Non profit

i tesori dell’arte da oggi hanno i loro angeli custodi

Fondazione Enzo Hruby

di Antonietta Nembri

Èuna fondazione giovane, la Enzo Hruby, ma già molto attiva nel settore della sicurezza dei beni storici, artistici e architettonici. Nata nell’ottobre del 2007 e operativa dal marzo dell’anno successivo, dopo aver ottenuto il riconoscimento da parte della Prefettura di Milano la Fondazione Enzo Hruby ha realizzato in poco più di un anno diverse iniziative. Tra le ultime, il progetto di messa in sicurezza della basilica di Nostra Signora del Pilastrello di Lendinara, in provincia di Rovigo, e una ricerca su Le donne e la sicurezza, realizzata per l’Osservatorio della fondazione da Astra Ricerche e editata nel prossimo settembre per poi essere messa a disposizione gratuitamente di enti e associazioni.
«La partenza è stata più veloce di quello che ci saremmo aspettati», ammette il vicepresidente Carlo Hruby. «La nostra è la prima fondazione che si occupa di security», e non poteva che essere così, dal momento che essa è nata per iniziativa della famiglia Hruby e della Hesa spa, azienda che da oltre trent’anni si occupa di protezione e sicurezza. «Come azienda avevamo iniziato a sviluppare iniziative di qualificazione professionale del settore attraverso incontri e convegni», continua Carlo Hruby, «poi abbiamo creato il Premio H d’Oro, riservato alle aziende d’installazione che si sono distinte per le migliori realizzazioni di sicurezza», da cui si è sviluppata l’idea di dar vita alla fondazione, che ha appuno lo scopo di promuovere la cultura della protezione o salvaguardia dei beni pubblici e privati e in particolare quelli di interesse artistico, monumentale, storico e paesaggistico. Uno dei primi interventi, per esempio, ha riguardato la protezione della Biblioteca del Sacro Convento di Assisi. «Sul fronte progetti vorremmo riuscire a mantenere quelli di risonanza nazionale e proseguire con il patrimonio locale, per cui arrivano numerose richieste», spiega ancora il vicepresidente. L’Italia è ricca di opere d’arte, spesso a rischio furti e vandalismi, «puntare a progetti locali non è casuale ma voluto, perché crediamo che sia importante valorizzare e far capire l’importanza di questi tesori, che hanno un forte radicamento nel territorio».
Oltre alla mission principale, la fondazione è impegnata in diverse altre attività: prosegue la tradizione del Premio H d’Oro, pubblica il trimestrale HN e promuove l’Osservatorio della sicurezza, «nato sia per raccogliere dati in modo scientifico sui reati e la loro repressione sia per fornire informazioni al mercato e agli enti che si occupano del patrimonio artistico», precisa Hruby. Un’idea che sta conquistando altri operatori del settore che in questi mesi si stanno avvicinando alla fondazione, che vive solo di fondi privati.


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