e anziani. Oltre a fornire alimenti freschi agli ospiti delle tende L’ultimo orto è nato alla tendopoli di Collemaggio a L’Aquila, luogo simbolico della città. Mille metri quadrati all’interno del Parco del Sole, tranquillo e in parte ombreggiato da abeti secolari sopravvissuti anche a questo sisma, dove mamme e nonni portano a giocare figli e nipoti. Quello di Collemaggio è l’ottavo orto collettivo nato nell’ambito del progetto «10 orti per 10 tendopoli» messo in campo, è proprio il caso di dire, dal Parco del Gran Sasso e Monti della Laga e da Slow Food Italia in collaborazione con il dipartimento della Protezione civile e con le amministrazioni comunali. Le altre ortaglie sono sorte accanto alle tendopoli di Camarda, Onna, Paganica, Arischia, S. Felice d’Ocre, Pizzoli, Castelnuovo. Si arriverà a quota dieci con quelli di Tempera e di S. Gregorio.
«Gli aquilani con il passare dei giorni sperimentano un senso d’impotenza, ansia e paura per un futuro incerto. Coltivare può contribuire a farli uscire dallo stato di sradicamento». Parola di Silvia de Paulis, aquilana doc, agronoma del Parco del Gran Sasso e dei Monti della Laga e membro del consiglio nazionale di Slow Food. Sfollata, vive con la sua famiglia nello studio professionale del marito, e una settimana dopo il sisma ha cominciato a lavorare a questo progetto.
«La gestione quotidiana degli orti è stata data alle associazioni locali che hanno steso i turni di quanti, soprattutto anziani, si sono resi disponibili a seguire le coltivazioni. Ad aiutarli ci sono alunni e insegnanti delle scuole elementari e medie delle tendopoli che oltre a fare lezione nell’orto partecipano ad alcune operazioni». Il progetto «10 orti per 10 tendopoli» ha superato anche il problema acqua per l’irrigazione. «Abbiamo scelto terreni irrigui e vicini a sorgenti naturali per evitare di contendere l’acqua alle tendopoli», precisa De Paulis. Slow Food ha reperito sul territorio motozappe, recinzioni, casette di legno porta attrezzi, concimi, zappe, stivali di gomma e innaffiatoi, anche per bambini. Una gara di solidarietà nazionale tra i soci e i partner dell’associazione ha portato al coinvolgimento di importanti aziende come Valpadana, Honda, Prober, Federbio, Terra, Marcopolo, Consorzio agrario Chieti – Pescara. Oltre al Parco del Gran Sasso e dei Monti della Laga, diretto da Marcello Maranella, che ha messo a disposizione dell’iniziativa una squadra di sei operatori, sta partecipando anche la Riserva naturale regionale Lago di Serranella che ha fornito piantine e semi di pomodori, insalata, zucchine, melanzane, peperoni, fagiolini ed erbe aromatiche.


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